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Biblioteca Telematica

CLASSICI DELLA LETTERATURA ITALIANA

 

FIRENZE VECCHIA

STORIA - CRONACA ANEDDOTICA - COSTUMI

(1799-1859)

 

di: Giuseppe Conti

  

Capitolo 1

I Francesi a Firenze

Capitolo 2

La festa della libertà e i frutti dell'albero

Capitolo 3

Maria Luisa, Napoleone I ed Elisa Baciocchi

Capitolo 4

Maria Luisa, Napoleone I ed Elisa Baciocchi

Capitolo 5

La Toscana restituita a Ferdinando III

Capitolo 6

Il ritorno di Ferdinando III in Firenze

Capitolo 7

Il Comune Fiorentino dal 1799 al 1814

Capitolo 8

Il granduca Ferdinando riprende i suoi usi

Capitolo 9

Il Congresso di Vienna: nuovi torbidi in Italia

Capitolo 10

Riordinamento della città Sposalizio di Carlo Alberto

Capitolo 11

Le nozze dell'arciduca Leopoldo

Capitolo 12

L'imperatore Francesco e il re di Napoli a Firenze

Capitolo 13

Notizie di Corte: Tedeschi per le vie

Capitolo 14

La malattia di Ferdinando III

Capitolo 15

Il matrimonio del Granduca

Capitolo 16

La nascita di un principe e di una arciduchessa

Capitolo 17

La morte di Ferdinando III

Capitolo 18

L'opera amministrativa di Ferdinando III

Capitolo 19

L'esercito toscano alla morte di Ferdinando III

Capitolo 20

L'assunzione al trono di Leopoldo II

Capitolo 21

I primi anni del regno di Leopoldo II

Capitolo 22

Primi guai - La Guardia Urbana - La morte della Granduchessa Maria Anna

Capitolo 23

La nuova Granduchessa

Capitolo 24

Attorno alle mura della città

Capitolo 25

Com’era Firenze

Capitolo 26

Piazza del Granduca

Capitolo 27

Mercato Vecchio -

Il Ghetto

Capitolo 28

Le Stinche - Il Bargello La campana della Misericordia

Capitolo 29

Vita fiorentina

Capitolo 30

Bagni e Teatri

Capitolo 31

Befane e Carnevale

Capitolo 32

Quaresima

Capitolo 33

L'Ascensione e il "Corpus Domini"

Capitolo 34

Le feste di San Giovanni

Capitolo 35

Fiere, Rificolone e Ceppo

Capitolo 36

Il primo parto della Granduchessa La nascita del Principe ereditario

Capitolo 37

La città si abbellisce

Capitolo 38

I nuovi tempi

Capitolo 39

Alba novella

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FIRENZE

R. BEMPORAD & FIGLIO

Cessionari della libreria editrice Felice Paggi

7 - Via del Proconsolo - 7

1899

 

AL MARCHESE

PIETRO TORRIGIANI

SENATORE DEL REGNO

SINDACO DI FIRENZE

  

Il perché di questo libro

Mi è avvenuto più volte, come sarà certamente avvenuto a molti altri, di sentir raccontare dai nostri vecchi la storia, gli aneddoti e le costumanze dei passati tempi, con tale freschezza di memoria, con tale vivacità di colorito, con tale semplicità di frase, che m'invogliai di ricercare e raccogliere, per poi pubblicarlo, tutto quanto si riferiva alla prima metà di questo secolo, che è la più caratteristica e la più tipica.

In questa mia idea fui confermato sempre più anche dal fatto, che mentre era tuttora sulla bocca e nella mente dei pochi vecchi rimasti, fra i quali ho la fortuna di annoverare mio padre, che di tante cose si rammentano, e tante persone ricordano, e tanti avvenimenti e usi e costumi hanno presenti, difficile è, anzi quasi impossibile con tanta copia di giornali e di gazzette, di averne la traccia scritta o stampata. È più facile trovare documenti, diari e narrazioni autentiche e fedeli dei fatti avvenuti cinque o sei secoli addietro che dell'età presente. Ed è naturale. Quando non c'eran giornali, gli antichi erano ambiziosi di registrare giorno per giorno i fatti più importanti e perfino gli avvenimenti di famiglia, il racconto dei quali hanno tramandato ai tardi nepoti, e che hanno formato poi i preziosi diari e le storie nelle quali tutti hanno frugato ed hanno pescato.

Dacché cominciò a generalizzarsi l'uso dei giornali, nessuno si diede più la briga di scriver nulla ed ecco perché di molte cose curiose, intime e caratteristiche, se ne è perduta quasi la traccia.

Perciò, il prender ricordo e descrivere quelle che si riferiscono agli usi, ai costumi, alle tradizioni, ai luoghi ed alle persone di un'epoca che par già tanto lontana, mi è sembrata cosa utile. Ma a renderla ancora più interessante, ho voluto corredarla di illustrazioni che rappresentano, nella massima parte, tutto ciò che da molti anni è stato demolito in Firenze per abbellirla o ingrandirla, e di cui non si ha ricordo, né una completa raccolta; ho riprodotto altresì scene di costumi e feste cadute in disuso.

E perché il quadro fosse completo, ho creduto non affatto ozioso di delineare il fondo storico del periodo nel quale tali fatti si svolsero, tante abitudini si contrassero, e tante altre vennero abbandonate, e di riassumerne da' più antichi temi la narrazione. Senza dipingere l'ambiente, non si comprenderebbe il perché né il per come di tante cose narrate. Di un periodo storico che abbraccia sessant' anni di vita cittadina ho voluto studiare i governi, il comune, la reggia e il popolo: una cosa si collega sempre con l'altra, ed agevola e rende più evidente e più chiara la narrazione.

Scrivendo questo libro, mi sono valso d'un mio diritto e il lettore ha quello di biasimarlo.... ma non c'è obbligo. È padrone anche di lodarlo!

GIUSEPPE CONTI

Firenze, 24 novembre 1898.

  

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Ultimo Aggiornamento: 17/07/05 00.31