Scene drammatiche in due attiPERSONAGGI
LA GNÀ PINA, detta la Lupa, ancora bella e provocante, malgrado
i suoi trentacinque anni suonati, col seno fermo da vergine, gli occhi luminosi in fondo
alle occhiaie scure e il bel fiore carnoso della bocca, nel pallore caldo del viso.
MARA, sua figlia, giovanetta delicata e triste - quasi la colpa non sua
le pesasse sul capo biondo, e non osasse fissare in viso alla gente i begli occhi timidi.
NANNI LASCA, bel giovane - tenero con le donne, ma più tenero ancora
del suo interesse; sobrio e duro al lavoro, come chi mira ad assicurarsi uno stato. -
Fronte bassa e stretta, sotto i capelli ruvidi - denti di lupo, e begli occhi di cane da
caccia.
BRUNO, contadinotto sano ed allegro, che piglia il tempo come viene di
lassù, e le ragazze come capitano nell'aia.
CARDILLO, forte e paziente al pari di un bue, di cui ha il pelo fulvo,
che sembra mangiargli il volto - ed anche il giudizio.
NELI, giallo e allampanato, roso dalla malaria, che lo butta stremato
in un canto, dopo ogni giornata di lavoro.
COMPARE JANU, il capoccia - serio e contegnoso come conviene all'età e
all'ufficio suo - fedele alle buone usanze antiche sin nel taglio della barba, che porta a
guisa di due lasagnette grigie al sommo delle guance. - Sputagrave e sentenzioso meglio di
Ponzio Pilato.
LA
ZIA FILOMENA, vecchietta arzilla e indurita al lavoro. Parla come un
oracolo, e ne sa più del capoccia.
GRAZIA, ragazza che sembrerebbe un uomo, tanto è piatta e abbronzata,
se non fosse il riso delle labbra fresche e degli occhi nerissimi.
LIA, contadina quasi senza età e senza sesso anche lei, sciupata dagli
stenti - e sorridendo nonostante alla vita e all'amore.
MALERBA, il buffone della compagnia - faccia di scimmia, dal ghigno
malizioso.
NUNZIO, ragazzo magro e nero come un grillo.
Nel contado di Modica.
ATTO PRIMO
Nell'aia, sull'imbrunire. A destra la capanna dei mietitori, a sinistra
una gran bica; mucchi di covoni e di attrezzi rurali sparsi qua e là. In fondo
l'ampia distesa della pianura carica di messe, già velata dalla sera, e il corso del
fiume, tra i giunchi e le canne palustri. Si odono passare in lontananza delle voci, delle
canzoni stracche; il tintinnio dei campanacci delle mandrie che scendono ad
abbeverare, e di tanto in tanto l'uggiolare dei cani, sparsi per la campagna, sulla quale
scorrono delle folate di scirocco, con un fruscio largo di biade mature. Negli intervalli
di silenzio sembra sorgere e diffondersi il mormorio delle acque e il trillare dei grilli,
incessante. La luna incomincia a levarsi, accesa - sbiancandosi man mano, in un alone
afoso.
SCENA I
Bruno, Malerba, Neli, Cardillo, Grazia e Lia stanno seduti in crocchio,
dopo cena, ascoltando una fiaba che narra la zia Filomena. Compare Janu sull'uscio della
capanna, fumando. Nunzio sbocconcella pian piano un tozzo di pan bigio, accoccolato sulle
stanghe della treggia, in fondo all'aia.
FILOMENA (narrando). La Maga dunque
CARDILLO (levando il capo a ogni soffiar di vento). Sentite che
scirocco? Domani si vuol sudare il pane!
FILOMENA (seccata). Mi lasciate narrare la fiaba?
CARDILLO (con una spallucciata). A voi.
FILOMENA La Maga dunque se ne stava nel palazzo incantato, tutto
d'oro e di pietre preziose, e come passava un viandante, s'affacciava alla finestra per
tirarlo in peccato mortale. Giovani e vecchi, vi cadevano tutti!
religiosi anche, e
servi di Dio!
BRUNO (ridendo). Bene, bene!
FILOMENA Voi che cosa avreste fatto? Se vi ho detto che era una
Maga!
e di vecchia si faceva giovane!
bianca e rossa come una ragazza di
quindici anni
. con due occhi in fronte che erano due stelle!
MALERBA (ghignando). Bene, bene, ditemi dove sta di casa!
FILOMENA Dove sta? All'inferno! E volete sapere che ne faceva di
quei poveri disgraziati, poi? Con un colpo di bacchetta, paff! li mutava in asini o in
maiali, con rispetto parlando. Finché un santo eremita, che venne a saperlo, disse: Qui
bisogna che vada io, se no finisce il mondo
CARDILLO (colla sua aria bonacciona). Uno che si pigliava le
corna altrui, quel santo eremita, e se le metteva in testa!
MALERBA (sghignazzando). Eh! eh! avrà voluto provare anche
lui!
FILOMENA (scandalizzata). Così parlate dei santi? Allora non
dico più nulla.
MALERBA Infine non me ne importa. Son storie che si raccontano.
FILOMENA Storie? Saranno storie! Però accadevano allora, quando
c'era il timor di Dio!
BRUNO (in tono di scherzo). No, no, ci credo! Quando vi guardo
negli occhi, comare Grazia, ci credo alla Maga!
Le scocca un bacio da lontano colle dita.
JANU (gravemente, togliendosi la pipa di bocca). Maga o non
Maga, sapete come dice il proverbio? "L'uomo è il fuoco, la donna è la stoppa:
viene il diavolo e soffia!"
BRUNO (alle ragazze, facendo per abbracciarle). Soffia tu, che
soffio io! Ora son io la stoppa, com'è vero Dio!
GRAZIA (lo respinge ridendo). Tenetevi le vostre mani, però!
CARDILLO (col fare di un puledro messo a un tratto in allegria).
È la favola della Maga che ci ha messo il pizzicore addosso'. Facciamo quattro salti!
BRUNO (al ragazzo). Su, su, Nunzio! Mano alla zampognetta!
NELI (brontolando). Quattro salti! Vi ringrazio tanto!
Come se fossi stato a spasso tutta la giornata!
JANU Come se fossi stato a spasso! Te la pago la giornata, sì o
no?
NELI Me la pagate
me la pagate
Ora ho le ossa rotte.
Vi ringrazio tanto.
CARDILLO Non gli badate a quel poltronaccio. Su, Nunzio, suonaci
il ballo tondo. Qui non si spende nulla.
BRUNO (allegro). Comare Grazia, su!
Gnà Lia! Ora comincia
il festino!
Nunzio, si alza, cava fuori la zampognetta dalla bisaccia appesa alle
stanghe della treggia, e comincia a suonare, dondolandosi goffamente ora su di un piede e
ora sull'altro.
MALERBA (a Grazia e Lia). Ehi, ragazze!
Si fanno pregare
anche loro! Benedetta la gnà Pina che porta l'allegria dove va lei!
Sghignazzando.
Quella sì che non si fa pregare!
BRUNO (chiamando ad alta voce verso il fondo della scena). O
gnà Pina!
Che diavolo fa sino a quest'ora? Ci voleva tanto a raccogliere quelle
quattro spighe?
Torna a chiamare c.s. in tono di scherzo.
O venite qua, gnà Pina bella!
SCENA II
Nanni Lasca, dalla sinistra in fondo, con una forca sulle spalle, e
i suddetti.
NANNI (in tono di scherzo anche lui, ficcando la forca
nella bica). Ohi! non gridare al lupo, se no viene e ti mangia!
BRUNO Ah, che ne hai fatto della gnà Pina?
NANNI Io? Non ne ho fatto niente. L'ho forse legata alla cintola
la gnà Pina?
CARDILLO (col suo riso grossolano). No. È lei che ti
corre dietro le calcagna!
NANNI Ho altro pel capo adesso! Dopo una giornata di mietere!
Vengo da governare le bestie.
MALERBA (chiamando lontano, colle mani alla bocca, in tono di
scherno). Venite qua dunque gnà Pina bella!
Gioia mia!
JANU Zitto, linguaccia!
MALERBA (sempre in tono di scherzo). Gioia mia! Gioia
vostra! Ce n'è per tutti colla gnà Pina!
CARDILLO Intanto il suono si perde. A noi, zia Filomena!
Comincia per ischerzo a ballare di faccia a lei.
Date voi il buon esempio
Per mostrare a queste ragazze come
si faceva ai vostri tempi!
FILOMENA (si alza vispa ed allegra). Ai miei tempi si
diceva "Vile chi si pente!"
Si mette a ballare di contro a Cardillo.
Il buon panno sino alla cimosa!
Continua a ballare dirimpetto a compare Janu, per invitarlo
dopo che Cardillo ha terminato.
Facciamoglielo vedere, compare Janu, il buon panno antico!
JANU Eh! Panno vecchio ormai!
che volete farci!
GRAZIA (eccitandolo, con gaiezza). Vile chi si pente,
compar Janu!
JANU (risolvendosi infine). E va bene!
Si alza e comincia a dondolarsi goffamente di faccia alla zia
Filomena; poi, quando costei torna a sedere, va ad invitare allo stesso modo la Grazia.
Ora a te, che hai la lingua lunga, cutrettola!
Grazia balla con compare Janu, e dopo che costui è tornato a
sedere, va ad invitare Bruno come hanno fatto gli altri, ballando di contro a lui.
BRUNO (saltando in giro allegramente, e facendo
scoppiettare le dita). Ohi! Ohlilà!
NANNI (ridendo). O Bruno, questo lavoro non te lo paga
oggi compare Janu!
BRUNO (continuando. c.s.). Non me ne importa. Lo fo per
amore! Ohilà! ohilà!
Dopo che Grazia è tornata a sedere accanto alla zia Filomena, va ad
invitare Lia, sgambettando dinanzi a lei.
Ohilà!
NELI (brontolando, sdraiato sulla paglia). Bel
gusto!
Divertitevi!
MALERBA (facendosi avanti e tirando Bruno per un braccio).
A me ora! Un po' per uno!
BRUNO (svincolandosi). Va al diavolo! Ohi! Ohila!
SCENA III
La gnà Pina dal fondo a destra, con un fascio di manipoli sul capo,
e i precedenti.
MALERBA (correndo colle braccia aperte verso la gnà Pina
che ha buttato il fascio di spighe in un canto, e s'avanza sorridente, rassettandosi il
fazzoletto in capo). O gnà Pina!
benedetta! gioia mia!
cuore mio!
Venite qua che vogliamo fare un terremoto!
PINA (ridendo). No. Voglio ballare con compare
Nanni
Con civetteria facendo una bella riverenza a Nanni Lasca,
se son degna di questo onore
MALERBA (ironico). Ah, dev'essere proprio lui? Lo
sappiamo che vi piace! Un pezzo che lo sappiamo! Buon pro vi faccia!
PINA (sdegnosa). E a voi chi vi parla, adesso?
MALERBA (canzonatorio). Parla a te, Nanni! Non vuoi
sentirci di quell'orecchio?
BRUNO (ridendo). Nanni Lasca non vede e non sente.
PINA (a Nanni, tra scherzosa e ironica, canticchiando nel
passargli accosto):
"O voi che avete occhi e non vedete,
allora di quegli occhi che ne fate?"
CARDILLO Su, su, Nanni!
poltronaccio!
NANNI (brontolando). Avete voglia, voialtri! Prima una
giornata colla falce in pugno!
Poi pigiarsi le budella anche! Come se v'invitassero
a maccheroni e stufato, adesso!
JANU (ridendo). Nanni Lasca non fa niente per niente,
gnà Pina.
PINA (a Nanni con civetteria). E voi sapete che vi dico? Chi
non mi vuole non mi merita.
Va ad invitare Cardillo e balla con grazia dinanzi a lui, tenendo
distese le due cocche del grembiule colla punta delle dita, e piegando il capo sull'omero.
CARDILLO (eccitandosi). Tanto peggio per Nanni
Lasca!
Mi sento diventare un leone con voi!
Fossi anche morto nel cataletto,
guardate!
MALERBA (accendendosi anche lui al veder ballare la Pina).
Un po' anche a me, gnà Pina!
Non mi tengono le catene!. Chi non vi vuole non vi
merita!
Perdete il ranno ed il sapone con quella bestia di Nanni Lasca!
GRAZIA (ridendo). Vile chi si pente, compare Nanni!
NANNI (pigliando fuoco infine lui pure e risolvendosi ad
alzarsi con un risolino goffo). Sangue di
! Corpo di
! Se mi pigliate per
quel verso! Via, eccomi qua.
PINA Chi tardi arriva male alloggia, compare Nanni!
Gli volta le spalle con una risata, e se ne va a destra colle altre
donne.
NANNI (piccato). Ora che mi avete scaldato le
orecchie? Ora non mi tengo più! Mi sento un Mongibello!
SCENA IV
Mara dal fondo a destra, con un covone di spighe sul capo, e detti.
NANNI (andando incontro a Mara, che va a deporre il
covone accanto a quello di sua madre). Vostra madre mi ha lasciato nel meglio,
gnà Mara! Almeno venite qua voi. Voglio fare il ballo tondo! Voglio sudare una camicia!
MARA (ravviandosi, in aria timida). Vi ringrazio, compare
Nanni
NANNI Non volete neanche voi?
perché ve lo dico io?
MARA (sempre più imbarazzata). No, scusatemi
non
ballo.
NANNI Che avete? le gambe molli? O avete il cuore duro?
MARA (a capo chino, rossa fino ai capelli).
No
Vi ringrazio anzi
Scusatemi, compare Nanni.
NANNI (tra piccato e scherzoso):
"Cuore duro, cuore di sasso!
La voglia in corpo mi lasciate adesso?
"
MALERBA (canzonatorio a Nanni). Ma no! ma no! Vuoi che si
piglino pei capelli con sua madre?
PINA (a Malerba, bruscamente). Finiamola! Lasciate in
pace mia figlia!
MALERBA Chi ve la tocca?
A Nanni dandogli uno spintone per ischerzo.
Lasciala in pace!
NANNI (ridendo). Ah, si fa questo giuoco, adesso?
Ricambia la spinta a Neli
A te!
NELI (che sta per cadere, si rivolta irato). Eh
Io
che c'entro!
Poi si sfoga con Bruno, dandogli un urtone
Divertitevi tra voi!
BRUNO Ah sì? Ah sì?
Tenta di abbracciare Grazia.
Ora tocca a voi, bellezza!
GRAZIA (lo schiva ridendo, e respinge Malerba dall'altra
parte)
Non mi piace questo giuoco.
Lia scappa essa pure
MALERBA (finge di barcollare, avanzandosi verso la gnà
Pina colle braccia aperte). Allora la gnà Pina, che le piace
PINA (respingendo sdegnosa). Tenete le mani a casa, voi!
MALERBA (ironico). Perché? ho le mani sudice forse?
Bisogna lavarsi le mani con voi, ora?
PINA Avete le mani e la lingua, sporche!
MALERBA Guarda la gnà Pina che patisce il solletico adesso!
Vuol dire che il diavolo si fa eremita, adesso!
PINA Vuol dire che siete una bestia.
MALERBA (c.s. sardonico). Una bestia! Sissignora! Per
questo non volete che vi tocchi! Toccala tu, Nanni, che hai le mani pulite!
NANNI (ridendo). Non gli date retta, gnà Pina. È il
vino che lo fa parlare.
PINA (accorata). E voi che vi fa parlare, l'aceto?
che sputate amaro quando vi parlano gli altri?
NANNI Perché? Che vi ho detto?
PINA (tristemente). Niente
Lasciamo andare
Cambiando tono, e con dolcezza ancora un po' triste.
Vi avevo portato un pugno di ciliege, lassù dalla vigna
Non
importa che sputiate amaro con me
Le ho colte per voi. Le volete?
Gli offre le ciliege raccolte nel grembiule.
NANNI Sì, vi ringrazio
se volete darmele
BRUNO A pigliare è sempre pronto lui!
NANNI Piglia anche tu
Malerba
PINA (buttando per aria le ciliege). Tutti quanti!
Pigliate!
NANNI (sorpreso). O bella! perché?
PINA (quasi colle lagrime agli occhi, ma contenendosi). E
voi, perché?
Gli volta le spalle corrucciata.
NELI (raccattando le ciliege, carponi). Peccato! la
grazia di Dio!
MALERBA (sbracciandosi a impor silenzio). Sss! sss!
JANU Che c'è?
Si odono uggiolare i cani per la campagna.
MALERBA (scoppiando in una risata buffa). Niente.
Avete fatto ribellare i cani
JANU Ora piglio un pezzo di bastone per te e per loro!
CARDILLO I cani abbaiano alla luna.
BRUNO I cani e gl'innamorati.
Rivolto a Grazia, in aria galante.
Vediamo, chi ci avete in testa, voi?
GRAZIA (schermendosi con civetteria). Io? Nessuno.
LIA E neppure io.
MALERBA O gnà Pina, perché non parlate voi? L'avete con la
luna, che le contate le vostre pene?
NANNI (canticchiando in tono di scherzo):
"Chi ha la doglia se la tiene.
Chi sospira è fra le pene".
PINA (con una tinta d'amarezza). La luna c'è per tutti
lassù, compare Nanni.
CARDILLO O gnà Mara, parlate voi almeno. Ditelo voi chi ci
avete in testa.
NANNI (ridendo, a Mara). Non ballate! non
parlate!
che diavolo avete dunque?
MARA (senza dar retta). Mamma, devo andare al fiume per
l'acqua?
PINA (bruscamente). Va, va!
NANNI Eh, che male c'è? Avete la roba, grazie a Dio!
e
gli anni pure, per maritarsi
MARA (voltandogli le spalle). Io non voglio maritarmi.
Entra nella capanna.
SCENA V
Tutti, meno Mara.
MALERBA (facendo portavoce delle mani alla bocca, grida
dietro a Mara) Allora badate che ve lo fa vostra madre questo servizio!
PINA (irritata). Voi che c'entrate nei fatti miei?
MALERBA Dico che siete in gamba, meglio di vostra figlia! E non
vi piace la vedovanza
Oh no!
PINA (minacciosa). Se ce l'avete con me, e cercate di
attaccar briga, guardate che ho i denti per mordere!
MALERBA Sì, lo so che ce li avete! Tanto che vi mangiate i
Cristiani!
pelle e ossa!
soltanto a guardarli, Dio ce ne scampi e liberi!
CARDILLO Va, va, che ti lasceresti mangiare volentieri anche tu!
MALERBA E tu? E Nanni Lasca?
Cambiando tono, con sorriso ironico
Prima lui, che ha le mani pulite! Un pezzo che lo sappiamo!
NANNI (ridendo). No, io ho la pelle dura! Non mi lascio
mangiare.
PINA (a Malerba). E quello che vi fa vostra moglie non lo
sapete voi?
MALERBA Senti la lupa, adesso!
JANU Finitela! Finitela, voialtri! Si chiacchiera per ridere,
per passare il tempo.
NANNI (accostandosi a Pina, in tono di scherzo). Che gli
fa? che gli fa, la moglie di Malerba?
PINA (corrucciata). Niente. E neppure io vi ho fatto
niente, a voi che sputate amaro e avete la pelle dura
Ma il cuore l'avete peggio
anche!
NANNI (le volta le spalle canticchiando):
"Cuore duro, cuore tiranno
"
BRUNO (a Grazia con galanteria):
"Mi dice il cuore che tiranno siete,
o mi scordaste, e che più non mi amate
"
GRAZIA (risponde sullo stesso tono, sorridendo, ma come
parlando alle altre donne):
"Non ci credete, no, non ci credete,
ragazze, alle parole inzuccherate
"
CARDILLO Bravo! Ora ciascuno deve dir la sua!
NANNI Comincia tu, Neli.
NELI Io non so niente.
MALERBA Aspettate!
la dico io!
FILOMENA Voi tacete! Ci sono delle ragazze! Le sappiamo le
vostre belle canzoni!
BRUNO (a Lia). Allora comare Lia!
LIA (ritrosa). No, non ne so.
GRAZIA Neppure io.
CARDILLO Gnà Pina, voi.
PINA No, non ho voglia.
GRAZIA Ne sapete tante!
NANNI Vuol farsi pregare, adesso!
PINA (saettandogli una occhiata, e tornando a chinare il
capo). Bene, dirò quella che mi viene in mente.
Dolcemente, quasi parlando fra sé, coi gomiti sui ginocchi e il
capo fra le mani
"Garofano pomposo, dolce amore,
dimmelo tu come ti debbo amare!
Tu di nascosto m'hai rubato il cuore,
ed io qui venni se mel vuoi ridare.
E n'ho toccati tanti cuori duri!
Solo il tuo non si lascia intenerire!
Ora men vado a governo d'amore
Il mio lo lascio a te. Non ti scordare".
BRUNO Bene! Brava! Guarda come l'ha trovata, quel diavolo di
donna!
MALERBA (a Nanni in tono canzonatorio). Ora a te,
garofano pomposo!
NANNI (ridendo goffamente). No
non ne so di così
belle
Sono una bestia.
CARDILLO Se non rispondi adesso, o sei proprio una bestia, o
vuol dire che non ci senti da quell'orecchio.
LIA Ora vuol farsi pregare lui.
NANNI (si risolve infine ad alzarsi mezzo ridendo e mezzo
seccato, collo sguardo errante e vago, accompagnando goffamente ogni verso in
cadenza col gesto dell'indice teso):
"Vedi e taci, se bene aver tu vuoi.
Porta rispetto al luogo dove stai.
Non fare più di quello che tu puoi.
Pensa la cosa, prima che la fai".
MALERBA (a Pina, sghignazzando e forbendosi la bocca col
rovescio della mano). Avete sentito, gnà Pina? Dunque mettetevi il cuore in pace!
PINA (alzandosi infuriata e buttandogli in faccia una
scodella). Te'! senti questa, tu!
MALERBA Ah! Lupa maledetta! Giuoca colle mani anche!
Fa per slanciarsi su lei.
JANU Ehi! Ehilà! Basta!
Un tafferuglio: tutti vociano insieme, gli uomini trattenendo
Malerba da una parte e le donne la gnà Pina dall'altra.
NELI (salvandosi dalla ressa). Finisce sempre così,
come all'opera di Pulcinella!
SCENA VI
Mara, accorrendo dalla capanna, e detti.
MARA (spaventata, quasi piangente). Mamma! Mamma mia! Che fu?
NANNI (a Malerba). Lasciala stare in pace. Sei tu che la
stuzzichi ogni momento.
MALERBA (ancora irritato). E tu che la difendi!
perché ti
fa gli occhi dolci, la lupa!
buon pro ti faccia!
PINA (a Malerba mostrandogli il pugno da lontano). Com'è vero
che mi chiamano la Lupa!
JANU (dando loro sulla voce). Avete mangiato e bevuto, e ora il
vino vi dà alla testa!
Alla gnà Pina:
A voi, scacciamo la tentazione! Andate al fiume per l'acqua piuttosto!
Vi rinfrescherà il sangue.
PINA (va a prendere la brocca, minacciando sempre Malerba).
M'avessero a sbattezzare, vedi!
MARA Mamma! mamma! per carità!
La gnà Pina s'avvia colla brocca al fiume dalla sinistra.
MALERBA Lupaccia maledetta! Se la piglia con questo e con quello
perché non può sfogarsi con Nanni Lasca!
JANU (spingendolo verso il fondo a destra). Tu, pensa alle
bestie! Vedi se hanno mangiato l'orzo, e dà la paglia fresca prima di andare a dormire.
Hai inteso?
MALERBA (brontolando, nell'andarsene). Ho inteso! ho inteso!
Però fareste meglio non pigliando a giornata di queste Marie Maddalene che vengono a
seminare zizzania!
e a cercarsi gl'innamorati! E con questo vi lascio! Benedicite e
buona sera.
Esce.
NELI (avviandosi dietro a lui). Benedicite, benedicite.
NANNI (a Mara che è rimasta in disparte, asciugandosi gli occhi
col grembiule). Non gli badate, gnà Mara; sapete che è una bestia Malerba.
MARA (accorata). Perché devono pigliarsela sempre con lei? Non
hanno altro che fare?
NANNI Vi dico che è una bestia. Lasciatelo cantare dunque.
MARA (c.s. e quasi in tono di rimprovero). Vorrei vedervi voi,
se parlassero così di vostra madre!
NANNI Ve la pigliate con me adesso?
MARA No! me la piglio colla mia disgrazia
NANNI Bene, ma io non c'entro
e voi non c'entrate nemmeno.
Sapete come si dice: dalla spina, nasce la rosa
MARA (accennando col capo, amaramente). Anche voi, adesso!
Sì!
quello che state dicendo!
NANNI Che dico di male?
MARA Niente!
Lasciatemi stare anche voi!
Gli volta le spalle ed entra nella capanna.
NANNI (stringendosi nelle spalle). Bene. Non me ne importa.
FILOMENA (a Grazia e Lia). Andiamo, andiamo ch'è tardi, e il
sole si alza presto, domani.
BRUNO (fingendo di voler andare colle donne). Pronto! Eccomi
qua!
LIA (scappa ridendo). Gesummaria!
GRAZIA (respingendolo). Voi dalla vostra parte, tentazione!
FILOMENA (brandendo una forca). Vedete? C'è questa per voi.
Entra nella capanna con Grazia e Lia.
JANU (spingendo Bruno e Cardillo verso il fondo a destra). A
cuccia! via, andiamo!
Bruno e Cardillo escono.
Chi è a guardare le pecore adesso?
NUNZIO (raccogliendo la sua roba). Io, vossignoria.
JANU E perché sei ancora qui, paneperso? Ti
piacciono le chiacchiere? Bada che se le pecore vengono a farmi del danno nell'aia ti
rompo le ossa.
NUNZIO Come ho da fare a guardarle anche di notte? Non me lo
dicono prima se vogliono venire nell'aia.
JANU Paneperso! Scansafatica!
NUNZIO Scansafatica!
dite bene vossignoria!
JANU Va, va, che se no ti arriva qualche pedata.
NANNI Va, che qui ci abbado io. Dormo qui al fresco.
Nunzio si allontana dal fondo a sinistra.
JANU Bene, santanotte. Occhi alla roba dunque.
Esce dalla destra.
NANNI (disponendo la sua roba per dormire). Benedicite,
benedicite.
Si ode la voce di Nunzio che si allontana cantando:
"Muta è la viaaaa.
È mezzanotte, e ora vo a trovarlaaaa
"
NANNI (facendo eco alla canzone, mentre accomoda la paglia sotto
una bisaccia per sdraiarvisi sopra):
"La figlia bella dell'anima miaaa
"
Sedendo sul giaciglio e stirando le braccia.
Ah!
E domani daccapo!
Si ode in fondo, tra i seminati, un fruscio di foglie secche.
Ehi!
Chi è la?
Bestie feroci, o spiriti maligni?
SCENA VII
La gnà Pina, dalla sinistra in fondo, recando sul capo la brocca
d'acqua, e Nanni.
NANNI O gnà Pina, siete voi? Che paura mi avete fatto!
PINA (accigliata, nell'andare a deporre la brocca accanto
all'uscio della capanna). Scherzate sempre, Voi! Vi piace burlarvi del prossimo!
NANNI Siete ancora in collera? Non ve lo siete rinfrescato il
sangue, laggiù al fiume?
PINA (come risolvendosi, dopo un istante d'esitazione,
andando diritto a lui, risoluta, ma colle braccia cadenti in atto triste e desolato).
Perché ce l'avete con me, compare Nanni? Che vi ho fatto?
NANNI Io? Perché?
Che vi ho detto?
PINA (siede accasciata su di un covone lì presso, quasi
parlando fra sé e lamentandosi). Se ho fatto del male, l'ho fatto a me stessa
Ma a voi non ho fatto nulla. E neanche a quella bestia di Malerba
Allora perché
m'ingiuria e mi carica d'improperi?
In presenza vostra, anche!
NANNI Malerba scherza sempre. Non ci pensate più. Buona notte.
PINA Buonanotte a voi, che potete dormire!
NANNI (sempre in tono quasi canzonatorio). E voi, no?
PINA Io no, compare Nanni. Lo sapete bene!
NANNI Fatevi cantare la ninna nanna da qualchedun altro allora,
e lasciatemi dormire, che ho sonno.
PINA Benedetto il vostro santo patrono, che vi ha fatto di
quella pasta!
NANNI (ridendo). O come son fatto?
PINA Finta che avete occhi e non vedete, finta!
NANNI No, al buio non ci vedo, gnà Pina.
PINA S'è buio tanto meglio!
che le parole non si perdono
al buio!
ma vanno dritte, come escono dal cuore. Le vostre tagliano peggio d'un
coltello, compare Nanni!
NANNI Non le capisco le parabole, gnà Pina.
PINA (in tono d'amarezza). Ah! che testa avete voi! E il
anche il cuore!
duro come un sasso!
NANNI Non le capisco! non le capisco!
PINA Non le capite!. E vi lasciate morire la gente
dinanzi!
E voi voltate la testa dall'altra parte!
NANNI Ohi! ohi! Si parla già di morti e di feriti?
PINA (dopo un breve silenzio, coi gomiti sui ginocchi e il
mento fra le mani; quasi soffocata dalla passione dolorosa):
"Garofano pomposo, dolce amore,
dimmelo tu, come ti debbo amare!
"
NANNI Che non ne sapete altra canzone, gnà Pina?
PINA (asciugandosi gli occhi febbrilmente). Mi torna in
bocca sempre quella
perché ne ho il cuore pieno!
Finta che non lo sapete,
voi! Finta che non mi vedete cuocere a fuoco lento! Mi chiamano la lupa
ma il lupo
siete voi che vi lasciate morire la gente dinanzi
NANNI O che volete infine, gnà Pina?
PINA (chinandosi su di lui; viso contro viso, con un suono
rauco e inarticolato di belva). Voglio te!
NANNI (scoppiando in riso). Voi!
Perché non mi
date vostra figlia invece?
Datemi vostra figlia ch'è carne fresca invece
PINA Ah, compare Nanni!
Come vorrei vedervi piangere coi
miei occhi!
NANNI Scusate!
Dico per ischerzo
Sapete la canzone?
"Se vuoi dar retta al maestro di scuola,
lascia la madre e piglia la figliuola".
PINA Come potete scherzare adesso? Perché vi divertite a
calpestarmi coi piedi sulla faccia? Sono la lupa è vero
Sono una cosa vile
Vedete come divento soltanto a parlarvi?
un pezzo di cosa vile! Mi butterete via
come un cencio poi
quando non mi vorrete più.
NANNI No! no!
"Pensa la cosa prima che la fai!"
PINA (amaramente). Quanto siete giudizioso! Pensate le
cose prima, voi!
NANNI Devo pensare ai fatti miei
Sono un povero diavolo
che campa a giornata
Non posso mettermi in questo imbroglio
e avere poi
chissà che fastidi.
PINA (umilmente). Che fastidi potreste avere con
me?
Sapete quella che sono!
NANNI Sì, perché lo so! Non me ne sbarazzo più, se mi metto
in quest'imbroglio. E io devo pensare a mantenermi capite? Non ho nulla
Solo il buon
nome e la buona salute. Devo pensare a trovarmi un po' di dote, capite? Ditelo voi
stessa
Gliela dareste vostra figlia a un cristiano che si fosse messo in
quest'imbroglio?
con una come voi? Non vi offendete, ora
PINA (amaramente). No, non mi offendo. Da voi non mi
offende nulla, compare Nanni.
NANNI Dunque lasciamo stare le chiacchiere che è tardi. E buona
notte davvero, adesso.
Torna a distendersi sulla paglia, voltandosi dall'altra parte.
PINA (quasi lamentandosi tra sé dopo essere rimasta
alcuni istanti in silenzio, col capo tra le mani). Anche questa mi fate?
Mettete
il coltello in mano alla mia figlia stessa, anche?
NANNI (infastidito). Io non vi faccio niente. Lasciatemi
dormire, caspita!
PINA (con voce sorda, come fuori di sé, balbettando).
Bene
volete sposare mia figlia, dunque?
NANNI (sorpreso, voltandosi a metà). Diavolo!
diavolo
Dite sul serio stasera?
PINA (come sopra). Sì, dico sul serio.
NANNI (ancora incredulo, ma levando il capo e
sgranando gli occhi). E voi davvero me la date in moglie?
PINA (soffocata, chinando prima il capo due o tre volte senza
poter parlare). Sì
Posso negarvi niente a voi?
Sposerete mia figlia,
giacché così volete
Ed io me ne andrò
lontano
per non vedervi più.
NANNI (dopo averla fissata un momento, dubbioso, torna a
voltarsi dall'altra parte, quasi temesse d'esser preso a gabbo). Va bene, se ne può
parlare più tardi, quand'è così.
PINA (come sopra). E anche adesso, giacché così
volete
È meglio parlarne adesso.
NANNI (vivamente, rizzandosi a sedere). Dite proprio sul
serio, gnà Pina?
PINA (amara). Vi pare che abbia voglia di scherzare in
questo momento?
NANNI (gongolante, alzandosi del tutto). Be', be'!
quand'è così vi piglio in parola! E maledetto chi si pente, gnà Pina!
PINA (accasciata). Maledetto chi si pente.
NANNI E domenica si va dal notaio, per fare le cose
spiccie
Però, badate che non ho niente.
PINA Che volete che vi dica?
NANNI Il buon nome e la buona salute
Questo sì! Ma
infine, la roba la date a vostra figlia.
PINA Tutto quello che volete
Ormai non m'importa di
nulla!
Lo troverò un cantuccio, dove cadere e morire, lontano dagli occhi
vostri!
NANNI No, sarete sempre la padrona in casa vostra.
PINA Non me ne importa, ormai! È finita
per sempre è
finita!
NANNI Resta a vedere cosa dice vostra figlia, adesso. Bisogna
che dica la sua anche lei.
PINA (colle lagrime agli occhi). Oh! mia figlia è sangue
mio! Vorrà anche lei, non dubitate! Ora ve la chiamo io stessa. (chiamando verso la
capanna) Mara!
NANNI Subito? Volete far le cose a precipizio?
PINA Meglio cavarselo subito il dente che duole! Voi non
cambiate certo
NANNI No, io non cambio. Ma c'è tempo
Domani
PINA Meglio cavarselo subito il dente che duole. Già non
dormiamo più né voi né io con questa spina in mente!
NANNI Bene, bene
fate come volete.
PINA (respingendolo, quasi duramente). Ma andatevene,
ora, andatevene! Lasciatemi sola con mia figlia, ora. Voi non c'entrate tra madre e
figlia.
Chiamando.
Mara!
Mara! Eccola che viene! Vedete che viene subito?
Andatevene!
Nanni esce dalla sinistra.
SCENA VIII
Mara, e la gnà Pina.
MARA (dalla capanna, ancora assonnata, ravviandosi i
panni addosso). Mamma, che volete?
PINA (facendosi forza, per raffermare la voce tremante).
Ho
che compare Nanni
si è già spiegato infine
Dice che vuol
sposarti
MARA (sorpresa, recandosi le mani al petto, quasi colpita al
cuore). Me?
PINA Te! Non mi far la stupida! Io ho detto di sì
e ora
devi dire se sei contenta anche tu
MARA Io, mamma?
PINA (masticando amaro). Sei tu la sposa
Sei tu che
devi parlare adesso
MARA (sempre più sbigottita). Che volete che dica?
Così all'improvviso!
Se non lo conosco nemmeno quel cristiano!
PINA Ah! non lo conosci? Da un mese che è qui a lavorare nello
stesso podere!
MARA (smarrita, balbettando). Non ci ho mai pensato con
quest'idea
vi giuro!
vi giuro, mamma!
PINA Bene
ora si è spiegato chiaro
È là, che
aspetta la risposta.
MARA (vivamente). No! diteglielo voi!
PINA (dura). No? Perché?
MARA Perché non mi marito!
Non voglio maritarmi
PINA (sarcastica). Cosa vuoi fare?
la monaca santa?
MARA (come sopra). Non voglio maritarmi!
Non lo
voglio quel cristiano!
PINA (torva, quasi minacciosa). Non lo vuoi? Perché non
lo vuoi?
MARA (tutta tremante, fuori di sé dallo sbigottimento).
Perché non può essere
(fissandola con gli occhi in cui balena il sospetto
atroce). Sapete bene che non può essere!
PINA (bieca, andandole quasi con le mani addosso). Che
vuoi dire? Parla chiaro!
MARA (scoppia a piangere). Mamma! Perché mi tormentate
adesso?
che vi ho fatto?
PINA Ti fai anche pregare!
Vuoi che ti preghi io stessa?
Sarebbe bella anche questa!
MARA Lasciatemi andare, per carità! Diteglielo voi stessa, che
non può essere questo matrimonio
PINA Io ho detto di sì. Dirai di sì anche tu, perché così
voglio!
MARA Voi, mamma!
PINA Io sono tua madre! Devo dartelo io il marito.
MARA Voi, mamma!
PINA (incalzandola, fiera e risoluta). Io!
Te lo do
io! Lo piglierai perché te lo do io!
MARA (supplichevole, a mani giunte). No, mamma! non lo
fate!
PINA Dovessi trascinarti all'altare pei capelli
MARA Non fate questo, mamma!
non fate questo! Il Signore
ci castiga!
PINA (afferrandola per le treccie e guardandola torva, viso
contro viso). Che dici? Parla! parla chiaro!
MARA (strillando). Mamma! Mamma mia!
SCENA IX
Nanni e dette.
NANNI No, gnà Pina!
colle buone!
PINA (a Mara, ancora stravolta). Vattene ora, vattene!
A Nanni bruscamente:
Voi non c'entrate tra madre e figlia!
A Mara c.s.:
Vattene Non mi fare dannare l'anima del tutto.
Mara piangendo rientra nella capanna.
NANNI Che è stato?
Perché?
Dice di no?
PINA (ricomponendosi a poco a poco, ma ancora tutta tremante,
con un sorriso amaro). No
non temete per voi
Sono io che devo portare il
carico adesso
son io!
NANNI Ma che avete? Parlate!
Siete tutta sottosopra
PINA Ah, vi par nulla quello che ho fatto?
NANNI Scusate
perdonate
Ma non c'è bisogno di
guastarvi il sangue per questo. S'è cosa che si può fare, bene; se no, pazienza, e vi
ringrazio lo stesso del vostro buon cuore.
PINA Lasciatemi
lasciatemi stare adesso!
Scoppia in lagrime, col volto fra le mani.
NANNI E piangete anche!
Ma ch'è successo? parlate.
PINA Niente: lasciatemi sfogare il cuore. Sapeste che c'è qui
dentro!
NANNI (imbarazzato). Sentite!
mi dispiace
proprio
s'è per causa mia
o per qualche parola che ho detto
proprio per ischerzo
(confondendosi sempre più, con calore). Ma finitela
ora, caspita!
PINA Adesso fate come il coccodrillo, voi!
NANNI No, com'è vero Dio!
Finitela, com'è vero Dio!
PINA (scuotendo il capo desolata). Non posso!
non
posso più! Ho fatto tutto quello che volete voi, ma ora non posso più!
Ah, quello
che mi avete fatto fare, compare Nanni!
NANNI Non lo sapevo! Non voglio farvi fare le cose per forza,
no!
PINA (fissandolo cogli occhi ardenti e lagrimosi). Lo
vedete almeno se vi ho voluto bene?
NANNI Sarei un ingrato se non lo vedessi. Mi date la figlia, mi
date la roba! Che potete fare di più?
PINA (col capo fra le mani). Niente! niente!
NANNI Avete un cuore grande come il mare!
Il vostro che
non è vostro!
Vi spogliate anche della roba per darla a vostra figlia!
PINA (scuotendo la testa, col grembiule agli occhi).
Questo è nulla!
questo è nulla!
NANNI Sarà niente, ma è anche un bel tratto! Spogliarvi viva
del fatto vostro!
mentre siete ancora in gamba!
meglio di vostra figlia!
Lo ha detto lo stesso Malerba
In tono di scherzo, onde rabbonirla.
Fortuna che ci mettiamo il parentato fra di noi!
Eh!
eh!
Sempre più imbarazzato.
Via, finitela!
Se non so che dirvi più
Vedete che non
so dire due parole? Mi fate fare qualche sciocchezza!
Ridendo goffamente.
Mando all'aria San Giovanni e il parentato!
PINA Ah!
scherzate anche coi santi, voi!
NANNI (mentre il riso gli muore sulle labbra, sempre più
commosso e turbato di mano in mano lui pure). No, no dico sul serio
Siete un
diavolo in carne ed ossa!
Ora finitela e asciugatevi gli occhi
Fatelo per amor
mio!
PINA Lo sapete quello che mi avete fatto fare?
che mi
avete messo il coltello in mano voi stesso
e poi mi avete detto
Te',
ora!
strappati il cuore tu stessa!
NANNI (smarrendosi del tutto). Basta ora, basta
Non
posso vedervi piangere così!
Mi fate perdere la tramontana anche a me!
Basta
ora!
fatelo per amor mio!
L'abbraccia.
PINA (svincolandosi di scatto, tutta tremante e
sconvolta). No!
Lasciatemi!
Fate come il coccodrillo adesso!
Rimangono a guardarsi negli occhi, pallidi entrambi.
NANNI (smarrito, balbettando). Perché?
Perché
gnà Pina?
PINA (con voce sorda e rotta, quasi incalzandolo irata).
Fai come il coccodrillo!
infame!
scellerato!
per farmi impazzire del
tutto!
NANNI (indietreggiando, come per fuggirla). No!
gnà Pina!
Che volete?
PINA (con voce sorda, afferrandolo pel braccio, fiera e
risoluta). Taci!
Ci sentono qui
NANNI (tentando di svincolarsi). No, gnà Pina!
Cava dal petto l'abitino della Madonna con mano tremante.
Vi faccio lo scongiuro, guardate!
PINA Lascia stare quell'abitino che non giova! Te l'ho fatto io
tante volte lo scongiuro
e non è giovato!
NANNI No!
no, gnà Pina!
Andiamo diritto all'inferno
adesso!
Si ode stridere in alto la civetta.
Sentite, la civetta!
Imprecando col pugno rivolto al cielo.
Su te il malaugurio, bestiaccia!
PINA Su me! Sono io la maledetta! Non me ne importa ormai!
L'inferno l'ho avuto qui! L'ho pagato prima il male che fo!
NANNI (vinto, colle gambe molli, la faccia stravolta, senza
aver più la forza di resisterle). Ah, maledetto Giuda!
PINA (tirandoselo dietro per il braccio, a capo chino, torva
come una vera lupa). Taci!
Non bestemmiare adesso!
Scompaiono dalla sinistra, in fondo. Silenzio; odesi lontano il
mormorio del fiume, il fruscio delle spighe, il trillare dei grilli, e di tanto in tanto,
l'uggiolare dei cani, lugubre, nell'ora tragica.
A un tratto passa di nuovo stridendo la civetta
Tela.
ATTO SECONDO
Cortile rustico. A destra l'uscio e la finestra della casa, sotto un
pergolato. A sinistra il pozzo e la legnaia. Sedile di pietra fra l'uscio e la finestra.
Nel muro in fondo, coronato d'erbacce e vetri rotti, la porta che si apre sulla via. Al di
là veduta del villaggio, in proscenio, sino al Monte dei Cappuccini, di cui si vede a
sinistra un angolo del convento, e la gran croce di pietra dinanzi alla chiesa. Le
finestre e i terrazzini delle case dirimpetto sono ornati a festa, con lampioncini di
carta e coltroni colorati.
SCENA I
Mara, poi Nanni.
Mara è occupata ad ornare la casetta con ramoscelli di mortella e
lampioncini di carta colorata. Entra Nanni dalla porta in fondo, e va ad abbracciarla,
commosso.
MARA (sorpresa e tutta contenta). Ah! ah!
Che buono!
In atto di gentil ritrosia.
Cosa fate adesso?
Possono vedere i vicini!
NANNI Portami qua mio figlio; voglio baciare anche lui.
MARA Siete stato a confessarvi?.
NANNI Sì, lo vedi.
MARA (sorridendo). È questa la penitenza che vi ha dato il
confessore?
NANNI No, non è la penitenza
sono contento
Chiama
il bambino.
MARA Sentiamo, che gli avete detto al confessore?
NANNI Ah!
allora mi confesso con te adesso
MARA (come sopra). Non me lo potete dire, sentiamo?
NANNI (tornando ad abbracciarla). Basta, ti voglio bene, e te lo
meriti.
MARA (cogli occhi luccicanti di riconoscenza). Proprio proprio,
me ne volete?
NANNI Sciocca, adesso! sciocca! Fa bisogno?
MARA (quasi piangendo dalla contentezza). Sì, vi credo, ora! vi
credo! Avete la faccia che vi credo!
Chinandosi a baciargli la mano.
Benedetto!
le buone feste che mi date!
benedetto!
NANNI (commosso anche lui). Basta, sciocca!
povera
sciocca!
Basta ora!
MARA (col cuore riboccante). Voglio dirvelo! Mi avete dato tante
pene! Tanto mi avete fatto penare, senza saperlo voi stesso!
NANNI (imbarazzato). Io?
MARA (mettendogli una mano sulla bocca). Sì, non mi dite altro.
Non mi fate parlare
Guardandolo amorosamente viso contro viso e scuotendo il capo.
Ma ora no, è vero? Ora volete bene a me sola?
NANNI Vedi!
MARA No, non andate in collera.
Sorridendogli amorevolmente.
Vedete che mi confesso io stessa con voi?
Prima ero io che non vi
volevo
Sapete
m'ero messa una cosa in testa
una brutta cosa!
Con impeto di tenerezza e le lagrime agli occhi.
Ma ora no! Ora siete il padre dei miei figli
Siete il
padrone!
tutto!
No, basta, non ne parliamo più. Ora il Signore mi ha fatto la
grazia!
NANNI (tra commosso e imbarazzato). Bene, bene
MARA (tornando a baciargli le mani, una dopo l'altra). Ora vi
ringrazio!
Giungendo le mani con fervore e levando il viso al cielo.
Signore vi ringrazio!
Piange di consolazione nel grembiule.
NANNI Bene. Questa è ora la conclusione, invece di essere
contenta, come dici?
MARA (con calore, asciugandosi gli occhi). No, sono contenta!
Voglio accenderle di tutto cuore le lampade a Maria Addolorata! Tutte le lagrime che ho
pianto di nascosto voglio metterle in quelle lampade!
Torna a disporre i lampioncini alla finestra.
NANNI (aiutandola, commosso anche lui, e collo stesso fervore
religioso). Dio sia lodato!
Ce lo renderà bene alla raccolta! I seminati sono un
paradiso!
Chiama il bambino che così si diverte anche esso, ti dico.
MARA (tutta vibrante di emozione, mentre seguita a ornare di
fiori la finestra). Aspettate
Un momento
Termino qui prima
L'ho lasciato
apposta dalla vicina
Stanno vestendolo per la processione
tutto di
bianco!
Andrà cogli angioletti nella processione
con un canestro di
fiori!
Ora ve lo faccio vedere. Anima pura! È lui che mi ha ottenuta la
grazia!
Ora ve lo chiamo.
Chiamando dalla porta in fondo.
Agrippino!
SCENA II
Lia, poi Grazia, Neli e detti.
LIA (entrando dalla porta in fondo). Viene,
viene!
lo vestono adesso
Guardando attorno.
Oh! com'è bello qui! Sembra un giardino!
Chiamando fuori dell'uscio.
Venite qua, a vedere quello che ha fatto compare Nanni!
GRAZIA (dopo avere ammirato anche lei). Bello! bello!
Anche la casa del sindaco, avete visto?
e la piazza lassù, tutta di verde! sono
venuti tanti forestieri a vedere!
NANNI La gente è contenta. Avremo una buona annata, se Dio
vuole.
Si odono nella via le ragazze che passano cantando le litanie.
LIA (che è andata a vedere). Le figlie di Maria.
Vanno alla processione.
GRAZIA (sull'uscio lei pure). Anche la Carolina! Oh,
guarda che sfacciata!
MARA Se è pentita!
Vuol dire che la Madonna le ha aperto
gli occhi!
NANNI Vuol dire che è pentita. Tanto meglio.
NELI (entrando dalla strada). Mi manda compare Janu. Vi
manda a dire
Rimane a bocca aperta, ammirando.
Oh! oh!
Che fate qui?
Oh!
NANNI Quello che possiamo
di tutto cuore!
NELI Compare Janu vi manda a dire
Sentite, lo stendardo
della Confraternita dovete portarlo voi, dice.
MARA Ah! ah! Vedete!
NANNI (tra la confusione e la gioia). Io? Se lo dice lui
che è il capo
sono qua!
Lo porto anche in palma di mano lo stendardo!
GRAZIA Ecco che si gonfia e fa il bell'uomo, ora!
NANNI No
pel piacere
per l'onore
MARA (giubilante, rivolta alle amiche, in tono di scherzo).
È roba mia, veh! È mio marito!
NELI Dice per dare il buon esempio. Gliel'ha ordinato il vostro
confessore.
NANNI Son qua, son qua! Per dare il buon esempio io son qua!
mani e piedi, tutto quanto!
MARA Voglio confessarmi anch'io con quel sant'uomo!
domani
stesso.
NANNI (commosso lui pure e sorridendo). Tu?
A te
l'assoluzione posso dartela io!
LIA Bene
sentite
se ne spendono dei denari oggi! Se
ne fanno dei peccati tutto l'anno! Ma viene una giornata come questa poi!
NELI Ne avete spesi dei denari qui!
Tutti quei lumi! Ce ne
vuole dell'olio!
MARA Me lo caverei dagli occhi, guardate! Il Signore mi ha
concesso tante grazie! Gli avevo fatto il voto, quando Nanni era stato in punto di morte,
vi rammentate! La casa era tutta nera! Ne ho viste delle pene! Tante ne ho viste!
NANNI Basta, quello che si promette ai santi, bisogna farlo.
Bisogna farlo!
MARA Ora è finita, Dio sia lodato. L'ha fatto per quel povero
innocente! Qualche avemaria detta bene!
NANNI Voglio vederlo, vestito da angioletto
MARA Sì, venite, prima che incominci la processione.
Esce frettolosa e giuliva, insieme a Grazia e Lia.
NELI Dunque gli dico di sì?
NANNI Sì, sì
Quante volte?
NELI Bene.
S'avvia per uscire.
NANNI E sentite
ditegli pure, a compare Janu
la
corona di spine in capo, la voglio di spine vere! che pungano! Non si deve far da burla
dinanzi al Cristo morto!
NELI Se vi piace così, meglio.
NANNI Mi piace quel ch'è giusto. Siamo penitenti, sì o no?
NELI Va bene, glielo dico.
Mentre fa per uscire s'imbatte nella Pina.
La gnà Pina! Oh! vostra suocera!
NANNI (sorpreso e contrariato). Ah!
Oh!
SCENA III
Pina e detti.
PINA (entra timida e sorridendo umilmente, come a farsi
perdonare la sua venuta). Vi saluto
Buone feste
Sono venuta a portarvi le
buone feste
Tanto tempo che non vi vedo
NELI Glielo dico sempre per la corona di spine?
NANNI (irritato). Quante volte? quante volte?
NELI Dico se ci andrete sempre collo stendardo, ora che avete
gente in casa?
NANNI Sì! e tre volte!
NELI Bene, bene.
Esce stringendosi nelle spalle.
PINA (che è rimasta in un canto, imbarazzata). Sono
stata malata anche
Tanto ch'è piovuto!
Ho preso le febbri
Ma del resto
tutto va bene laggiù, grazie a Dio
I seminati sono già alti.
NANNI E la vigna?
PINA (facendosi animo, quasi incoraggiata da una buona
parola). Bene! bene! Anzi comincia a mettere i tralci
Dei bei tralci lunghi
così!
Bene, ho detto, giacché non ci pensano loro al podere, andiamo a portargli
la buona notizia.
Smarrendosi di nuovo al vedere l'aria inquieta di Nanni.
E volevo dirvi pure che bisogna venire ad aiutare
Io non
basto più da sola a strappar la gramigna
Vedete che mani?
NANNI (di cattivo umore). Bastava mandarlo a dire.
PINA (mortificata). Vi dispiace che sia venuta?
NANNI Non mi dispiace. È che adesso non c'è nessuno a guardare
la casa, laggiù.
PINA Ho lasciato detto al vicino Raja di tenerla d'occhio la
casa, e il podere anche
Poi non c'è bisogno neppure. Sono tutti al paese, a godere
la festa.
Guardando intorno.
Ecco, vi preparate anche voi.
NANNI Basta, giacché siete venuta, ora
PINA (timidamente). Se vi dispiace, me ne torno indietro
come sono venuta
NANNI (brontolando). Se mi dispiace
se mi
dispiace
PINA (quasi cercando le parole). Volevo vedervi
vedere come state
Già voialtri non mi avreste cercata
Accorata.
Potevo morire, senza che nessuno lo sapesse!
NANNI Basta
giacché siete qui, a vostra figlia diremo che
siete venuta pel medico.
PINA (amaramente). Mia figlia? Che gliene importa di me a
mia figlia?
NANNI No, gliene importa; tacete.
PINA (siede sotto il pergolato, come avesse le gambe rotte, e
si volta dall'altra parte per asciugarsi gli occhi di nascosto). Sono come un
cane
un cane senza padrone
NANNI Ora finitela, almeno!
Non vi fate trovare cosi! Se
vi fate trovare con quella faccia sarebbe stato meglio non venire.
PINA (levando verso di lui gli occhi lagrimosi). Perché?
Che vi fo?
NANNI (senza osar di guardarla, dandosi da fare intorno per
nascondere il suo imbarazzo). Niente
PINA Niente vi fo
Non voglio niente.
NANNI (agitatissimo, dopo averla fissata un istante in
silenzio, andandole incontro risolutamente, con voce bassa e concitata). No!
sentite!
Oggi sono stato a confessarmi
Mi son messo in grazia di Dio
PINA (chinando il capo e aprendo le braccia in aria umile e
sottomessa). Bene, meglio per voi
Allora di che temete?
NANNI Temo per vostra figlia
se vi trova qui!
PINA Che male c'è se mi trova qui? Posso venire in paese,
almeno le feste principali.
NANNI Che male c'è!
Che male c'è!
Voi lo
sapete
e anche essa lo sa!
Pina gli volta le spalle, senza dir nulla, e va a prendere la
mantellina che ha lasciato sul sedile. Si ode di fuori un brusio di folla.
NANNI (fermandola bruscamente). No
restate
Giacché vi hanno vista i vicini sarebbe peggio
Corre alla porta e la spalanca, chiamando fra la gente che passa.
Oh! Cardillo! vieni a vedere
Che te ne pare?
CARDILLO Che me ne pare?
Rimane sorpreso al vedere la Pina.
Oh! la gnà Pina!
Scusate, scusate
Fa per andarsene.
NANNI Bestia! se t'ho chiamato io stesso!
CARDILLO (sospettoso, guardando or lui e ora la Pina).
Bestia! meglio! Voglio esser bestia oggi piuttosto! Una giornata come questa!
VOCI FESTANTI
DI FUORI. Gli angioletti! - Ecco gli angioletti! - Viva Maria
Addolorata!
CARDILLO (scandalizzato). Chiudete la porta almeno!
Mentre sta per uscire s'imbatte in Grazia, la quale entra premurosa.
GRAZIA Compare Nanni! Non venite?
Sorpresa anche lei e cambiando tono al vedere la Pina.
Oh!
Voi!
Freddamente.
Vi saluto, gnà Pina.
PINA (timida e umiliata). Vi saluto.
GRAZIA (a Nanni, con imbarazzo). Vi mandava a chiamare
vostra moglie
Ma ora le dico di aspettare un momento.
Per uscire.
NANNI No, sentite
GRAZIA Scusate, devo andarmene.
Esce in fretta.
CARDILLO Sapete colui ch'era pieno di peccati? Gliene aveva
fatti tanti a Gesù Cristo! Ma quello che trovò scritto sul libro, quando dovette fare i
conti col Padre Eterno
Basta! è meglio non parlarne!
Oggi ch'è il Venerdì
Santo, per giunta!
"Ti mancava anche questo scandalo per ribadire i chiodi al
mio Figliuolo?" gli disse il Padre Eterno
E con questo vi lascio e vi saluto!
Esce chiudendo la porta in furia dietro di sé
Nanni e Pina.
NANNI (concitato). Vedete?
Tutti quanti!
Pina rimane immobile, senza saper che dire.
NANNI E non rispondete neppure?
PINA (colle lagrime agli occhi). Cosa volete che dica?
NANNI (eccitatissimo, parlandole quasi coi pugni sul viso,
sottovoce). Volete che ve la dica io? Quando sono stato malato
in punto di
morte
non volevano neppure portarmi il viatico!
Prorompendo.
Ho visto la morte cogli occhi, vi dico!
PINA (arretrandosi, tutta tremante). Che devo fare?
parlate.
NANNI (andando su e giù per la scena, agitato). Perché
siete venuta oggi? perché?
PINA (colle lagrime agli occhi). Perché? che vi fo?
NANNI Mi fate
mi fate
che mi fate perdere la
confessione!
PINA (irrigidita dall'angoscia, balbettando fra le lagrime
che la soffocano). Sentite! E quello che mi fate a me, voi?
quello che mi avete
fatto?
Io non ve lo dico!
Mi vedete che parlo e rido
ma quello che ho in
cuore non lo vedete!
NANNI Lo vedo, sì!
Questo è il peggio, che lo vedo! E
anche vostra figlia! Vedete come è ridotta
pelle e ossa! Non parla, non dice
nulla
ma dentro si rode e si consuma. Ogni notte la sento che piange e si
dispera!
in causa vostra! Vorrei piuttosto che mi piantasse un coltello qui, quando
mi guarda con quegli occhi, senza dir nulla!
PINA (col viso torvo, evitando di guardarlo). E a me che
mi pianta quegli occhi in faccia, appena arrivo!
e dà la poppa alla tua
creatura!
dinanzi a me!
Con voce sorda.
Vi ho fatto il letto colle mie mani, la prima notte!
SCENA IV
Mara e detti.
MARA (entrando di furia, sconvolta). Ah!
era
vero!
Siete qui, voi?
PINA Sì
sono venuta a vedervi
per vedere come
state
MARA (chinandosi a baciarle la mano, ma col pianto agli
occhi). Lo vedete come stiamo
bene.
A Nanni, rivolgendogli un'occhiata scintillante tra le lagrime.
Per questo non siete venuto a vedere vostro figlio
prima che
andasse alla processione?
PINA La colpa è mia
perché sono venuta, è vero?
NANNI No, no
avete fatto bene.
MARA Avete fatto bene, siete la padrona.
Breve pausa. Silenzio imbarazzato di tutti tre.
PINA C'è anche la vigna da zappare; son venuta a dirvelo.
NANNI Bene, andremo lunedì.
MARA Ah! siete venuta a prenderlo?
PINA Non posso far tutto io da sola. C'è l'erba alta così. Se
piove l'erbacce si mangiano ogni cosa.
MARA (con uno scoppio di amarezza). Ormai, in questa casa
ci piove e ci grandina, madre mia!
PINA È per me questo discorso?
NANNI No, no! che dite
PINA Io faccio tutto quello che posso. Ho sudato sangue sulla
vostra terra
all'acqua e al vento
Il pane che vi mangio, non ve lo rubo, no!
Mara senza rispondere si mette a piangere col grembiule agli occhi.
NANNI (irritato). Ecco, ora! ecco!
MARA Lasciatemi piangere. Non vi dico nulla!
PINA (amaramente). Non c'è bisogno di parlare alle
volte.
NANNI (a Mara). Puoi venire anche tu alla vigna,
per dare una mano.
MARA Che verrei a fare? Non vi servo a nulla!
Non posso
aiutarvi.
Accennando amaramente alla sua gravidanza.
nello stato in cui sono!
col castigo di Dio addosso!
PINA Ah, il castigo di Dio?
MARA (prorompendo). Perché ve la pigliate con me?
Pigliatevela col Signore piuttosto! Pigliatevela con voi stessa che avete voluto
maritarmi!
PINA E questa è la ricompensa! La bella accoglienza che mi fai!
MARA (eccitata, cogli occhi accesi e lagrimosi). Cosa
devo fare? Volete che canti e rida, mentre c'è il Cristo morto per le strade?
NANNI Basta! leviamo l'occasione.
Prendendo la Pina per un braccio.
Venite a vedere vostro nipote, piuttosto.
MARA (non frenandosi più). Lasciatelo stare mio figlio
almeno
povero innocente!
PINA Hai paura che te lo mangi tuo figlio?
MARA Perché dovreste mangiarmelo? Non è anch'esso sangue
vostro? Forse che i cristiani si mangiano tra di loro adesso?
NANNI (minaccioso a Mara). La finisci?
com'è vero
Dio!
MARA (chinando il capo, accorata). Battetemi! Se mi
volete battere, battetemi!
Se vi pare che me lo merito
son qua!
PINA Alle volte, sai, le parole fanno peggio ancora!
Le
parole di una santa come te!
che fanno peggio di un coltello!
NANNI (che sta per prorompere fa il segno della croce).
Brutto diavolo, va via!
tentazione!
MARA L'avete con me? Volete che vi lasci e me ne vada?
NANNI Escirò io!
Io me ne vo!
al diavolo!
poiché c'è l'inferno in casa, quando siete insieme madre e figlia!
Esce infuriato.
SCENA V
Mara e Pina.
Madre e figlia si guardano alcuni istanti in silenzio, pallide e
corrucciate.
PINA Sei contenta ora, sei contenta?
Mara seguita a fissarla senza rispondere, col rancore negli occhi.
PINA Quasi fossi venuta a chiedervi l'elemosina oggi!
a te e a tuo marito!
Mara china il capo, sempre tacendo, accigliata.
PINA Dopo che mi hai preso tutto!
Quello sì, l'hai
preso!
la roba e tutto!
MARA (voltando le spalle bruscamente, col viso tra le mani).
Mamma, lasciatemi stare! Lasciatemi stare, oggi!
PINA Ti lascio stare. Vuoi che ti lasci state e me ne vada? E
non ci metta più piede in casa tua?
nella casa che t'ho data io stessa?
MARA Me l'avete data perché ci morissi a fuoco lento, la casa!
Per farmi dannare l'anima me l'avete data!
PINA T'ho dato tutto! M'hai preso ogni cosa tu!
MARA (voltandosi verso di lei, cogli occhi
scintillanti e con voce vibrata). Tacete! tacete!
PINA Parla tu allora! sfogati!
MARA (aggirandosi desolata per la scena colle mani nei
capelli). Ah! Signore! toglietemi voi da queste pene!
PINA Le tue pene?
Lascia stare le tue pene!
Lascia
stare i santi! Li ho pregati anch'io! Non odono, lassù!
MARA (scattando). Ve la pigliate anche coi santi,
scomunicata!
PINA Vedi? Vedi che lo sputi fuori il veleno?
Un pezzo che
lo vedo
in ogni tua parola!
MARA Il veleno che m'avete messo qui!
PINA (investendola, bieca e con voce sorda). Schiacciami
la testa colle tue mani allora
giacché sono io la vipera!
Andrai dal
confessore poi
anche tu!
MARA Scomunicata! scomunicata che siete!
PINA Taci!
MARA Ladra! ladra!
PINA Taci!
MARA Ladra! Venite sin qui a rubarmi la mia pace! Madre
scellerata!
PINA (come una belva ferita). Ah, vedi? vedi?
SCENA VI
Grazia, poi Lia e Bruno accorrendo alle grida di Pina e Mara dalla
strada, e dette.
GRAZIA Che c'è? che c'è? Sembra che caschi la casa.
MARA È cascata e rovinata la casa!
C'è la maledizione di
Dio!
LIA Gnà Mara, fate prudenza voi! Non fate ridere la gente!
PINA C'è che mi danno il calcio dell'asino, adesso, lei e suo
marito!
GRAZIA Vi mancava tempo a discorrere dei vostri interessi?
Giusto quando sta per passare la processione!
PINA Mi danno il calcio dell'asino!
dopo avermi preso la
roba e tutto!
Gli mangio il pane a tradimento, ora!
MARA Mi mangiate altro che il pane a tradimento
Il sangue
mi mangiate!
LIA Cominciate a tacere voi che siete la figlia, via!
GRAZIA Basta, non fate scandali!
BRUNO (entrando). Vi si sente dalla piazza
più forte
della banda! Pare che sia qui la festa. Un altro po' lasciano la banda e corrono tutti
qui.
PINA Sì, correte! Chiamate i carabinieri anche, per farmi
legare!
MARA La lingua vi dovrebbero legare! Vi dovrebbero legare pei
capelli, sulla pubblica piazza!
LIA Che parolacce, gnà Mara! A vostra madre!
MARA Son parole che mi bruciano qui dentro!
GRAZIA Andiamo via, gnà Pina. Voi che siete più
giudiziosa!
Non facciamo peccati oggi
PINA No, non voglio andarmene. Sono in casa mia.
MARA Restateci! Me ne vado io!
per sempre! Per sempre ve
la lascio questa casa maledetta!
PINA (minacciosa). Vattene! via! vattene! Non mi fare impazzire
del tutto!
BRUNO (frapponendosi tra di loro). Ehi! ehi! che fate?
SCENA VII
Nanni accorrendo di fuori al rumore della lite, seguito da Cardillo,
Filomena, Malerba e Neli.
NANNI (irato, picchiando a diritta e a manca Mara e la Pina). A
te!
e a voi pure! Non volete finirla? Sono la favola del paese!
NELI E addio stendardo!
MALERBA (sbracciandosi a metter pace, col suo fare
canzonatorio). La banda!
Ecco la banda!
BRUNO Basta, Nanni!
CARDILLO Ma che siete, cristiani o turchi?
FILOMENA Sentite!
è uno scandalo per tutto il vicinato!
Finitela questa vergogna!
NANNI Sono la favola del paese! Siete contente ora?
GRAZIA (aiutando la Pina ad asciugarsi il viso insanguinato).
Lasciate vedere!
Avete del sangue lì
PINA Nulla
non è nulla.
MALERBA Le carezze dell'asino! Vuol dire che le piacciono le
carezze dell'asino
NANNI (irritato, spingendo fuori Malerba). Va via ora, tu! o me
la piglio con te, anche!
GRAZIA (a Pina, conducendola via). Venite, venite!
Escono con Lia e Filomena.
CARDILLO (uscendo con Bruno). Turchi! Peggio dei turchi, Dio ce
ne scampi e liberi!
MARA (piangendo, a Nanni, in atto di andarsene anche lei).
Guardate!
quello che fate a me!
Basta! che il Signore non ve ne domandi conto,
poi!
NANNI Finiscila adesso, tu!
Non mi mettere colle spalle al
muro tu pure!
MARA L'avete fatta?
anche questa?
che mi avete
battuta dinanzi a lei? Gliel'avete data questa soddisfazione, a mia madre!
NANNI Mi farete commettere qualche pazzia, tu e tua madre!
MARA Scomunicati! scomunicati tutti e due!
NANNI Via!
fallo per amor mio!
se è vero che mi
vuoi bene.
MARA Per questo mi calpestate sotto i piedi? perché sapete che
vi voglio bene?
perché fate di me tutto quello che volete?
Mi fate morire
disperata!
NANNI (quasi supplichevole). Senti, Mara! senti!
MARA Scellerato! Come vi è bastato l'animo? Mentre sono in
questo stato!
Come potete guardarlo in faccia vostro figlio, quando viene a baciarvi
la mano, povero innocente!
NANNI Senti!
Non mi mettere colle spalle al muro tu
pure!
Ogni tua parola è una coltellata!
Te la levo dinanzi quella scomunicata
di tua madre!
MARA Non vi credo! Non vi credo più! Come volete che vi creda!
Vi ho visto con questi occhi!
la faccia che avevi
tutti e due!
voi e
quella scomunicata di mia madre!
Vi pare che sia cieca? Cosa siete andato a dirgli
al confessore, dunque?
NANNI (fuori di sé, cercando di chiuderle la bocca colle mani).
Basta! basta!
SCENA VIII
Compare Janu e detti.
JANU Bestie! Peggio delle bestie siete!
NANNI (irritato e confuso). Loro!
In causa
loro!
Mi faranno fare qualche pazzia!
MARA (singhiozzando). È finita, compare Janu! Non posso
più starci in questa casa!
JANU No, ascoltate. Abbiate giudizio almeno voi.
MARA Non posso più starci! Me ne vo con mio figlio
povero
orfanello!
NANNI (esasperato). Lasciatela andare, compare Janu!
Lasciatela andare, ch'è meglio!
MARA (a Nanni, piangendo, dall'uscio). Pensateci che
avete lasciato vostro figlio orfano
in mezzo alla strada
Esce.
JANU (a Nanni). Pezzo di birbante. Sei degno della
forca.
NANNI Dite bene; avete ragione, vossignoria!
JANU E la prima! E la seconda! Torni a promettere, e poi torni a
cascarci!
NANNI Non è vero! Son le male lingue che vorrebbero essere
tagliate!
JANU Le male lingue sono tutto il paese. Anche tua moglie
adesso, vedi!
NANNI Mia moglie è pazza! pazza da legare anche lei!
che
si mette in testa non so cosa!
JANU Si mette in testa che sei una bestia! Come le bestie sei!
NANNI Come le bestie; avete ragione!
JANU Bella ragione! C'è il bastone per le bestie.
NANNI (prorompendo). Vorrei vedervi, vossignoria! E
quella scomunicata che non posso togliermela d'addosso?
Non vado più neppure alla
vigna, per sfuggirla!
JANU Che paura hai, se non c'è nulla di male?
NANNI (borbottando). Che paura ho
che paura
ho
JANU (severo). Vedi!
NANNI (eccitatissimo). Lo sapete anche voi che donna è
quella!
come la chiamano!
che donna è
che vi fa dannar l'anima come
vuol lei!
JANU Vedi
anche adesso!
come ne parli!
NANNI Corpo di!
Cosa devo dirvi?
Cosa devo fare?
JANU Parlale chiaro e tondo. Dille che ti lasci in pace.
NANNI Come posso fare? È padrona anche lei qui
Non posso
chiuderle l'uscio in faccia, se viene.
JANU Lasciale la casa. O fuori lei, o fuori tu insomma.
NANNI Fuori? Dove ho da andare?
JANU Lontano: in campagna.
NANNI In campagna? Fate presto anche questa! Non sapete nulla,
vossignoria!. E quando viene a ronzarmi intorno poi? e sul piano
Non sapete ch'è
peggio! Gira e rigira
col pretesto di cogliere erbe selvatiche
come una vera
lupa!
Prorompendo
Non posso pigliarla a schioppettate da lontano.
JANU Allora sai cosa devi fare? Vendi ogni cosa e vattene via
dal paese, tu e tua moglie.
NANNI Non posso neanche vendere. È roba della dote!
Smaniando.
Sono legato stretto, vi dico!
mani e piedi!
Bisogna
romperla d'un colpo questa catena!
SCENA IX
Pina e detti.
NANNI Vedete? Vedete, vossignoria?
JANU Sst! sst!
NANNI Vedete? Torna da capo! Non è contenta se non mi fa andare
in galera!
JANU Senza strepiti, senza galere. C'è modo d'accomodare ogni
cosa. Comare Pina, sapete come dice il proverbio: "Maritati e muli lasciali
soli".
PINA E chi li tocca? Che gli fo adesso?
JANU Che fate
che fate
Bene non fate certo. Qui c'è
l'inferno ogni volta, fra di voi.
PINA (asciugandosi gli occhi, febbrile). Sapete il calcio
dell'asino, vossignoria? Mi danno il calcio dell'asino, ora che son povera e pazza.
JANU Volete da campare anche voi? È giusto. C'è modo
d'accomodarvi
ma voi da una parte e loro dall'altra. Il mondo è grande, sorella
mia. Mancassero uomini, che diavolo!
PINA Dite bene, vossignoria! E mi merito quello che dite
JANU Vi meritate
che la gente parla per quel che sente
dire
Oppure è segno che scontate adesso qualche peccato vecchio
Saranno
chiacchiere, saranno bugie
Adesso però bisogna far tacere le male lingue. Giacché
vostro genero si è messo in grazia di Dio, lasciatelo in santa pace.
Pausa. Nanni e Pina rimangono a capo chino.
JANU (a Nanni). Hai inteso dunque? Ora vo ad accordare l'altra
campana, e ti conduco qui tua moglie. Voi, gnà Pina, giacché avete capito il latino
andatevene pei fatti vostri, e cercate di mettervi in grazia di Dio anche voi, se
potete.
Esce.
SCENA X
Nanni e Pina
PINA (fosca come parlando tra sé). No! Non ce n'è
confessore per le madri come me!
NANNI Andatevene dunque, andatevene!
PINA (riscaldandosi colla bocca amara). Che non ne sapete
altra canzone anche voi?
NANNI (riscaldandosi sempre più). Ve l'ho detto tante
volte, ed è sempre inutile!
PINA Dunque, s'è inutile, perché ci tornate adesso?
NANNI (esasperato). Perché voglio finirla!
una
volta per sempre! Voglio uscirne da quest'inferno!
PINA (sarcastica). Vi siete messo in grazia di Dio! Che
paura avete dunque?
NANNI Ho paura di voi!
che siete il diavolo in carne ed
ossa!
m'avete fatto qualche malefizio!
Venite a tentarmi anche adesso!
PINA (dura e ostinata, senza guardarlo neppure,
attingendo acqua dal pozzo). Sono venuta per la festa. Sono cristiana anch'io.
NANNI (furioso, afferrandola pel braccio). Voi? voi?
PINA (svincolandosi). Lasciatemi lavare il viso ora! Non
mi strappate il vestito della festa anche!
NANNI Ve la darò io la festa! Ora stesso ve la darò!
PINA Ah, se ti bastasse l'animo!
NANNI Sangue di!
Corpo di!
PINA (guardandolo fisso, in tono di amarezza disperata).
Non ti basta l'animo, no! Sei buono soltanto a far impazzire gli altri, tu! Ma a toglierli
dalle pene con un colpo solo non ti basta l'animo!
NANNI Maledetta!
tutta quanta!
PINA Sì, ti pare che non lo sappia? Le madri come me andrebbero
bruciate vive!
Dovrebbero mangiarsele i cani, le madri come me!
E tu pure che
mi tieni nell'inferno!
pei capelli!
come una pazza!
Hai un bell'andare a
confessarti
Il diavolo ci ha legati insieme!
NANNI (brandendo una scure, furioso) Ah!
Lo rompo
io il legame!
PINA (voltandosi verso di lui, col petto nudo, come a
sfidarlo). Finiscila! Via! colle tue mani!
NANNI (la spinge sotto la tettoia, cogli occhi pazzi d'ira e
di orrore, la scure omicida in alto, urlando colla schiuma alla bocca). Ah!
ah!
Il diavolo siete?
Cala la tela.
   
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