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LE VITE DE' PIÚ ECCELLENTI ARCHITETTI, PITTORI, ET SCULTORI ITALIANI, DA CIMABUE INSINO A' TEMPI NOSTRI
Nell'edizione per i tipi di Lorenzo
Torrentino - Firenze 1550

di Giorgio Vasari

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ALLO ILLUSTRISS<IMO>

ET ECCELLENTISS<IMO> SIGNORE

 

IL SIGNOR COSIMO DE' MEDICI

DUCA DI FIORENZA

Signore mio osservandissimo

Poi che la Eccellenzia Vostra, seguendo in ciò l'orme de gli illustrissimi suoi progenitori e da la naturale magnanimità sua incitata e spinta, non cessa di favorire e d'esaltare ogni sorte di virtú dovunque ella si truovi, et ha spezialmente protezzione de l'arti del disegno, inclinazione a gli artefici d'esse, cognizione e diletto delle belle e rare opere loro, penso che non le sarà se non grata questa fatica presa da me di scriver le vite, i lavori, le maniere e le condizioni di tutti quelli che, essendo già spente, l'hanno primieramente risuscitate, di poi di tempo in tempo accresciute, ornate e condotte finalmente a quel grado di bellezza e di maestà dove elle si truovano a' giorni d'oggi. E percioché questi tali sono stati quasi tutti Toscani e la piú parte suoi Fiorentini e molti d'essi da gli illustrissimi antichi suoi con ogni sorte di premii e di onori incitati et aiutati a mettere in opera, si può dire che nel suo stato, anzi nella sua felicissima casa siano rinate, e per benefizio de' suoi | medesimi, abbia il mondo queste bellissime arti ricuperate e che per esse nobilitato e rimbellito si sia. Onde, per l'obligo che questo secolo, queste arti e questa sorte d'artefici debbono comunemente a gli suoi et a lei come erede della virtú loro e del lor patrocinio verso queste professioni e per quello che le debbo io particularmente per avere imparato da loro, per esserle suddito, per esserle devoto, perché mi sono allevato sotto Ippolito Cardinale de' Medici e sotto Alessandro suo antecessore, e perché sono infinitamente tenuto alle felici ossa del Mag<nifico> Ottaviano de' Medici, dal quale io fui sostentato, amato e difeso mentre che e' visse, per tutte queste cose dico, e perché da la grandezza del valore e della fortuna sua verrà molto di favore a quest'opera e da l'intelligenza ch'ella tiene del suo soggetto meglio che da nessuno altro sarà considerata l'utilità di essa e la fatica e la diligenza fatta da me per condurla, mi è parso che a l'Eccellenzia V<ostra> solamente si convenga di dedicarla, e sotto l'onoratissimo nome suo ho voluto che ella pervenga a le mani degli uomini. Degnisi adunque l'Eccellenzia V<ostra> d'accettarla, di favorirla e, se da l'altezza de' suoi pensieri le sarà concesso, talvolta di leggerla, riguardando a la qualità delle cose che vi si trattano et a la pura mia intenzione; la quale è stata non di procacciarmi lode come scrittore, ma come artefice di lodar l'industria et avvivar la memoria di quegli che, avendo dato vita et ornamento a queste professioni, non meritano che i nomi e l'opere loro siano in tutto, cosí come erano, im preda della morte e della oblivione. Oltra che in un tempo medesimo, con l'esempio di tanti valenti uomini e con tan|te notizie di tante cose che da me sono state raccolte in questo libro, ho pensato di giovar non poco a' professori di questi esercizii e di dilettare tutti gli altri che ne hanno gusto e vaghezza. Il che mi sono ingegnato di fare con quella accuratezza e con quella fede che si ricerca alla verità della storia e delle cose che si scrivono. Ma se la scrittura, per essere incolta e cosí naturale com'io favello, non è degna de lo orecchio di V<ostra> Eccellenzia né de' meriti di tanti chiarissimi ingegni, scusimi, quanto a loro, che la penna d'un disegnatore, come furono essi ancora, non ha piú forza di linearli e d'ombreggiarli e, quanto a lei, mi basti che ella si degni di gradire la mia semplice fatica, considerando che la necessità di procacciarmi i bisogni de la vita non mi ha concesso che io mi eserciti con altro mai che co'l pennello. Né anche con questo son giunto a quel termine, a 'l quale io mi imagino di potere aggiugnere ora che la fortuna mi promette pur tanto di favore, che con piú comodità e con piú lode mia e piú satisfazione altrui potrò forse cosí col pennello come anco con la penna spiegare al mondo i concetti miei qualunque si siano. Percioché oltra lo aiuto e la protezzione che io debbo sperar da l'Eccellenzia V<ostra>, come da mio signore e come da fautore de' poveri virtuosi, è piaciuto alla divina bontà d'eleggere per suo vicario in terra il santissimo e beatissimo Iulio III Pontefice Massimo, amatore e riconoscitore d'ogni sorte virtú e di queste eccellentissime e difficilissime arti spezialmente. Da la cui somma liberalità attendo ristoro di molti anni consumati e di molte fatiche sparte fino a ora senza alcun frutto. | E non pur io, che mi son dedicato per servo perpetuo a la Santità S<ua>, ma tutti gl'ingegnosi artefici di questa età ne debbono aspettare onore e premio tale et occasione d'esercitarsi talmente, che io già mi rallegro di vedere queste arti arrivate nel suo tempo al supremo grado della lor perfezzione e Roma ornata di tanti e sí nobili artefici, che annoverandoli con quelli di Fiorenza che tutto giorno fa mettere in opera l'Eccellenzia V<ostra>, spero che chi verrà doppo noi arà da scrivere la quarta età del mio volume, dotato d'altri maestri, d'altri magisterii che non sono i descritti da me, nella compagnia de' quali io mi vo preparando con ogni studio di non esser degli ultimi.

Intanto mi contento che ella abbia buona speranza di me e migliore opinione di quella che senza alcuna mia colpa n'ha forse conceputa; desiderando che ella non mi lasci opprimere nel suo concetto dell'altrui maligne relazioni fino a tanto che la vita e l'opere mie mostreranno il contrario di quello che e' dicono.

Ora con quello animo che io tengo d'onorarla e di servirla sempre dedicandole questa mia rozza fatica, come ogni altra mia cosa, e me medesimo l'ho dedicato, la supplico che non si sdegni di averne la protezzione o di mirar almeno a la devozione di chi gliela porge; et alla sua buona grazia raccomandandomi, umilissimamente le bacio le mani.

D<i> V<ostra> Eccellenzia umilissimo servitore

 

 

GIORGIO VASARI, Pittore Aretino.


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Edizione HTML a cura di: mail@debibliotheca.com
Ultimo Aggiornamento: 13/07/2005 22.39

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