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I PIRATI DELLA MALESIA
di: Emilio Salgari
PARTE SECONDA IL RAJAH DI
SARAWAK

9. Lord James Guillonk
Il rajah entrò. Era
solo, senz'armi e ancora vestito di nero. Però non era più l'uomo calmo e
sorridente di prima. Era pallido, non già per la paura, ma per la collera; aveva
la fronte aggrottata, lo sguardo scintillante, un sorriso ironico, che gaceva
male a vederlo sulle sue labbra. Non era più il principe di Sarawak; era lo
sterminatore dei pirati che si preparava ad annientare uno dei più potenti capi
della pirateria malese. Per alcuni istanti stette immobile sulla soglia della
porta, dardeggiando sopra Yanez uno sguardo acuto come la punta di una spada,
poi avanzò nella stanza. La porta fu subito chiusa dietro le sue spalle. -
Signore - disse con accento duro. - Altezza - disse Yanez con egual
tono. - Se non erro, avete già compreso lo scopo della mia visita. - È
probabile, Altezza. Favorite accomodarvi. Il rajah si sedette su una
sedia; Yanez invece si appoggiò allo scrittoio quale, a portata di mano, c'era
il kriss - Signore - ripigliò il rajah con voce tranquilla. -
Sapete come mi si chiama a Sarawak? - James Brooke. - No, mi chiamANo
lo sterminatore dei pirati. Yanez s'inchinò sorridendo. - Brutto nome,
Altezza - disse poi. - Ora che sapete chi è James Brooke, rajah di
Sarawak, gettiamo la maschera e parliamo. - Gettiamola, Altezza. - Se io
approdassi a Mompracem... - Ah!... - esclamò Yanez. Voi lo sapete... -
Lasciatemi finire, signore. Se io, ripeto, approdassi a Mompracem chiedessi
ospitalità alla Tigre della Malesia o al suo luogotenente e poi essi venissero a
sapere che io sono uno dei loro più accaniti nemici, che cosa sarebbe di
me? - Per Bacco! Se si trattasse di James Brooke, la Tigre della Malesia o il
suo luogotenente non esiterebbero a passargli una coRda al collo. - Ebbene,
signor Yanez de Gomera... - Signor Yanez! - lo interruppe il portoghese. -
Chi vi ha detto che io sono Yanez de Gomera? - Un uomo che ebbe a che fare
con voi! - Sono dunque tradito? - Cioè, siete scoperto. - Il nome di
quest'uomo, James Brooke! - gridò Yanez, facendo un passo verso il rajah.
- Io lo voglio! - E se mi rifiutassi di dirvelo? - Vi costringerei. Il rajah proruppe in una risata. - Voi minacciate - disse, - e non
pensate che dietro a quella porta dieci uomini, armati fino ai denti, attendono
una mia parola per entrare e gettarsi su di voi. Tuttavia vi
accontenterò. Batté tre volte le mani. La porta si aprì e un vecchio di alta
statura, ancora robusto, col viso abbronzato dal sole dei tropici ed una lunga
barba bianca, entrò a lenti passi. Yanez non seppe frenare un
grido. quell'uomo L'aveva subito riconosciuto. Era lord James Guillonk, lo
zio della defuntamoglie della Tigre, il nemico che aveva giurato di appiccare i
due capi della pirateria. Era infine lo stesso uomo che il pirata Sambigliong
aveva visto sotto le foreste alla testa di un drappello di dayachi -
Mi riconoscete, Yanez de Gomera? - chiese egli con voce sorda. - Sì, milord -
rispose il portoghese, che si era prontamente rimesso dal suo sgomento. - Una
voce mi diceva che un giorno avrei trovato i rapitori di mia nipote Marianna:
non m'ingannavo. - Avete detto rapitori, milord? Lady Marianna non fu rapita
che dietro suo consenso. Ella amava la Tigre della Malesia, non lo
abborriva. - Poco m'importa sapere se ella amasse od odiasse il pirata. Fu
rapita a lord James Guillonk, suo zio, e ciò mi basta. Yanez de Gomera, vi ho
cercato per parecchi anni senza un istante di riposo. Sapete perché? -
L'ignoro, milord. - Per vendicarmi. - Vi ho detto che lady Marianna non fu
rapita. Di che volete vendicarvi dunque? - Del dolore che mi avete dato
privandomi dell'unica parente che avevo, delle umiliazioni inflittemi e del male
che avete fatto alla mia patria. Rispondetemi ora: dov'è mia nipote? È vero
ch'ella è morta? - Vostra nipote, o meglio la moglie della Tigre della
Malesia, riposa nel cimitero di Batavia, milord - disse Yanez con voce
triste. - Uccisa forse dall'infame suo rapitore. - No, milord, dal colera.
E se voi lo ignorate, vi dirò che Sandokan, il sanguinario pirata di Mompracem,
piange e piangerà per molti anni ancora lady Marianna Guillonk. - Sandokan! -
esclamò il lord con intraducibile accento d'odio.- Dov'è quest'uomo? - Vostro
nipote, milord, si trova in un luogo sicuro sul territorio del rajah di
Sarawak. - Che cosa fa qui? - Sta salvando un uomo ingiustamente
condannato che ama Ada Corishant, vostra parente. - Tu menti - urlò il
lord. - Chi è questo condannato? - chiese il rajah, balzando in
piedi. - Non lo posso dire - rispose Yanez. - Lord Guillonk - disse il rajah. - Avete un parente che porti il nome di Corishant? - La madre
di mia nipote Marianna aveva un fratello che si chiamava Harry Corishant. -
Dov'era questo Harry Corishant? - In India. - Vive ancora? - Mi è stato
detto che è morto. - Aveva una figlia che si chiamava Ada? - Sì, ma gli fu
rapita dai thugs indiani, né si udì più parlare di lei. - Credete che
si ancora viva? - Non lo credo. - Allora... - Questo pirata
c'inganna. - Milord - disse il portoghese, alzando la testa e guardandolo in
viso. - Se io giurassi sul mio onore che quanto vi ho detto è vero, mi
credereste voi? - Un pirata non ha onore - disse con disprezzo lord
Guillonk. Yanez impallidì e la sua mano corse al calcio di una pistola. -
Milord - disse con voce grave. - Se dinanzi non avessi lo zio di lady Marianna,
a quest'ora avrei commesso un omicidio. È la quarta volta che io vi dono la
vita, non dimenticatelo. - Ebbene, parlate. Forse presterò fede alle vostre
parole. - Ripeto ciò che vi dissi poco fa. La Tigre della Malesia è qui per
salvare un uomo ingiustamente condannato che ama Ada Corishant, vostra
parente. - Dov'è mia nipote? - Ada Corishant si trova con la Tigre della
Malesia. - Dove? - Non ve lo posso dire, ora. - Perché? - Perché voi
sareste capaci di piombare su Sandokan e farlo prigioniero od ucciderlo.
Promettete di lasciarlo partire libero per la sua isola ed io vi dirò dove si
trova e ciò che sta facendo in questo momento. - Questa promessa non uscirà
mai dalle mie labbra - disse il rajah, intervenendo. - È tempo che la
Tigre della Malesia scompaia per sempre da questi mari, che per tanti anni ha
insanguinato. - E nemmeno dalle mie - aggiunse lord Guillonk. - Sono cinque
anni che attendo la vendetta. - Ebbene, signori, fatemi frustare, fatemi
arrostire a lento fuoco, fatemi soffrire mille tormenti, dalla bocca di Yanez de
Gomera non uscirà più sillaba. - Mentre Yanez parlava, due indiani erano
entrati dalla finestra e si erano silenziosamente avvicinati allo scrittoio.
Pareva che non attendessero che un segnale per slanciarsi. - Dunque? - disse
il rajah, dopo aver fatto un rapido cenno ai suoi uomini. - Dunque voi
non parlerete? - No, altezza - rispose Yanez con incrollabile fermezza. -
Ebbene, signore, io James Brooke, rajah di Sarawak, vi arresto! - A
quelle parole i due indiani si slanciarono sul portoghese che non si era accorto
della loro presenza e lo rovesciarono, strappandogli le pistole. -
Miserabili! - gridò il prigioniero. Con uno sforzo erculeo li atterrò, ma
altri indiani balzarono nella stanza e prontamente lo legarono e lo
imbavagliarono. - Dobbiamo ucciderlo? - chiese il capo di quegli uomini,
sguainando il suo kriss - No - rispose il rajah. - Quest'uomo
deve farci delle rivelazioni. - Parlerà? - chiese Guillonk. - Subito,
milord - rispose Brooke. Ad un suo cenno un indiano uscì; poco dopo tornò
recando sopra un vassoio d'argento una tazza colma di un'acqua verdognola. -
Che cos'è quella bevanda? - chiese il lord. - Una limonata - disse il rajah - Per che farne? - Farà parlare il prigioniero. - Ne
dubito, rajah Brooke. - Lo vedrete. - Avete mescolato qualche
veleno? - Un po' di oppio e alcune gocce di youma - È una bevanda
indiana? - Sì, milord. Due indiani, ad un suo cenno, levarono a Yanez il
bavaglio, gli aprirono per forza la bocca e gli fecero inghiottire la
limonata. - State attento, milord - disse il rajah. - Sapremo fra poco
dove si nasconde la Tigre della Malesia. Il prigioniero era stato nuovamente
imbavagliato, malgrado i suoi morsi e le sue violenti scosse, perché con le sue
grida non mettesse sottosopra gli invitati che continuavano a danzare e a bere
nella sala vicina. Dopo cinque minuti il suo viso, pallido per l'ira,
cominciò a colorirsi ed i suoi occhi a risplendere come quelli di un serpente
irritato. I suoi contorcimenti e i suoi sforzi scemarono a poco a poco, finché
cessarono del tutto. - Lasciatelo ridere - disse il rajah Un
indiano tornò a levare il bavaglio. Cosa strana: Yanez, che poco prima pareva in
preda ad una collera furiosa, ora minacciava di scoppiare dalle risa! Rideva
di un riso convulso, e così forte che pareva fosse tutt'a un tratto diventato
pazzo. E come se ciò non bastasse, parlava senza arrestarsi, ora di Mompracem,
ora dei tigrotti e ora di Sandokan, come se dinanzi a lui ci fossero degli
amici, anziché dei nemici. - Quell'uomo è pazzo - disse lord Guillonk al
colmo della sorpresa. - Non è pazzo, milord - aggiunse il rajah. - È
la limonata che fa ridere. Gl'indiani, come vedete, hanno delle bevande
veramente meravigliose. - Ci dirà, dove si trova la Tigre della Malesia? -
Senza dubbio. Basterà interrogarlo. - Amico Yanez - disse il lord,
rivolgendosi al portoghese, - parlami della Tigre della Malesia. Il
portoghese, che era stato liberato dalle corde che gli stringevano i polsi e le
caviglie, udendo la voce del lord, si era prontamente alzato. - Chi parla
della Tigre? - chiese. - La Tigre, ah... ah! La Tigre della Malesia... Chi non
la conosce? Sei tu, vecchio, che non la conosci?... Non conoscere la Tigre, la
invincibile Tigre?... Ah!... ah!... ah!... - È forse qui la Tigre? - chiese
il rajah. - Ma sì, è proprio qui, sul territorio di James Brooke, del rajah di Sarawak. E quello stupido di Brooke non lo sa... ah!...
ah!... - Ma quest'uomo v'insulta, Altezza - disse Guillonk. - Che importa?
- disse il rajah, alzando le spalle. - Insulta, ma darà nelle nostre mani
il capo dei pirati di Mompracem. - Proseguite, dunque, Altezza. - Ditemi,
Yanez, dov'è nascosto Sandokan? - Non lo sai?... ah!... ah!... Non sa dove
sia Sandokan! È qui, proprio qui - disse Yanez, continuando a ridere. - Ma in
quale luogo? - In quale?... È... è... Si arrestò. Forse un lampo di
lucidità gli aveva rischiarato il cervello, nel momento in cui stava per tradire
il suo fedele amico. - Perché ti fermi? - chiese il rajah. - Tu non
sai dunque dove si trova? Yanez proruppe in una risata convulsa che durò
alcuni minuti. - Ma sì che lo so - rispose poi. - È in Sarawak. - Tu non
dici il vero, Yanez. - Sì, dico il vero. E nessuno lo sa meglio di me... ah!
ah! Io non saper dove sia Sandokan... ah!... ah!... Ma tu sei pazzo. -
Ebbene, dimmi, dov'è? - In città, ti ho detto... Sì, a quest'ora dev'essere
giunto e andrà a disseppellire il finto morto... e noi rideremo; sì, rideremo di
aver giocato quello stupido di Brooke... Ah! ah! Il rajah e lord
Guillonk si guardarono in viso con stupore. - Il finto morto! - esclamarono
ad una voce. - Chi è questo finto morto? - Chi?... Non lo sai? È Tremal-Naik,
il thug indiano. - Ah!... miserabile! - esclamò il rajah. - Ora
comprendo. Continua, Yanez, amico mio. Quando disseppellirete il finto
morto? - Questa stessa notte... e domani rideremo. Oh sì, rideremo Ah!...
ah!... che bel tiro!... ah!... ah!... - E sarà Sandokan che lo
disseppellirà?... - Sì, Sandokan, e questa notte stessa... ah! ah! Ci
divertiremo domani... e Tremal-Naik sarà contento... oh! sì, contento, tanto
contento!... - Basta così - disse il rajah. - Ora sappiamo ciò che
dobbiamo fare. Venite, milord. Lasciarono la stanza e si ritirarono nello
studio dove li attendeva il capitano delle guardie, un bell'indiano di alta
statura, di provato coraggio, di grande sagacia, antico compagno d'armi del rajah. - Kàllooth - disse il principe. - Di quanti uomini fidati puoi
disporre? - Di sessanta, tutti indiani - rispose il capitano. - Fra dieci
minuti che sieno pronti a partire. - Sta bene, rajah. E poi? -
Metterai quattro sentinelle nella stanza di Yanez e dirai loro di ucciderlo come
un cane al primo tentativo di fuga. Va'! L'indiano salutò e uscì
rapidamente. - Verrete anche voi, milord? - chiese il rajah. - Non
occorreva chiedermelo, Altezza - rispose lord Guillonk. Io esecro la Tigre della
Malesia. - Eppure è vostro nipote, milord - osservò il rajah,
sorridendo. - Non lo riconosco. - Sta bene. Domani, se la sorte ci arride,
la pirateria malese avrà perduti per sempre i suoi due capi. A noi due, Tigre
della Malesia: James Brooke ti sfida.
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