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Biblioteca Telematica

CLASSICI DELLA LETTERATURA ITALIANA

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La rigenerazione

ITALO SVEVO

Commedia in 3 atti

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SCENA QUARTA

GUIDO, EMMA e DETTI

 

GUIDO.              Zia il signor Boncini sarà subito qui. Posso farlo entrare in questo tinello?

ANNA.               Se Giovanni è d'accordo io non ho nulla in contrario.

EMMA.               Chi è cotesto signor Boncini?

GUIDO.              Un futuro cliente del dottor Giannottini. Vuole prima constatare i risultati ottenuti con l'operazione sullo zio.

EMMA.               E papà si presta a tale cosa?

GUIDO.              Perché no? Se non altro per gratitudine al dottor Giannottini che lo trasse da quell'abietto stato di imbecillimento in cui era caduto.

EMMA.               Io non vedo che finora egli abbia tratto dall'operazione il vantaggio che tu dici. Egli si tiene meglio, si rade ogni giorno, s'impomata e si profuma ma altro non vedo.

GUIDO.              E che cosa vorresti vedere? Che lo zio si metta a correre dietro alle donne?

EMMA.               Voi miravate a questo, voi volevate questo.

ANNA                (spaventata). Io spero di no. Nessuno ha mai detto una cosa simile.

GUIDO               (esitante). No! Una cosa simile non si disse mai. Non c'era la possibilità di dirla. Senta, zia. Correva da giovine lo zio dietro alle donne?

ANNA                (esitante). No.

EMMA.               Ma si sposò. Mamma mia. Corse a te.

ANNA.               Ed io a lui… mi pare.

EMMA.               E se l'operazione riuscisse come costoro desiderano che cosa avverrebbe ora.

ANNA.               Che vai parlando? Giovanni è un uomo morale. Fu morale da giovine e da vecchio e se ridiverrà giovane sarà quello ch'è già stato.

EMMA.               Per fortuna, mamma mia, io a quelle operazioni non credo. Ammetto che avrebbero potuto giovare a Valentino, ma a un vecchio vero… Lo falsifica, lo turba, ma la giovinezza non può piú spettargli.

ANNA.               Dio mio! Non la vera giovinezza. Già l'esperienza di Giovanni impedisce ch'egli possa divenire uno di quei veri giovini che fanno dei malanni e danneggiano la propria e le famiglie altrui. Ma è già meglio, meno distratto, meno assorto. Non t'accorgi che ora potresti piú facilmente fidargli Umbertino?

EMMA                (con grande amarezza). Potrei, sí, potrei. Ma egli del fanciullo non ne vuol piú sapere. Ha l'ora del bagno, l'ora del massaggio e anche l'ora della ginnastica. Ieri lo colsi che davanti allo specchio si forzava di contorcersi. In verità non è un grande ginnasta e finí per terra in modo che dovetti aiutarlo a rialzarsi.

ANNA.               Ma è buono, profondamente buono. Guarda, ingrata che sei, oggi esigette che io vada a portare dei fiori sulla tomba del povero Valentino. Mi disse che sentiva una maggiore venerazione per i morti ora che da loro di tanto s'allontana. Io, al sentirlo parlare ebbi le lacrime agli occhi e accettai subito di andare per lui, risparmiandogli la via polverosa del cimitero.

EMMA.               S'allontana dai morti. Ha anche questo sentimento. Viene ingannato e gli si toglie il rimpianto e il dolore, la vera ragione di vivere. Egli pensa: Valentino è morto! Tanto peggio per lui! (Poi.) E perché non va lui stesso al cimitero?

ANNA.               Dio mio! Lui è piú vecchio di me e bisogna risparmiargli le fatiche.

EMMA                (ride rabbiosamente). Ah! Ah! È vecchio.

GUIDO.              Sai, Emma. Dopo tre settimane non si può ancora sperare di aver ottenuto tutto l'effetto dall'operazione. Chissà che da qui ad un paio di settimane non sia lui che sappia risparmiare delle fatiche alla zia?

EMMA                (pensierosa). Sarebbe terribile! Avrei perduto anche il padre.

ANNA.               Io non capisco quello che vuoi dire. Riavresti il padre piú forte piú giovine, piú capace di proteggerti ed aiutarti.

EMMA.               Oh, mamma mia, come sei ingenua.

GUIDO.              Neppur io che certo non sono ingenuo non ti capisco.

ENRICO             (con sentimento). Io capisco la signora. Essa vuol dire che quando un padre ringiovanisce perde l'altruismo e l'affetto ch'è proprio del vecchio il quale precisamente dai morti non s'allontana.

EMMA                (singhiozzando). Grazie signor Enrico. Lei ha espresso proprio il mio pensiero.

ANNA                (con una certa soddisfazione). Ne ho piacere!

EMMA                (violentemente). Di che? Di che hai piacere?

ANNA.               Dicevo cosí per dire. Pensavo a tutt'altra cosa.

 

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Edizione HTML a cura di: mail@debibliotheca.com
Ultimo Aggiornamento:13/07/2005 22.29

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