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De Bibliotheca

Biblioteca Telematica

CLASSICI DELLA LETTERATURA ITALIANA

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Un marito

ITALO SVEVO

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ATTO TERZO

 

 

 

SCENA QUARTA

CAMERIERA e DETTI

 

CAMERIERA.     C'è la signora Amelia Mansi che desidererebbe di parlarle.

BICE.                    Ditele che ora non posso. Mi voglia scusare.

CAMERIERA.     Perdoni, signora, se credo di dover dirle che la signora Amelia mi parve agitatissima. Mi parve persino avesse gli occhi arrossati dal pianto.

FEDERICO.        E allora ricevila! Io t'attenderò. Per un istante di ritardo non monta. (S'avvia alla propria stanza, ma, udite le prime parole di Amelia s'arresta alla porta. Bice s'accorge subito ch'egli sta ad ascoltare.)

 

 

SCENA QUINTA

AMELIA e DETTI

 

BICE.                    Oh! Amelia! A quest'ora?

AMELIA               (concitata). Volevo vedere se non ci fosse qui mio marito.

BICE.                    No! Non c'è! Ma che hai?

AMELIA.              Sono stanca del tuo e del suo agire. Avreste dovuto almeno imporvi un po' di riserbo. Avete fatto di me il ludibrio vostro. Dinanzi ai miei occhi egli osò carezzarti. È troppo! Ti consiglio di non passare piú la soglia di casa mia. Te ne farei scacciare come una ladra.

BICE.                    Amelia!

AMELIA.              Ladra e falsa! Sai! Ad onta dell'evidenza del vostro tradimento, non osai manifestarmi. E pensai a quell'atto cui voleste ch'io assistessi, quella breve carezza che lo fece scolorire. Mi parve talmente incredibile che ora appena, appena ora lo compresi. Il dolore fu immediato, eppure esitai ed arrivai sino a stenderti anche una volta la mano. Ma se avessi a vederti ancora in casa mia o a lui da canto, io saprei andare ad accusarti a chi saprebbe punirti secondo i tuoi meriti.

FEDERICO         (avanzandosi). Ed io sono qui ad ascoltarla signora Amelia.

AMELIA               (estenuata dal terrore dà un grido). Dio mio! (Pausa, poi tenta la commedia.) Sa! Io sono venuta da Bice per incarico di Paolo, per fare uno scherzo… dovevo spaventarla.

FEDERICO.        Non si affatichi di fare la commedia. Non ve n'è di bisogno. (Molto serio.)

AMELIA.              Allora! (Vuole scappare, poi ritorni). Senta, signor Federico. Io sono una donna gelosa; tutti lo sanno. La scena che feci ora a Bice io l'ho fatta due, anzi (contando) tre volte ad altre mie amiche, e, credo, sempre senza motivo. Ora che sono ritornata in me che cosa posso rimproverare a Bice e a Paolo? In carrozza egli appoggiò la mano su una mano di lei. Parve una carezza ma poteva anche essere qualche cosa d'altro. Poteva essere ch'essendosi sbandata la vettura egli sia stato obbligato di fare quella carezza per tenersi in equilibrio. (Federico, pensieroso, siede sul sofà; Amelia va a lui e lo scruta.) Voi siete tutto sconvolto? Oh! ve ne prego! Ridete, sorridete e andrò via tranquilla. (Poi, adirata.) E, sappiatelo, in tutto ciò non v'è nessuna ragione di uccidere. (Piange.)

BICE.                    Ma Amelia! Federico mi sa innocente!

AMELIA.              Ti sa innocente? (Guardandolo.) Vorrei sentirlo da lui.

FEDERICO         (con sforzo). Sí! La so innocente.

AMELIA               (va a Bice e le parla in orecchio). A me non pare ch'egli abbia l'aspetto molto rassicurante! Io, se fossi in te, non mi ci fiderei. Oh! vieni via e rifugiati in casa mia.

BICE                     (sorridendo). Poco fa non mi ci volevi vedere… Puoi andare tranquilla.

AMELIA.              Ho da raccontare a Paolo la scena che ho fatta?

BICE.                    Non occorre! Ridonami la tua stima e il tuo affetto e sei perdonata.

AMELIA               (sempre sospettosa verso Federico). Buona notte, signor Federico.

FEDERICO.        Buona notte.

AMELIA               (da sé). Ha risposto! (Pensa, non capisce nulla, si rassegna e va a Bice.) Addio, Bice! (Molto commossa.) Perdonami! Se avviene qualche cosa io non ci ho colpa. (Le bacia la mano e poi, attratta da Bice, la faccia.) Addio! (Molto esitante esce.)

 

 

SCENA SESTA

BICE e FEDERICO

 

BICE.                    Ebbene! Federico! Comincia da me l'esercizio della tua bontà! Perdonami! (S'inginocchia a lui dinanzi ch'è seduto sul sofà.)

FEDERICO         (pensieroso). Perché tu sei dunque colpevole?

BICE.                    Adesso che per la prima volta tu vuoi accettare la mia confessione, il cuore mi batte qui in gola. Dio mi dia di trovare la parola, quella che ti dica la verità ma che nello stesso tempo ti faccia comprendere tutto.

FEDERICO.        Non cosí, Bice. Alzati, te ne prego. Io credo che giammai mi fu dato di veder tanto chiaro in me e negli altri. Ecco il destino! Una donna come Amelia viene a levare l'ultimo velo che m'offuscava la vista. Io so, Bice, che tu volevi tradirmi; so anche che, non per tua virtú, tu non m'hai tradito. Sei perdonata! Hai altro a dirmi?

BICE.                    Sí. Se tu credessi di aver a subire qualsiasi umiliazione causa mia, scacciami! Io me ne andrò senza mormorare!

FEDERICO         (meditabondo). Ma io non posso essere umiliato da sommissioni altrui!

BICE.                    Sommissioni? La parola è ben forte! E dici altrui? Io sono tua!

FEDERICO.        Io penso a Clara! (Poi.) Sí! Questa è la via!

 

 

SCENA SETTIMA

REALI e DETTI

 

REALI                  (fosco). Ho veduto entrare qui il padre di Cerigni. Viene ad assaltarti in casa tua! Sono rientrato per annunziarlo io stesso.

FEDERICO         (molto serio). Non faticarti, Reali. Io non riceverò Cerigni né accetterò la sua difesa.

REALI.                 Oh! grazie! grazie! Già è affare che puoi respingere perché esce dalla tua cerchia d'attività.

FEDERICO.        Anzi non ne esce affatto. Non saprei difenderlo perché oggidí non saprei difendere me stesso. Auguro al Cerigni una pena piú mite di quella ch'abbia avuta io.

 

 

SCENA OTTAVA

AUGUSTO e DETTI

 

AUGUSTO.         La signora Arianna è ritornata in sé e domanda di Lei.

FEDERICO.        Io vengo! Ora potrò assisterla! Non ho nulla da domandarle piú!

BICE.                    Io sono con te, Federico!

FEDERICO         Ebbene! Vieni! Da te potrebbe derivarle un ultimo conforto. Nel delirio potrebbe scambiarti con Clara.

 

 

CALA LA TELA

 

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Edizione HTML a cura di: mail@debibliotheca.com
Ultimo Aggiornamento:14/07/2005 00.00

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