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De Bibliotheca

Biblioteca Telematica

CLASSICI DELLA LETTERATURA ITALIANA

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Il ladro in casa

ITALO SVEVO

Scene della vita borghese

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PERSONAGGI

 

CARLO

FORTUNATA, moglie di Carlo

OTTAVIO (decenne) loro figlio

ELENA

CARLA

IGNAZIO

MARCO, zio di Ignazio

EMILIO

EMILIA, serva di Carla

CATINA, serva di Carlo

 

 

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ATTO PRIMO

 

 

SCENA PRIMA

ELENA, CARLA e OTTAVIO

 

CARLA                     (che sta abbigliando Ottavio). Cosí oggi farai delle conquiste…

OTTAVIO                 (durante una lunga pausa si guarda i pantaloni). Delle conquiste… giusto… giusto… non me ne importa…

ELENA.                     La risposta si è fatta attendere…

OTTAVIO                 (a Carla). Guarda, se ho fuori la camicia di dietro…

CARLA.                    Bello! Bello! Io direi di prenderti una cameriera. (Lo aiuta.)

ELENA.                     Io, per esempio non gli avrei mai permesso di prendersi tanta libertà da darmi degli ordini…

OTTAVIO.                Lei… taccia, lei!

ELENA.                     E perché ho da tacere, mio bel bimbo?

OTTAVIO.                … perché lei non c'entra…

ELENA                      (alza le spalle; poi a Carla). E tu non sei ancora abbigliata? Davvero, non sembrerebbe che oggi tu abbia a ricevere per la prima volta lo sposo.

CARLA.                    E dove ho da trovare il tempo per vestirmi? Mi son levata alle nove, un po' per servire Fortunata… un po' per vestire questo "mulo"…

OTTAVIO.                Chi è "mulo"?

CARLA.                    Non parlavo con te.

ELENA.                     E adesso non sei capace di ribellarti? Fra pochi giorni non avrai piú bisogno di loro…

CARLA.                    Appunto perciò non merita fare baruffa…

ELENA.                     Intanto una persona che ha un po' di sangue nelle vene, si vendica.

CARLA                     (ad Ottavio). Cosí… Adesso puoi andartene!

OTTAVIO.                No, resterò ancora un poco qui.

CARLA.                    Non parlare davanti a lui che riporta tutto alla sua mamma…

ELENA.                     Principierai, per esempio, prima di abbandonare la casa col dare una buona lezione a questo malcreato.

OTTAVIO.                Cosa farebbe lei?

ELENA.                     Nulla! (Con gesto espressivo.) Un movimento di mano su e giú Piff! Paff!

OTTAVIO.                Io le permetto di provare, se vuole!

ELENA.                     Ah, vuoi lottare con me? Vediamo! (Gli prende le braccia e gliele tiene ferme.)

OTTAVIO.                Io… (Lottando e sbuffando.) Io le rompo il muso!…

ELENA.                     Ah, mi rompi il muso, manigoldo! (Lascia andare il braccio e gli dà uno schiaffo, poi lo riprende.)

OTTAVIO                 (c.s.) Stia attenta!

ELENA                      (ripete diverse volte il giuoco, c.s.). A che cosa devo stare attenta?

OTTAVIO                 (piangendo e gridando). Mi lasci! Mi lasci! Ma mi lasci! (Si svincola piangendo.) Villanaccia!

CARLA.                    Ah, perché bastonarlo?

ELENA.                     Digli che stia zitto o che ripeta il giuoco. Ma faccio processo corto! Vieni un po' giú, vieni! che almeno ci lascieranno quiete!

CARLA.                    Ma ho da vestirmi!

ELENA.                     Ti vestirai dopo. Anche cosí egli non ti troverà brutta. (Via con Carla.)

 

SCENA SECONDA

FORTUNATA ed OTTAVIO

 

OTTAVIO                 (piange. Quando vede Fortunata, si mette a piangere piú forte.)

FORTUNATA          (spaventata). Che hai, Ottavio? Sei caduto? (Chiamando.) Carla! Carla! Dove ti sei fatto male? (Scotendolo.) Ottavio! Ottavio!

OTTAVIO.                Non sono caduto… Mi hanno bastonato! (Piangendo forte.)

FORTUNATA. Chi ti ha bastonato? Su, dimmi, chi? Carla, forse?

OTTAVIO.                No, non Carla.

FORTUNATA. Papà?

OTTAVIO.                No, la signora Elena.

FORTUNATA. La signora Elena?!

OTTAVIO.                Sí, mi ha schiaffeggiato.

FORTUNATA. Ma perché, perché?…

OTTAVIO.                Per nulla.

FORTUNATA. Tu le avrai detto qualche insolenza…

OTTAVIO.                No, loro me ne hanno dette a me.

FORTUNATA. Chi, loro?

OTTAVIO.                Carla mi ha detto… "mulo".

 

SCENA TERZA

CARLO e DETTI

 

CARLO.                    Mulo, perché?

FORTUNATA. Non è una cattiveria? L'ultimo giorno che appartiene ancora alla nostra famiglia!

CARLO.                    Ma tu per primo le avrai detto qualche insolenza.

OTTAVIO.                No, io, nulla. La signora Elena diceva che prima di uscire da questa casa si sarebbe vendicata…

FORTUNATA. Vendicata di che cosa?

OTTAVIO.                Di te, mamma, di me…

FORTUNATA. Che cosa abbiamo fatto noi alla signora Elena?

OTTAVIO                 (impazientito). No, non la signora Elena! Diceva che se lei fosse stata Carla si sarebbe vendicata.

CARLO.                    Dov'è Carla?

OTTAVIO.                È andata al primo piano.

FORTUNATA. Guarda, ha marcato sul viso tutte le cinque dita!

CARLO                     (chiamando). Catina!

FORTUNATA. Che cosa vuoi da Catina?

CARLO.                    Che vada a chiamare Carla.

FORTUNATA. Catina si sta vestendo. E poi che cosa vuoi dire a Carla?

 

SCENA QUARTA

CARLA e DETTI

 

CARLA.                    Ho inteso fino in primo piano le grida di Ottavio. Che cosa è accaduto?

FORTUNATA. Fa lo gnorri, carina, che ti sta tanto bene! Eri presente e non hai saputo impedire che la signora Elena lo bastonasse.

CARLA.                    Eh, bastonasse! L'ha appena toccato! Sapete ch'è smorfioso.

OTTAVIO.                Eh, già smorfioso! Vorrei che le avessi pigliate tu! (Piange.)

CARLA.                    Ma io non l'ho bastonato! Che c'entro io! Rivolgetevi ad Elena.

CARLO                     (mite). Potevi però impedire ch'Elena lo bastonasse…

CARLA.                    Credevo che scherzassero da principio. Lottavano ed egli non piangeva.

OTTAVIO                 (singhiozzando). Causa tua! Hai detto che dinanzi a me non si può parlare di nulla, perché lo riporto alla mammina…

CARLA                     (arrossendo). L'ho detto cosí… non mica perché mi sarebbe dispiaciuto che riportasse qualche cosa!… Sapete che tra amiche si hanno tante cose da raccontarsi!

FORTUNATA. Immagino quello che queste amiche si raccontano!

CARLA.                    Non puoi immaginarlo.

FORTUNATA. Non credevo di doverti rimproverare ancora oggi la tua ingratitudine. Vieni, Ottavio! (Lo trascina via.)

CARLA.                    Tu, poi, quando tua moglie ha parlato, non c'è piú verso di convincerti…

CARLO.                    Tu sei cattiva! È inutile che perdiamo parole su questo argomento! Va ad aiutare Fortunata a finir di preparare la stanzetta qui accanto. Qui firmeremo il contratto. (Carlo via.)

 

SCENA QUINTA

EMILIO e DETTO

 

EMILIO                     (entrando). Buon giorno. Ha veduto mia moglie?

CARLO                     (ridendo). Era qui poco fa, ma credo che adesso sia discesa.

EMILIO.                    Perché ride?

CARLO.                    Perché la signora ha lasciato tracce del suo passaggio.

EMILIO.                    Quali tracce?

CARLO.                    Ha bastonato il mio figliuolo.

EMILIO.                    Ah! E cosa dirà la signora Fortunata?

CARLO.                    Ha già detto, e speriamo che non dirà piú nulla.

EMILIO.                    Io le chiedo scusa.

CARLO.                    Oh, non ne vale la pena! Obbligherò io Ottavio a chiedere scusa alla signora Elena.

EMILIO.                    Questo poi no. Senza nulla sapere della questione fra suo figlio e mia moglie, penso che mia moglie abbia avuto torto.

CARLO.                    Badi che riporterò questo suo giudizio alla signora Elena!

EMILIO                     (indifferente). Faccia pure. (Guarda l'orologio.) A che ora firmano il contratto?

CARLO.                    Appena dopopranzo, sa. Questa mane voglio trattare io con lo zio dello sposo avendo da porre alcune condizioni.

EMILIO.                    Allora per questa mane non ha bisogno di me?

CARLO.                    Bisogno no. Ma avrei piacere che rimanesse a farmi un po' di compagnia.

EMILIO.                    Mi dispiace, ma non posso! Questa mattina andrò a lavorare e dopopranzo verrò qui.

CARLO.                    So già quale sacrificio lei fa dedicandoci un po' del suo tempo prezioso!

EMILIO.                    Oh, col sommo piacere! La saluto!

 

 

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Edizione HTML a cura di: mail@debibliotheca.com
Ultimo Aggiornamento:13/07/2005 23.38

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