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CLASSICI DELLA LETTERATURA ITALIANA

Il Milione

di Marco Polo

 Capitoli 53-104

 

[Nota: il simbolo † indica lacune nel manoscritto originario]

53
Di Cotam.
Cotam è una provincia tra levante e greco, e dura 8 giornate. E' sono al Grande Kane, e adorano Malcometo tutti. E v'à castella e città assai e son nobile gente; e la migliore città è Cotam, onde si chiama tutta la provincia. Quivi àe bambagia assai, vino, giardini, tutte cose. Vivono di mercatantia e d'arti; non sono da arme.
Or ci partiamo di qui, e andiamo a un'altra provincia ch'à nome Pein.
54
Di Pein.
[P]ein è una piccola provincia ch'è lunga 5 giornate tra levante e greco. E' sono al Grande Kane e adorano Maccomet. E v'à castella e città assai, e la piú nobile è Pein. Egli ànno abondanza di tutte cose e vivoro di mercatantie e d'arti. E ànno cotal costume, che quando alcuono uomo ch'à moglie si parte di sua terra per stare 20 die, com'egli è partito, la moglie puote prendere altro marito, per l'usanza che v'è; e l'uomo, ove vae, puote prendere altra moglie. Altresí sappiate che tutte queste province che io v'ò contate, da Cascar infin'a qui, sono de la Grande Turchia.
Or lasciamo qui, e conteròvi d'una provincia chiamata Ciarcian.
55
Di Ciarcian.
Ciarcian è una provincia de la Grande Turchia tra greco e levante. E adorano Macomet; e àvi castella e città assai, e l[a] mastra città è Ciarcian. E v'à fiume che mena diaspido e calciadonio, e pòrtalle a vendere au Ca[t]a, e ànnone asai e buoni. E tutta questa provincia è sabione, e de Cotam [a] Pein altressí sabione. E èvi molte acque amare e ree, e ancora v'à de le dolci e buone.
E quando l'uomo si parte di Ciarcan, va bene 5 giornate per sabione, e àvi di male acque e amare, e àvi de le buone. E a capo de le 5 giornate si truova una città ch'è a capo del grande diserto, ove gli uomini prendono vivanda per passare lo diserto.
Or vi diremo di piú inanzi.
56
Di Lop.
Lop è una grande città ch'è a l'intrata del grande diserto, ch'è chiamo lo diserto de Lop, e è tra levante e greco. E' sono al Grande Cane e adorano Macomet. E quelli che vogliono passare lo diserto si riposano in Lop per una settimana, per rinfrescare loro e loro bestie; poscia prende vivande per uno mese per loro e per loro bestie.
E partendosi di questa città, entra nel diserto, e è tamanto che si penerebbe a passare bene uno anno; ma per lo minore luogo si pena lo meno a trapassare uno mese. Egli è tutto montagne e sabione e valle, e non vi si truova nulla a mangiare; ma quando s'è ito uno die e una notte, si truova acqua, ma non tanta che n'avesse oltra 50 o 100 uomini co loro bestie. E per tutto 'l diserto conviene che si vada uno die e una notte prima che acqua si truovi: e in tre luoghi o in quattro truova l'uomo l'acqua amara e salsa, e tutte l'altre sono buone, che sono nel torno da 28 acque. Non v'à né uccelli né bestie, perché non v'ànno da mangiare. E sí vi dico che quivi si truova tal maraviglia.
Egli è vero che, quando l'uomo cavalca di notte per quel diserto, egli aviene questo: che se alcuno remane adrieto da li compagni, per dormire o per altro, quando vuole pui andare per giugnere li compagni, ode parlare spiriti in aire che somigliano che siano suoi compagnoni. E piú volte è chiamato per lo suo nome propio, ed è fatto disviare talvolta in tal modo che mai non si ritruova; e molti ne sono già perduti. E molte volte ode l'uomo molti istormenti in aria e propiamente tamburi. E cosí si passa questo grande diserto.
Or lasciamo del diserto, e diremo dell[e] provinc[e] che sono all'uscita del diserto.
57
De la grande provincia di Ta(n)gut.
A l'uscita de(l) diserto si truova una città ch'à nome Sachion, che è a lo Grande Cane. La provincia si chiama Tangut; e adorano l'idoli (ben è vero ch'egli v'à alquanti nestorini, e àvi saracini). La terra è tra levante e greco. Quegli dagl'idoli ànno per loro speziale favella; no sono mercatanti, ma vivono di terra. Egli ànno molte badie e monisteri, tutti piene d'idole di diverse fatte, a li quali si fa sagrifici grandi e grandi onori. E sapiate che ogni uomo che à fanciulli fae notricare uno montone a onore degl'idoli. A capo dell'anno, ov'è la festa del suo idolo, lo padre col figliuolo menano questo montone dinanzi a lo suo idolo, e fannogli grande riverenza con tutti li figliuoli. Poscia fanno correre questo montone; fatto questo, rimenall[o] davanti a l'idolo, e tanto vi stanno ch'è detto loro uficio e loro prieghi, ch'elli salvi li loro figliuoli. Fatto questo, danno la loro parte della carne a l'idolo; l'altra tagliano e portano a loro casa o a altro luogo ch'egli vogliono, e mandano per loro parenti, e mangiano questa carne con grande festa e reverenza; poi ricolgono l'ossa e ripongolle in sopidiani o in casse molto bene. E sappiate che tutti gl'idolatori, quando alcuno ne muore, gli altri pigliano lo corpo morto e fannolo ardere. E quando si cavano di loro casa e sono portati al luogo dove debbono essere arsi, nella via li suoi parenti in piú luoghi ànno fatte certe case di pertiche o di canne copert[e] di drappi di seta e d'oro. E quando sono col morto dinanzi da questa casa, sí posano lo morto dinanzi a questa casa, e quivi ànno vino e vivande assai; e questo fanno perché sia ricevuto a cotale onore nell'altro mondo. E quando lo corpo è menato al luogo ove dé essere arso, quivi ànno uomini di carte intagliati e cavagli e camegli e monete grosse come bisanti, e fanno ardere lo corpo con tutte queste cose, e dicono che quello morto avrà tanti cavagli e montoni e danari e ogn'altra cosa nell'altro mondo quant'egli fanno ardere per amore di colui in quello luogo dinanzi dal corpo. E quando lo corpo si va ad ardere, tutti li stormenti de la terra vanno sonando dinanzi a questo corpo.
Ancora vi dico che quando lo corpo è morto sí manda gli parenti per astronomi e indivini, e dicogli lo die che nacque questo morto; e coloro, per loro incantesimi de diavoli, sanno dire a costoro l'ora che questo corpo si dee ardere. E tengollo talvolta li parenti in casa, quel morto, 8 die e 15 e uno mese, aspettando l'ora che è buona da ardere, secondo quelli indovini, né mai no gli arderebboro altrimenti. (T)engono questo corpo in una cassa grossa bene uno palmo bene serata e confitta e coperta di panno co molto zafferano e spezie, sí che no puta a quelli della casa. E sappiate che quegli della casa fanno mettere tavola dinanzi dalla cassa ov'è 'l morto, con vino e con pane e con vivande come s'egli fosse vivo, e questo fanno ogne die fino che si dee ardere. Ancora quegli indovini dicono a li parenti del morto che no è buono trare lo morto per l'uscio, e mettono cagioni di qualche stella ch'è incontra a l'uscio, onde li parenti lo mettono per altro luogo, e tale volta rompono lo muro della casa da l'altro lato. E tutti gl'idoli del mondo vanno per questa maniera.
Or lasciamo di questa e direnvi d'altre terre che sono verso lo maestro, presso al capo di questo diserto.
58
De Camul.
Camul è una provincia, e già anticamente fue reame. E àvi ville e castella assai; la mastra città à nome Camul. La provincia è in mezzo di due diserti: da l'una parte è 'l grande diserto, da l'altra è uno piccolo diserto di tre giornate. Sono tutti idoli; lingua ànno per sé. Vivono de' frutti de la terra e ànno assai da mangiare e da bere, e vendonne asai. E' sono uomini di grande solazzo, che non attendono se no a sonare in istormenti e 'n cantare e ballare. E se alcuno forestiere vi va ad albergare, egli sono troppi alegri e comandano alle loro mogli che li servano in tutto loro bisogno. E 'l marito si parte di casa e va a stare altrove 2 dí o 3; e 'l forestieri rimane colla moglie e fa con lei quello che vuole, come fosse sua moglie, e stanno in grandi solazzi. E tutti quegli di questa provincia sono bozzi delle loro femine, ma nol si tengono a vergogna; e le loro femine sono belle e gioiose e molto alegre di quella usanza.
Or avenne che al tempo di Mogu Kane, segnore de' Tartari, sappiendo che tutti gli uomini di questa provincia faceano avolterare loro femine a' forestieri, incontanente comandò che niuno dovesse albergare niuno forestiere e che no dovessero avolterare loro femine. E quando quelli di Camul ebbero questo comandamento, furono molto tristi, e fecero colsiglio e mandaro al signore uno grande presente; e mandarollo pregando che gli lasciasse fare la loro usanza e degli loro antichi, però che gli loro idoli l'aveano molto per bene, e per quello lo loro bene de la terra è molto moltiplica[t]o. E quando Mogu Kane intese queste parole, rispuose: "Quando volete vostra onta, e voi l'abiate". E tuttavia mantengon quella usanza.
Or lasciamo di Camul e diremo d'altre province tra maestro e tramontana.
59
Chingitalas.
Chingitalas è una provincia che ancora è presso al diserto, entro tramontana e maestro. E è grande 6 giornate e è del Grande Kane. Quivi àe città e castella assai; quivi à 3 generazioni di genti, cioè idoli, e quegli ch'adorano Maccomet, e cristiani nestorini.
Quivi àe montagne ove à buone vene d'acciaio e d'andanico; e in queste montagne è un'altra vena, onde si fa la salamandra. La salamandra non è bestia, come si dice, che vive nel fuoco, ché neuno animale puote vivere nel fuoco; ma diròvi come si fa la salamandra. Uno mio compagno ch'à nome Zuficar - èe un Turchio - istede in quella contrada per lo Grande Kane signore 3 anni e facea fare queste salamandre; e disselo a me, e era persona che le vide assai volte, e io ne vidi de le fatte. Egli è vero che quella vena si cava e stringesi insie[me] e fa fila come di lana; e poscia la fa seccare e pestare in grandi mortai di covro, poscia la fanno lavare e la terra sí cade, quella che v'è apiccata, e rimane le file come di lana; e questa si fila e fassine panno da tovaglie. Fatte le tovaglie, elle sono brune, mettendole nel fuoco diventano bianche come nieve; e tutte le volte che sono sucide, si pognono nel fuoco e diventano bianche come neve. E queste sono le salamandre, e l'altre sono favole. Anco vi dico che a Roma à una di queste tovaglie che 'l Grande Kane mandò per grande presenti, perché 'l sudario del Nostro Signore vi fosse messo entro.
Or lasciamo di questa provincia e anderemo a altre province tra greco e levante.
60
De Succiur.
Quando l'uomo si parte di questa provincia, l'uomo va 10 giornate tra greco e levante. E in tutto questo no si truova se no poca abitazione, né non v'è nulla da ricordare.
Di capo di queste 10 giornate è una provincia ch'è chiamata Succiur, nella quale àe castella e cittadi asai. Quivi àe cristiani e idoli, e sono al Grande Kane. E la grande provincia jeneraus ov'è questa provincia, e queste due ch'io v'ò contato in arieto, è chiamata Cangut. E per tutte sue montagne si truova lo reubarbaro in grande abondanza, e quivi lo comperano li mercatanti e portalo per tutto il mondo. Vivon del frutto della terra, non si travagliano di mercata(n)tie.
Or ci partiremo di qui, e diremo di Canpicion.
61
Di Ca(n)picion.
Canpicion è una cittade ch'è in Ta(n)gut, e è molto nobile e grande; e è capo della provincia di Tangut. La ge(n)te sono idoli, e àvi di quelli ch'adorano Malcomet, e èvi cristiani; e èvi in quella città 3 chiese grandi e belle. Gl'idoli ànno badie e monisteri secondo loro usanza; egli ànno molti idoli, e ànnone di quegli che sono grandi 10 passi, tale di legno, tale di terra e tali di pietra; e sono tutti coperti d'oro, molto begli.
Or sappiate che gli aregolati degl'idoli vivono piú onestamente che gli altri. Egli si guarda de lusuria, ma no l'ànno per grande peccato; ma se truovano alcuno uomo che sia giaciuto con femina contra natura, egli lo condanna a morte. E sí vi dico ch'egli ànno lunare come noi abiamo lo mese. E è alcuno lunare che niuno idolo ucciderebbe alcuna bestia per niuna cosa; e dura per 5 giorni, né non manicherebboro carne uccisa in quegli 5 die. E' vivono piú onesti questi 5 die che gli altri. Egli prendono fino in 30 femine e piú e meno, secondo chi è ricco, ma sapiate che la prima tiene per la migliore; e se alcuna non li piace, egli la puote bene cacciare. Egli prendo per moglie la cugina e la zia, e nol tengono peccato. Egli vivono come bestie.
Or ci partiamo di qui, e conteremovi d'altre verso tramontana. E sí vi dico che messer Niccolò e messer Mafeo e messer Marco dimorarono uno anno per loro fatti in questa terra. Ora anderemo 60 giornate verso tramontana.
62
De Ezima.
Or truova Ezima dopo 12 giornate, che è al capo del diserto del sabion, e è de la provincia di Ta(n)gut. E' sono idoli. Egli ànno camegli e bestie assai; e quivi nasce falconi lanieri assai e buoni. Elli vivono di terra e no sono mercatanti.
E in questa città si piglia vivanda per 40 giorni per uno diserto, onde si conviene andare, ché non v'è abitagione né erbe né frutto, se none la state vi sta certa gente. Quivi à valle e montagne, e ben vi si truova bestie salvatiche assai, come asine salvatiche. Quivi àe boschi di pini. E quando l'uomo à cavalcato 40 giornate per questo diserto, truova una provincia verso tramontana: udirete quale.
63
Di Carocaron.
Carocaron è una città che gira tre miglia, nella quale fue lo primo signore ch'ebbero i Tartari, quando egli si partiro di loro contrada. E io vi conterò di tutti li fatti delli Tartari, e com'egli ebbero segnoria e com'egli si sparsero per lo mondo.
E' fu vero che gli Tartari dimoravano in tramontana, entro Ciorcia; e in quelle contrade àe grandi piagge, ove non è abitagione, cioè di castelle e di cittadi, ma èvi buon[e] past[ure] e acque assai. Egli è vero ch'egli none aveano signore, ma faceano reddita a uno signore, che vale a dire in francesco Preste Gianni; e di sua grandezza favellava tutto 'l mondo. Li Tartari li davano d'ogni 10 bestie l'una.
Or avenne che li Tartari moltiplicaro molto. Quando Preste Gianni vide ch'egli moltipricavano cosí, pensò ch'egli li puotessero nuocere, e pensò di partigli per piú terre. Adonqua mandò de' suo baroni per fare ciò; e quando li Tartari udiro quello che 'l signore volea fare, egli ne furo molto dolenti. Alora si partiro tutti insieme e andarono per luoghi diserti verso tramontana, tanto che 'l Preste Giovanni non potea loro nuocere; e ribellàrsi da lui e no gli facean nulla rendita. E cosí dimorarono uno grande tempo.
64
Come Cinghis fue il primaio Kane.
Or avenne che nel 1187 anni li Tartari fecero uno loro re ch'ebbe nome Cinghis Kane. Costui fu uomo di grande valenza e di senno e di prodezza; e sí vi dico, quando costui fue chiamato re, tutti li Tartari, quanti n'era al mondo che per quelle contrade erano, s[i] vennero a lui e tennello per signore; e questo Cinghis Kane tenea la segnoria bene e francamente. E quivi venne tanta moltitudine di Tartari che no si potrebbe credere; quando Cinghi si vide tanta gente, s'aparechiò con sua gente per andare a conquistare altre terre. E sí vi dico ch'egli conquistò bene otto province in poco tempo, né no li face' male a cui egli pigliava né no rubavano, ma menavaglisi drieto per conquistare l'altre contrade, e cosí conquistò molta gente. E tutta gente andavano volontieri dietro a questo signore, veggendo la sua bontà; quando Cinghi si vide tanta gente, disse che volea conquistare tutto 'l mondo.
Alotta mandò suo messaggi al Preste Gianni - e ciò fue nel 1200 anni -, e mandògli a dire che volea pigliare sua [figliuola] per moglie. Quando 'l Preste Gianni intese che Cinghi avea dimandata la figliuola, tenneselo a grande dispetto, e disse: "Non à Cinghi grande vergogna a dimandare mia figlia per moglie? Non sa egli ch'egli è mio uomo? Or tornate, e ditegli ch'io l'arderei inanzi ch'io gliele dessi per moglie; e ditegli che conviene ch'io l'uccida siccome traditore di suo signore". E disse a li messi: "Partitevi incontanente e mai non ci tornate". Li messaggi si partiro e vennersine al Grande Kane, e ridissorli quello che 'l Preste Gianni avea detto tutto per ordine.
65
Come Cinghi Kane fece suo sforzo contra Preste Gianni.
E quando Cinghi Kane udío la grande villania ch 'l Preste Gianni gli avea mandata, enfiò sí forte che per poco non li crepò lo cuore entro 'l corpo, perciò ch'egli e(ra) uomo molto segnorevole. E' disse che conviene che cara gli costi la villania che gli mandò a dire, e che egli gli farebbe sapere s'egli è suo servo. Alotta Cinghi fece lo magiore isforzo che mai si facesse, e mandò a dire al Preste Gianni che si difendesse. Lo Preste Gianni fue molto lieto, e fece suo isforzo, e disse di pigliare Cinghi e ucciderlo; e fecisene quasi beffe, non credendo che fosse tanto ardito. Or quando Cinghi Kane ebbe fatto suo isforzo, venne a uno bello piano ch'à nome Tanduc, ch'è presso al Preste Gianni, e quivi mise lo campo. Udendo ciòe, lo Preste Gianni si mosse co sua gente per venire contra Cinghi; quando Cinghi l'udío, fu molto lieto.
Or lasciamo de Cinghi Kane, e diciamo del Preste Gianne e di sua gente.
66
Come 'l Preste G(i)anni venne contra Cinghi.
E quando lo Preste Gianni seppe che Cinghi era venuto sopra lui, mossesi con sua gente, e venne al piano ov'era Cinghi, presso al campo di Cinghi a 10 miglia. E ciascuno si riposò per essere freschi lo dí della battaglia; e l'uno e l'altro istava nel piano de Ten[d]uc. Uno giorno fee venire Cinghi suoi astorlogi cristiani e saracini, e comandògli che gli dicesse(r) chi dovea vincere. Li cristiani fecero venire una canna e fesserla nel mezzo, e dilungaro l'una da l'altra, e l'una misero da la parte di Cinghi e l'altra da la parte di Preste Gianne; e miser el nome di Preste Gianni sulla canna dal suo lato e 'l nome di Cinghi in su l'altra, e dissero: "Qual canna andarà su l'altra, quegli sarà vincente". Cinghi Kane disse che questo volea egli bene vedere, e disse che glil mostrassero il piú tosto che potessoro. Quegli cristiani ebbero lo Saltero e lessero certi versi e salmi e loro incantamenti; alora la canna ov'era lo nome di Cinghi montò su l'altra, e questo vide ogni uomo che v'era. Quando Cinghi vide questo, egli ebbe grande alegrezza, perché vide li cristiani veritieri. Li saracini istarlogichi di queste cose non seppero fare nulla.
67
De la battaglia.
[A]presso quello die s'aparecchiaro l'una parte e l'altra, e combattérsi insieme duramente, e fue la magior battaglia che mai fosse veduta. E fue lo magiore male e da una parte e da l'altra, ma Cinghi Kane vinse la battaglia; e fuvi morto lo Preste Giane, e da quello die inanzi perdéo sua terra tutta. E andolla conquistando, e regnò 6 anni su questa vittoria, pig[li]ando molte province. Di capo di 6 anni, istando a uno castello ch'à nome Caagu, fu fedito nel ginocchio d'uno quadrello, ond'egli si ne morío; di che fue grande danno, perciò ch'egli era prode uomo e savio.
Ora abiamo contato come gli Tartari ebboro in prima segnore - ciò fue Cinghi Kane, - com'egli vinse lo Preste Giani. Or vi diremo di loro costumi e di loro usanza.
68
Del novero degli Grandi Cani, quanti furo.
Sappiate veramente ch'apresso Cinghin Cane fue Cin Kane, lo terzo Bacchia Kane, lo quarto Alcon, lo quinto Mogui, lo sesto Cublam Kane. E questi àe piú podere, ché se tutti gli altri fossero insieme, non poterebboro avere tanto podere com'àe questo Kane dirieto ch'à oggi, e à nome Cablam Kane. E dicovi piú, ché se tutti li signori del mondo, e saracini e cristiani, (fossero insieme), non potrebboro fare tanto tra tutti come farebbe Coblam Kane.
E dovete sapere che tutti li Grandi Kani disces[i] da Cinghi Kane sono sotterati a una montagna grande, la quale si chiama Alcai; e ove li grandi signori de' Tartari muoiono, se morissoro 100 giornate di lungi a quella montagna, sí conviene ch'egli vi siano portati. E sí vi dico un'altra cosa, che quando l[i] corp[i] de li Grandi Kani sono portati a sotterare a questa montagna, e egli sono lungi 40 giornate e piú e meno, tutte le gente che sono incontrate per quello viaggio dove si porta lo morto, tutti sono messi a le spade e morti. E dicogli, quando gli uccidono: "Andate a servire lo vostro signore ne l'altro mondo", ché credono che tutti quegli che sono morti, per ciò lo debbiano servire ne l'altro mondo. E cosí uccidono gli cavagli, e pure gli migliori, perché 'l signore gli abbia ne l'altro mondo. E sappiate, quando Mo[gui] Kane morío, furo morti piú di 20.000 uomini che 'ncontravano lo corpo che s'anda(va) a sotterare.
Da che ò cominciato de' Tartari, sí ve ne dirò molte cose. Li Tartari dimorano lo verno in piani luoghi ove ànno erba e buoni paschi per loro bestie; di state in luoghi freddi, in montagne e in valle, ov'è acqua e (a)sai buoni paschi. Le case loro sono di legname, coperte di feltro, e sono tonde, e pòrtallesi dietro in ogni luogo ov'egli vanno, però ch'egli ànno ordinate sí bene le loro pertiche, ond'egli le fanno, che troppo bene le possono portare leggeremente. In tutte le parti ov'egli vogliono queste loro case, sempre fanno l'uscio verso mezzodie. Egli ànno carette coperte di feltro nero che, per che vi piova suso, non si bagna nulla che entro vi sia. Egli le fanno menare a buoi e a camegli, e'n su le carette pongono loro femmine e loro fanciugli. E sí vi dico che le loro femmine comperano e vendono e fanno tutto quello che agli loro mariti bisogna, però che gli uomini non sanno fare altro che cacciare e ucellare e fatti d'oste. Egli vivono di carne e di latte e di cacci(a)gioni; egli mangiano di pomi de faraon, che vi n'à grande abondanza da tutte parti; egli mangiano carne di cavallo e di carne e di giument'e di buoi e di tutte carni, e beono latte di giumente. E per niuna cosa l'uomo non toccarebbe la moglie de l'altro, però che l'ànno per malvagia cosa e per grande villania. Le donne sono buone e guarda bene l'onore de' l[oro] signori, e governano bene tutta la famiglia. Ciascheuno puote pigliare tante mogli quant'egli vuole infino in 100, se egli àe da poterle mantenere; e l'uomo dàe a la mad(r)e della femina, e la femina non dà nulla a l'uomo, ma ànno per migliore e per piú veritier[a] la prima moglie che l'altre. Egli ànno piú figliuoli che l'altra gente per le molte femmine. Egli prende per moglie le cugine e ogni altra femina, salvo la madre; e prendono la moglie del fratello, s'egli muore. Quando piglia moglie, fanno grandi nozze.
69
Del dio de' Tartari.
Sappiate che loro legge è cotale, ch'egli ànno un loro idio ch'à nome Natigai, e dicono che quello è dio terreno, che guarda loro figliuoli e loro bestiame e loro biade. E' fannogli grande onore e grande riv(er)enza, ché ciascheuno lo tiene in sua casa. E' fannogli di feltro e di panno, e 'l tengono in loro casa; e ancora fanno la moglie di questo loro idio, e fannogli filiuoli ancora di panno. La moglie pongono dal lato manco e li figliuoli dinanzi: molto gli fanno onore. Quando vengono a mangiare, egli tolgono de la carne grassa e ungogli la bocca a quello dio e sua moglie e a quegli figliuoli. Poscia pigliano del brodo e gittanne giú da l'usciuolo ove stae quello idio. Quando ànno fatto cosí, dicono che lor dio e sua famiglia àe la sua parte. Apresso questo, mangiano e beono; e sappi(a)te ch'egli beono latte di giumente, e cónciallo in tal modo che pare vino bianco: è buono a bere, e chiàmallo chemmisi.
Loro vestimenta sono cotali: gli ricchi uomini vestono di drappi d'oro e di seta, e ricche pelli cebeline e ermine e de vai e de volpi molto riccamente; e li loro arnesi sono molto di grande valuta. Loro arme sono archi, spade e mazze, ma d'archi s'aiutano piú che d'altro, ché egli sono troppi buoni archieri; in loro dosso portano armadura di cuio di bufalo e d'altre cuoia forti.
Egli sono uomini in battaglie vale(n)tri duramente. E diròvi come eglino si possono travagliare piú che l'altri uomini, ché, quando bisognerà, egli andrà e starà un mese senza niuna vivanda, salvo che viverà di latte di giumente e di carne di loro cacciagioni che prendono. Il suo cavallo viverà d'erba ch'andrà pascendo, che no gli bisogna portare né orzo né paglia. Egli sono molto ubidienti a loro signore; e sappiate che, quando bisogna, egli andrà e starà tutta notte a cavallo, e 'l cavallo sempre andarà pascendo. Egli sono quella gente che piú sostengono travaglio e [male], e meno vogliono di spesa, e che piú vivono, e sono per conquistare terre e regnami.
Egli sono cosí ordinati che, quando uno signore mena in oste 100.000 cavalieri, a ogne mille fa uno capo, e a (o)gne 10.000, sicché non àe a parlare se non con 10 uomini lo signore de li 10.000, e quello de' 100.000 non à a pa(r)lare se no co 10; e cosí ogni uomo risponde al suo capo. E quando l'oste vae per monti e per valle, sempre vae inanzi 200 uomini per sguardare, e altrettanti dirietro e da lato, perchè l'oste non possa essere asalito che nol sentissoro. E quando egli vanno in oste da la lunga, egli portano bottacci di cuoio ov'egli portano loro latte, e una pentolella u' egli cuocono loro carne. Egli portano una piccola tenda ov'egli fuggono da l'acqua. E sí vi dico che quando egli ha bisogno, eglino cavalcano bene 10 giornate senza vivanda di fuoco, ma vivono del sangue delli loro cavalli, ché ciascheuno pone la bocca a la vena del suo cavallo e bee. Egli ànno ancora loro latte secco come pasta, e mettono di quello latte nell'acqua e disfannolovi entro e poscia 'l beono.
Egli vincono le battaglie altresí fuggendo come cacciando, ché fuggendo saettano tuttavia, e gli loro cavagli si volgoro come fossero cani; e quando gli loro nemici gli credono avere isconfitti cacciandogli, e e' sono sconfitti eglino, perciò che tutti li loro cavagli sono morti per le loro saette. E quando li Tartari veggono gli cavagli di quegli che gli cacciano morti, egli si rivolgono a loro e sconfiggoli per la loro prodezza; e in questo modo ànno già vinte molte battaglie.
Tutto questo ch'io v'ò contato e li costumi, è vero de li diritti Tartari; e or vi dico che sono molto i bastardi, ché quegli che usano au Ca[t]a se mantengono li costumi degl'idoli, e ànno lasciata loro legge; e quegli che usano in levante tegnono la maniera degli saracini.
La giustizia vi si fa com'io v(i) diròe. Egli è vero, se alcuno àe imbolato una picciola cosa, ch'egli (non) ne debbia perdere persona, e gli è dato 7 bastonate o 12 o 24, e vanno infino a le 107, secondo ch'à fatta l'ofesa; e tuttavia ingrossano giugne(ndo)ne 10. E se alcuno à tolto tanto che debbia perdere persona o cavallo o altra grande cosa, si è taglia[t]o per mezzo con una ispada; e se egli vuole pagare 9 cotanto che non vale la cosa ch'egli à tolta, campa la persona.
Lo bestiame grosso non si guarda, ma è tutto segnato, ché colui che 'l trovasse, conosce la 'nsegna del signore e rimandal[o]; peccore e bestie minute bene si guardano. Loro bestiame è molto bello e grosso.
Ancora vi dico un'altra loro usanza, ciò che fanno ma[trimoni] tra loro di fanciulli morti, ciò è a dire: uno uomo à uno suo fanciullo morto; quando viene nel tempo che gli darebbe moglie se fosse vivo, alotta fa trovare uno ch'abbia una fanciulla morta che si faccia a lui, e fanno parentado insieme e danno la femina morta a l'uomo morto. E di questo fanno fare carte; poscia l'ardono, e quando veggono lo fumo in aria, alotta dicono che la carta vae nell'altro mondo ove sono li loro figliuoli, e queglino si tengono per moglie e per marito nell'altro mondo. Egli ne fanno grandi nozze e versane assai, ché dicono che vae a li figliuoli ne l'altro mondo. Ancora fanno dipignere in carte uccegli, cavagli, arnesi, bisanti e altre cose assai, e poscia le fanno ardere, e dicono che questo sarà presentato da divero ne l'altro mondo a li loro figliuoli. E quando questo è fatto, egli si tengono per parenti e per amici, come se gli loro figliuoli fossero vivi.
Or v'abiamo contato l'usanze e gli costumi de' Tartari; ma io non v'ò contato degli grandi fatti de li Grandi Cani e di sua corte; ma io ve ne conterò in questo libro, ove si converàe. Or torneremo al grande piano che noi lasciammo quando cominciammo a ragionare de li Tartari.
70
Del piano di Bangu.
Quando l'uomo si parte de Caracoron e de Alcai, ov'è lo luogo ove si sotterrano li corpi de li Tartari, sí come v'ò contato di sopra, l'uomo vae piú inanzi per una contrada verso tramontana, l[a] quale si chiama lo piano di Bangu, e dura bene 40 giornate. La gente sono chiamate Mecricci, e sono salvatica gente; egli vivono di bestie e 'l piú di cerbi. E' sono al Grande Kane. Egli non ànno biade né vino; la state ànno cacci(a)gioni e uccellagioni assai, di verno non vi stae né bestie né uccelli per lo grande freddo. E quando l'uomo è di capo dalle 40 giornate, l'uomo truova lo mare Azziano. E quivi àe montagne ove li falconi pelegrini fanno loro nidio, né no v'à se no una generazione d'uccegli, de che si pascono quegli falconi, e son grandi come pernice, e chiamansi bugherlac; egli ànno fatto li piedi come papagallo, la coda come rondene, e molto sono volanti. E quando 'r Grande Kane vuole di quegli falconi, manda a quella montagna. E nell'isol[e] di quello mare nasce gli gerfalchi. E sí vi dico che questo luogo è tanto verso la tramontana, che la tramontana rimane adrieto verso mezzodie. E di quegli gerfalchi v'à tanti che 'l Grande Kane n'à tanti com'egli vuole; e † quegli che porta questi girfalchi a li Tartari li portino al Grande Kane e a li segnori del Levante, cioè ad Argo ed agli altri.
Or v'abiàno contato tutti li fatti delle province de la tramontana fino al mare Ozeano. Oggiomai vi conteremo d'altre province, e ritorneremo al Grande Kane; e ritorneremo a una provincia che noi abiamo iscritta in nostro libro, ch'à nome Canpitui.
71
Del reame d 'Erguil.
E quando l'uomo si parte di questo Canpitui che io v'ò contato, l'uomo vae 5 giornate per luogo ove è molti spiriti, li quali l'uomo gli ode parlare per l'aria la notte piú volte. A capo di queste 5 giornate, l'uomo truova uno reame ch'à nome Erguil, e è al Grande Kane; e è de la grande provinc[ia] di Tengut, che àe piú reami. Le genti sono idoli, e cristiani nestorini, e quegli che adorano Malcomet. E v'àe cittadi asai, e la mastra cittade à nome Ergigul.
E uscendo di questa città, andando verso Catai, si truova una città ch'a no(m)e Singui. E àvi ville e castelle assai, e sono di Tangut medesimo, e è al Grande Kane. Le genti sono idoli, e che adorano Malcomet, e cristiani. E v'à buoi salvatichi che sono grandi come leofanti, e sono molto begli a vedere, ché egli sono tutti pilosi, fuor lo dosso, e sono bianchi e neri, lo pelo lungo 3 palmi: e' sono sí begli ch'è una meraviglia. E de questi buoi medesimi ànno de' dimestichi, perch'ànno presi de' salvatichi e ànnogli fatt'alignare dimestichi; egli gli caricano e lavorano con essi, e ànno forza due cotanto che gli altri.
E in questa contrada nasce lo migliore moscado che sia al mondo. Sapiate che 'l moscado si truova in questa maniera, ch'ell'è una picciola bestia come una gatta, ma è cosí fatta: ella àe pelo de cerbio, cosí grosso lo piede come gatta, e àe 4 denti, due di sotto e due di sopra, che sono lunghi tre dita e sono sotile, li due vanno in giuso e le due in suso. Ell'è bella bestia.
Lo moscado si truova in questa maniera, che quando l'uomo l'àe presa, l'uomo truova tra la pelle e la carne, dal bellíco, una postema, e quella si taglia con tutto 'l cuoio, e quello è lo moscado, di che viene grande olore. E in questa contrada n'àe grande abonda(n)za, cosí buono com'i' v'ò detto.
Egli vivono di mercatantia e d'arti, e ànno biade. La provincia è grande 15 giornate. E v'à fagiani due cotanto grandi ch'e' nostri: egli sono grandi come paoni, un poco meno; egli ànno la coda lunga 10 palmi e 9 e 8 e 7 almeno. Ancora v'à fagiani fatti come quegli di questo paese.
Le gente sono idole, e grasse, e ànno piccolo naso, li capelli neri; non ànno barb[a] se no al mento. Le donne non ànno pelo adosso in niuno luogo, salvo che nel capo; elle ànno molto bella carne e bianca, e sono bene fatte di loro fattezze, e molto si dilettano con uomini. E puossi pigliare tante femine come altri vuole, abiento il podere; e se la femina è bella e è di piccolo legnaggio, uno grande uomo la toglie e dàe a la mad(r)e molto avere e di ciò ch'egli s'accordano.
Or ci partiamo di qui, e anderemo a un'altra provincia verso levante.
72
De l'Egrig(a)ia.
E quando l'uomo si parte d'Erguil e vassi per levante 8 giornate, egli truova una provincia chiamata Egrigaia. E èvi cittadi e castella assai, e è di Tengut, la mastra città è chiamata Calatian. La gente adorano idoli: e àvi tre chiese de cristiani nestorini. E sono al Grande Kane. In questa città si fa giambellotti di pelo di camello, li piú belli del mondo; e de lana bianca fanno giambellotti bianchi molto begli, e fannone in grande quantitade e portansi in molte parti.
Ora usciamo di questa provincia, e 'nteremo in un'altra provincia chiamata Tenduc; e enteremo in nelle terre del Preste Giovanni.
73
De la provincia di Tenduc.
Tenduc è una provincia verso levante, ov'à castella e cittadi assai. E' sono al Grande Kane, e sono discendenti dal Preste Giovanni. La mastra cittade è Tenduc. E de questa provincia è re uno discendente de legnaggio del Preste Giovanni, e ancora si è Preste Gianni, e suo nome si è Giorgio. Egli tiene la terra per lo Grande Kane, ma non tutta quella che tenea lo Preste Gianni, ma alcuna parte di quelle medesime. E sí vi dico che tuttavia lo Grande Kane à date di sue figliuole e de sue parenti a quello re discendente del Preste Gianni.
In questa provincia si truova le pietre onde si fa l'azurro molto buono; e v'à giambellotti di pelo di gamello. Egli vivono di frutti della terra; quivi si à mercatantie ed arti.
La terra tengono li cristiani, ma e' v'à degl'idoli e di quelli ch'adorano Maccometo. Egli sono li piú bianchi uomini del paese e i piú begli e i piú savi e i piú uomini mercatanti.
E sappiate che questa provincia era la mastra sedia del Preste Gianni, quando egli signoregiava li Tartari e tutta quella contrada; e ancora vi stae li suoi descendenti; el re che la segnoreggia è de suo legnaggio. E questo è lo luogo che noi chiamiamo Gorgo e Magogo, ma egli lo chiamano Nug e Mungoli; e in ciascheuna di queste province àe generazione di gente [...] e in Mugul dimorano li Tartari.
E quando l'uomo cavalca per questa provincia 7 giornate per levante verso li Tartari, l'uomo truova molte cittadi e castelle, ov'è gente ch'adorano Malcomet, e idoli, e cristiani nestorini. Egli vivono d'arti e di mercatantie. Egli sanno fare drappi dorati che si chiama nasicci, e drappi di seta di molte maniere. Egli sono al Grande Kane.
E v'è una città ch'à nome Sindatui, ove si fa molte arti, e favisi tutti fornimenti da oste. E àe una montagna ov'è una molto buona argentiera. Egli ànno cacciagioni di bestie e d'uccegli.
Noi ci partiremo di qui e anderemo 3 giornate e troveremo una città che si chiama Ciagannuor, nella quale àe uno grande palagio che è del Grande Kane. E sappiate che 'l Grande Kane dimora volontieri i(n) questa città e in questo palagio, perciò ch'egli v'àe lago e riviera assai, ove dimora molte grue; e àvi uno molto bello piano, ove dimora grue assai, fagiani e pernici e di molte fatte d'uccelli. E per questo vi prende il Grande Kane molto solazzo, perch'egli fa uccellare a gerfalchi e a falconi, e prendono molti uccelli. E' v'à 5 maniere di grue: l'una sono tutti neri come carboni, e sono molto grandi; l'altra sono tutti bianchi e ànno l'alie molto belle, fatte come quelle del paone, lo capo ànno vermiglio e nero e molto bene fatto, lo collo nero e bianco, e sono magiori de l'altre assai; la terza maniera sono fatti come li nostri la quarta maniera sono piccoli e ànno agli orecchi penne nere e bianche; la quinta sono tutti grigi, grandissimi, e ànno lo capo bianco e nero.
E apresso a questa città à una valle ove 'l Grande Kane à fatte fare molte casette, ov'egli fa fare molte cators, cioè contornici, e a la guardia di questi uccegli fa stare piú òmini. E àvine tanta abondanza che ciò è meraviglia; e qua(n)do lo Grande Kane viene in quella contrada àe di questi uccegli grande abondanza.
Di qui ci partiremo, e andaremo tre giornate tra tramontana e greco.
74
De la città di Giandu.
Quando l'uomo è partito di questa cittade e cavalca 3 giornate, sí si truova una cittade ch'è chiamata Giandu, la quale fee fare lo Grande Kane che regna, Coblai Kane. E àe fatto fare in questa città uno palagio di marmo e d'altre ricche pietre; le sale e le camere sono tutte dorate e è molto bellissimo marivigliosamente. E atorno a questo palagio è uno muro ch'è grande 15 miglia, e quivi àe fiumi e fontane e prati assai. E quivi tiene lo Grande Kane di molte fatte bestie, cioè cerbi, dani e cavriuoli, per dare mangiare a' gerfalchi e a' falconi ch'egli tiene in muda: in quello lugo egli v'à bene 200 gerfalchi. Egli medesimo vuole andare bene una volta ogne settimana (a vedere). E piú volte quando 'l Grande Kane vae per questo prato murato, porta uno leopardo in sulla groppa del cavallo; e quando egli vuole fare pigliare alcuna di queste bestie, lascia andare lo leopardo, e 'l leopardo la piglia e falla dare agli suoi gerfalchi ch'egli tiene in muda; e questo fae per suo diletto.
Sappiate che 'l Grande Kane àe fatto fare in mezzo di questo prato uno palagio di canne, ma è tutto dentro innorato, e è lavorato molto sottilemente a besti' e a uccegli innorat[i]. La copertura è di canne, vernicata e comessa sí bene che acqua non vi puote intrare. Sappiate che quelle canne sono grosse piú di 3 palmi o 4, e sono lunghe (da) 10 passi infino in 15; e tagliansi al nodo e per lungo, e sono fatte come tegoli, sicché se può bene coprire la casa. E àl fatto fare sí ordinatamente ch'egli lo fa disfare quando egli vuole, e fallo sostenere a piú di 200 corde di seta.
E sappiate che tre mesi dell'anno vi stae in questo palagio lo Grande Kane, cioè giugno, luglio, agosto, e questo fae perché v'è caldo. E questi tre mesi questo palagio sta fatto, gli altri mesi dell'anno istà disfatto e riposo; e puollo fare e disfare a suo volere. E quando egli viene a' 28 die d'agosto, lo Grande Kane si parte di questo palagio; e diròvi la cagione.
Egli è vero ch'egli àe una generazione di cavagli bianchi e di giumente bianche come neve, senza niuno altro colore - e sono in quantità bene di 10.000 giumente -, e lo latte di queste giumente bianche no può bere niuno se non di schiatta emperiale. Ben è un'altra generazioni di gente chiamata Oriat, che ne possono bere, ché Cinghi Kane gli diede quella grazia per una battaglia che vinsero co lui jadis. E quando queste bestie vanno pascendo, gli è fatto tanto onore, che no è sí grande barone che passasse per queste bestie, per no scioperalle del pascere. E gli stronomi e gl'idoli ànno detto al Grande Kane che di questo latte si dee versare ogn'anno a' 28 die d'agosto per l'aria e per la terra, acciò che gli spiriti e gl'idoli n'abbiano a bere la loro parte, acciò che gli salvino loro famiglie, uccegli e ogne loro cosa.
E quando si parte lo Grande Kane e va a un altro luogo. E sí vi dirò una maraviglia ch'io avea dimenticata, che quando 'l Grande Kane è in questo palagio e egli viene uno male tempo, egli àe astronomi e incantatori, e fa[nno] che 'l male tempo non viene in sul suo palagio. E questi savi uomini son chiamati Tebot, e sanno piú d'arti di diavoli che tutta l'altra gente, e fanno credere a le genti che questo aviene per santità. E questa gente medesima ch'io v'ò detto ànno una tale usanza, che quando alcuno uomo è morto per la segnoria, eglino lo fanno cuocere e màngiallo, m[a] non se morisse di sua morte.
E' sono sí grandi incantatori che, quando 'l Grande Kane mangia in su la maestra sala, e gli coppi pieni di vino o di latte o d'altre loro bevande, che sono dall'altro capo della sala, sí gli fanno venire sanza ch'altri gli tocchi, e vegnono dinanzi al Grande Kane; e questo vede bene 10.000 persone, e questo è vero senza menzogna, e questo ben si puote fare per nigromanzia.
† E quando viene niuna festa di niuno idolo, egli vanno al Grande Kane, e fannosi dare cotanti montoni e legno aloe e altre cose per fare onore a quello idolo, perciò che si salvi lo suo corpo e le sue cose. E quando questi incantatori ànno fatto questo, fanno grande afummata dinanzi agl'idoli di buone ispezie, con grandi canti. Poscia ànno questa carne cotta di questi montoni, e' póngolla dinanzi all'idolo e versano lo brodo quae e làe, e dicono che gl'idoli ne piglino quello che egli vogliono. E in cotale maniera fanno onore agl'idoli lo dí della loro festa, ché ciascuno idolo à propia festa, come ànno gli nostri santi.
Egli ànno badie e monisteri, e sí vi dico che v'à una piccola città ch'àe uno monistero che v'àe entro piú di 2.000 monaci, e vestonsi piú onestamente che tutta l'altra gente. Egli fanno le magiori feste agli idoli del mondo, co li magiori canti e cogli magiori luminari.
Ancora v'àe un'altra maniera di rilegiosi, che fanno cosí aspra vita com'io vi conterò. Egli mai no mangiano altro che crusca di grano, e fannola istare in molle nell'acqua calda uno poco, e poscia la menano e màngialla. Quasi tutto l'anno digiunano; e molti idoli ànno e molto stanno in orazione, e tale volta adorano lo fuoco. E quelle altre regole dicono di costoro che digiunano che sono paterini. Altra maniera v'à di monaci che pigliano moglie e ànno figliuoli asai; e questi vestono di (altre) vestimenta dagli altri, sicché vi dico insomma grande differenza à da l'una a l'altra e in vita e in vestiri.
E di questi v'àe che tutti loro idoli ànno nome di femine.
Or ci partiremo di qui, e conteròvi del grandissimo segnore di tutti li Tartari, cioè lo nobile Grande Kane, che Coblain è chiamato.
75
Di tutti li fatti de(l) Grande Kane che regna aguale.
Vo'vi cominciare a parlare di tutti gli grandissimi † meraviglie del Grande Kane che aguale regna, che Coblain Kane si chiama, che vale a dire in nostra lingua 'lo signore degli signori'. E certo questo nome è bene diritto, perciò che questo Grande Kane è 'l piú possente signore di genti, di terr'e di tesoro che sia, né che mai fue, da Adam infino al die d'oggi. E questo mosterò ch'è vero in questo nostro libro, sicché ogni uomo ne serà contento. E di questo moster[ò] ragione.
76
De la grande battaglia che 'l Grande Kane fece con Naian.
Or sappiate veramente che chi è della diritta schiatta di Cinghi Kane, dirittamente d(é) essere signore di tutti li Tartari. E questo Coblaino è lo 6° Kane, ciò è a dire ch'egli è di capo del 6 Grandi Kani che sono fatti infino a qui. E sappiate che questo Coblain cominciò a regnare nel 1256 anni; e sappiate ch'egli ebbe la segnoria per suo grande valore e per sua prodezza e senno, ché gli suoi frategli gliele voleano tòrre e gli suoi parenti; e sappiate che di ragione la segnoria cadea a costui. Egli è, ch'egli cominciòe a regnare, 42 anni fino a questo punto, che corre 1298 anni; egli puote bene avere da 85 anni. E 'n prima ch'egli fosse signore, andò in piú osti e portossi gagliardamente, sicché era tenuto prode uomo de l'arme e buono cavaliere; ma poscia ch'egli fue signore, no andò in oste ma' in una volta; e que' fue nell'anno 1286, e io vi dirò perché fue.
† (Egli è) vero che uno che ebbe nome Naian, lo quale era uomo del Grande Kane e molte terre tenea da lui e province, sicché potea bene fare 400.000 d'uomini a cavallo; e suoi anticessori anticamente soleano essere sotto il Grande Kane, e era giovane di 20 anni. Or disse questo Naian che non volea essere piú sotto 'l Grande Kane, ma gli torrebbe tutta la terra. Alotta mandò Naian a Caidu, ch'era uno grande signore e era nepote del Grande Cane, che venisse dall'una part'e egli andarebbe dall'altra per tògli la terra e la segnoria. E questo Caidu disse che bene gli piace, e disse ch'egli saràe bene aparecchiato a quello tempo ch'aveano ordinato. E sappiate che questi avea da mettere in campo bene 100.000 uomini a cavallo. E sí vi dico che questi due baroni fecero grande raunata di cavalieri e di pedoni per venire adosso al Grande Kane.
77
E quando 'l Grande Kane seppe queste cose, egli non si spaventòe né mica, ma sí come savio uomo disse che mai no volea portare corona né tenere terra, se questi due traditori no mettesse a morte. E sappiate che questo Grande Kane fece tutto suo aparecchiamen(to) in 22 die celatamente, sicché non si seppe fuori del suo consiglio. Egli ebbe bene 360.000 d'uomini a cavallo e bene 100.000 uomini a piede. E sappiate che tutta questa gente fuoro di sua casa, e perciò fec'egli cosí poca gente; e s'egli avesse richiesto tutta sua gente, egli n'avrebbe avuta tanta che non si potrebbé credere, ma avrebbe troppo posto e non sarebbe fatta segreta. E questi 360.000 di cavalieri che egli fece, fuoro pur falconieri e gente che andava drieto a lui. E quando 'l Grande Kane ebbe fatto questo aparecchiamento, egli ebbe suoi istàrlogi, e dimandògli se egli dovea vincere la battaglia, e egli rispuosero di sí e ch'egli metterebbe a morte suoi nemici. Lo Grande Kane si mise in via con sua gente, e venne in 20 giornate a uno piano grande, ove Naiano era con tutta sua gente, che bene erano 300.000 di cavalieri. E' giunsero uno die la mattina per tempo, sicché Naian non ne seppe nulla, perciò che ('l) Grande Kane avea sí fatte pigliare le vie, che niuna ispia gliele potea raportare che non fosse presa. E quando 'l Grande Kane giunse al campo con sua gente, Naiano stava sul letto co la moglie in grandi solazzi, ché molto le volea grande bene.
78
Comincia la bataglia.
Quando l'alba del die fue venuta, e 'l Grande Kane aparve sopra 'l piano ove Naiano dimorava molto segretamente, perché non credea che 'l Grande Kane ardisse per niuna cosa di venirvi, e perciò non facea guardare lo campo né dinanzi né dirieto. Lo Grande Kane giunse sopra questo luogo, e avea una bertesca sopra quattro leofanti, ove avea suso insegne, sicché bene si vedeano da la lunga. Sua gente era ischierata a 30.000 a 30.000, e intorniaro tutto lo campo in uno momento. E ciascheuno cavaliere avea uno pedone in groppa con suo arco in mano.
E quando Naiano vide lo Grande Kane con sua gente, egli furono tutti ismariti e ricorsero a l'arme, e schieraronsi bene e ordinatamente, e aconciarsi, sí che non era se non a fedire.
Alotta cominciò a sonare molti istormenti ed a cantare ad alta boce; però che l'usanza de' Tartari è cotale, che 'nfino che 'l naccaro non suona, ch'è uno istormento del capitano, mai non combatterebboro, e infino che suona, gli altri suonano molti stormenti e cantano. Or è lo cantare e lo sonare sí grande da ogne parte, che ciò era maraviglia.
Quando furo aparecchiati trambo le parti, e li grandi naccari cominciaro a sonare, e l'uno venne contra l'altro, e cominciaronsi a fedire di lance e di spade. E fue la battaglia molto crudele e fellonesca, e le saette andavano tanto per aria che non si potea vedere l'aria se non come fosse piova; e li cavalieri cadeano a terra dell'una parte e dell'altra, e eravi tale romore, che gli truoni non sarebboro uditi. E sappiate che Naiano era cristiano battezato, e in questa battaglia avea egli la croce di Cristo sulla sua insegna.
E sappiate che quella fue la piú crudele battaglia e la piú paurosa che fosse mai al nostro tempo, né ove tanta gente morisse: e vi morío tanta gente tra da l'una parte e dell'altra, che ciò sarebbe maraviglia a credere. Ella duròe da la mattina infino al mezzodie passato, ma da sezzo lo campo rimase al Grande Kane. Quando Naian e sua gente vide ch'egli non potea sofferire piú, si misoro a fugire, ma non valse nulla, ché pure Naian fu preso, e tutti suoi baroni e la sua gente si rendéo al Grande Kane.
79
Come Naian fu morto.
E quando 'l Grande Kane seppe che Naian era preso, egli comandò che (fo)sse ucciso in tale maniera, ch'egli fue messo su uno tappeto e tanto pallato e menato quae e là che morío. E ciò fece, ché non volea che 'l sangue del lignaggio de lo imperadore facesse lamento a l'aria; e questo Naiano era di suo legnaggio.
Quando questa battaglia fue vinta, tutta la gente di Naian fecero rendita al Grande Kane (e) la fedeltate. Le province sono queste: la prima è Ciorcia, la seconda Cauli, la terza Barscol, (la quarta) Singhitingni.
Quando 'l Grande Kane ebbe vinta la battaglia, gli saracini e gli altri che v'erano de diversa gente si diedero maraviglia della croce che Naian avea recato nella 'nsegna, e diceano verso li cristiani: "Vedete come la croce del vostro idio à 'iutato Naian e sua gente?". E tanto diceano che 'l Grande Kane lo seppe e crucciossi contra coloro che dicean villania a li cristiani. E fece chiamare li cristiani che quivi erano, e disse: "Se 'l vostro idio non à 'iutato Naian, egli à fatto gran(n)de ragione, perciò che Dio è buono e non volle fare se non ragione. Naian era disleale e traditore, ché venía contra suo signore e perciò fece bene Dio, che non l'aiutòe". Li cristiani dissero ch'egli avea detto 'l vero, che la croce non volea fare altro che diritto, e egli à bene quello di che egli era degno. E queste parole della croce furo tra lo Grande Kane e li cristiani.
80
Come 'l Grande Kane tornò ne la città di Coblau.
Quando lo Grande Kane ebbe vinta la battaglia, come voi avete udito, egli si tornò a l(a) grande città di Coblau co grande festa e co grande solazzo. E quando l'altro re - Caidu avea nome - udío che Naian era sconfitto, non fece oste contra 'l Grande Kane, ma ebbe grande paura del Grande Kane.
Or avete udito come 'l Grande Kane andòe in oste, ché tutte l'altre volte pur mandòe suo figliuoli e suoi baroni, e questa volta vi volle andare pur egli, perciò che 'l fatto gli parea troppo grande. Or lasciamo questa matera, e ritorneremo a contare de li grandi fatti del Grande Kane.
Noi abiamo contato di quale legnaggio egli fue e sua nazione. Or vi dirò degli doni ch'egli fece a li baroni che si portaro bene nella battaglia, e quello ch'egli fee a quelli che furo vili e codardi. Io vi dico che alli prodi diede che, se egli era signore di 100 uomini, egli lo face di 1.000, e facegli grandi doni di vasellamenti d'ariento e di tavole di signore; quegli ch'àe segnoria di 100 à tavola d'ariento, e quello che l'à di 1.000, l'à d'oro o d'argento e d'oro, e quegli ch'àe segnoria di 10.000 à tavola d'oro a testa di lione.
Lo peso di queste tavole si è cotale che quel ch'à segnoria di 100 o di 1.000, la sua tavola pesa libbre 120, e quella ch'à testa di lione pesa altrettanto; l'altre sono d'argento. E in tutte queste tavole è scritto uno comandamento, e dice cosí: "Per la forza del grande dio e de la grande grazia ch'à donata al nostro imperadore, lo nome del Grande Kane sia benedetto, e tutti quegli che no ubideranno siano morti e distrutti". E ancora questi ch'ànno queste tavole, ànno brivilegi, ov'è scritto tutto ciò che debbono fare ne la loro segnoria.
Ancor vi dico che colui ch'àe signoria di 100.000, o è signore d'una grande oste generale, e questi ànno tavola che pesa 300 libbre, e àvi scritte lettere che dicono cosí come v'ò detto di sopra; e di sotto alla tavola è scolpito uno leone e da l'altro lato si è lo sole e la luna. Ancora ànno brivilegi di grandi comandamenti e di grandi fatti. E questi ch'ànno queste nobile tavole, ànno per comandamento che tutte le volte ch'eglino cavalcano, dibbiano portare sopra lo capo uno palio in significanza di grande segnoria, e tutte volte quando seggono, debbiano sedere in sedia d'ariento. Ancora a questi cotali li dona lo Grande Kane una tavola ov'è di sopra uno gerfalco intagliato. E queste tavole dona egli a li 3 grandi baroni, perciò ch'abbiano balía com'egli medesimo; e puote prendere lo cavallo del signore, nonché gli altri quando egli vuole.
Or lasciamo di questa matera, e conteròvi de le fattezze del Grande Kane e di sua contenenza.
81
De la fattezza del Grande Kane.
Lo Grande Signore de' signori, che Cob(l)ai Kane è chiamato, è di bella grandezza, né piccolo né grande, ma è di mezzana fatta. Egli è ca(r)nuto di bella maniera; egli è troppo bene tagliato di tutte le membre; egli à lo suo viso bianco e vermiglio come rosa, gli occhi neri e begli, lo naso bene fatto e ben li siede.
Egli àe tuttavia 4 femine, le quali tiene per sue dirette moglie. E 'l magiore figliuolo ch'egli àe di queste 4 moglie dé essere per ragione signore de lo 'mperio dopo la morte di suo padre.
Elle sono chiamate imperadrici, e ciascuna è chiama[t]a per su' nome, e ciascuna di queste donne tiene corte per sé, e non vi n'à niuna che non abbia 300 donzelle, e ànno molti valetti e scudieri e molti altri uomini e femine, sicché ciascuna di queste donne à bene in sua corte 10.000 persone. E quando vuole giacere con niuna di queste donne, egli la fa venire in sua camera e talvolta vae alla sua.
Egli tiene ancora molte amiche; e diròvi come: (e)gli è vero ch'egli è una generazione di Tartari, che sono chiamati Ungrac, che sono molto bella gente e avenante, e di queste sono scelte 100 le piú belle donzelle che vi sono, e sono menate al Grande Kane. Egli le fa guardare a donne nel palagio e falle giacere apresso lui in uno letto per sapere se ell'àe buono fiato, e per sapere s'ella è pulcella e ben sa(na) d'ogni cosa. E quelle che sono buone e belle di tutte cose so' messe a servire lo signore in tal maniera com'io vi dirò. Egli è vero che ogne 3 die e 3 notti, 6 di queste donzelle servono lo signore in camera e a letto e a ciò che bisogna, e 'l signore fa di loro quello ch'egli vuole. E di capo di 3 dí e di 3 notti vegnono l'altre 6 donzelle, e cosí va tutto l'anno di 6 in 6 donzelle.
82
De' figliuoli del Grande Kane.
Ancora sappiate che 'l Grande Kane à di sue 4 moglie 22 figliuoli maschi; lo maggiore avea nome Cinghi Kane, e questi dovea essere Grande Kane e segnore di tutto lo 'mperio. Or avenne ch'egli morío, e rimase uno figliulo ch'a nome Temur, e questo Temur dé essere (Grande) Kane e signore, (e) è ragione, perché fu figliuo(lo) del magiore figliuolo. E sí vi dico che questi è savio uomo e prode, e bene à provato in piú battaglie.
Sappiate che 'l Grande Kane à 25 figliuoli di sue amiche, e ciascuno è grande barone. E ancora dico che degli 22 figliuoli ch'egli à de le 4 mogli, gli 7 ne sono re di grandissimi reami, e tutti mantegno bene loro regni, come savi e prodi uomini. E ben è ragione, ché risomiglino dal padre: di prodezza e di senno è 'l migliore rettore di gente e d'osti di niuno signore che mai-fosse tra' Tartari.
Or v'ò divisato del Grande Kane e di sue femini (e) di suoi figliuoli; or vi diviserò com'egli tiene sua corte e sua maniera.
83
Del palagio del Grande Kane.
Sappiate veramente che 'l Grande Kane dimora ne la mastra città - e è chiamata Canbalu -, 3 mesi dell'anno, cioè dicembre, gennaio e febraio; e in questa città à suo grande palagio, e io vi diviserò com'egli è fatto.
Lo palagio è d'un muro quadro, per ogne verso uno miglio, e su ciascheuno canto di questo palagio è uno molto bel palagio; e quivi si tiene tutti gli arnesi del Grande Kane, cioè archi, turcassi, selle, freni, corde, tende e tutto ciò che bisogna ad oste e a guerra. E ancora tra questi palagi à 4 palagi in questo circuito, sicché in questo muro atorno atorno sono 8 palagi, e tutti sono pieni d'arnesi, e in ciascuno non à se non d'una cosa.
E in questo muro verso la faccia di mezzodie, à 5 porte, e nel mezzo è una grandissima porta che non s'apre mai né chiude, se non qua(n)do 'l Grande Kane vi passa, cioè entra e esce. E dal lato a questa porta ne sono due piccole, da ogne lato una, onde entra tutta l'altra gente; dall'altro canto n'àe un'altra grande, per la quale entra comunemente ogni uomo.
E dentro a questo muro è un altro muro, e atorno àe 8 palagi come nel primaio, e cosí sono fatti; ancora vi stae gli arnesi del Grande Kane. Nella faccia verso mezzodie àe 5 porte, nell'altre pure una.
E in mezzo di questo muro è 'l palagio del Grande Kane, ch'è fatto com'io vi conterò. Egli è il magiore che giamai fu veduto: egli non v'à palco, ma lo spazzo è alto piú che l'altra terra bene 10 palmi; la copertura è molto altissim[a]. Le mura delle sale e de le camere sono tutte coperte d'oro e d'ariento, ov'è scolpito belle istorie di cavalieri e di donne e d'uccegli e di bestie e d'altre belle cose; e la copertura è altresí fatta che non si potrebbe vedere altro che oro e ariento. La sala è sí lunga e sí larga che bene vi mangia 6.000 persone, e v'à tante camere ch'è una maraviglia a credere. La copertura di sopra, cioè di fuori, è vermiglia, bioia, verde e di tutti altri colori, e è sí bene invernicata che luce come cristallo, sicché molto da la lunga si vede lucire lo palagio; la covertura è molto ferma.
Tra l'uno muro e l'altro dentro a questo ch'io v'ò contato di sopra, àe begli prati e àlbori, e àvi molte maniere di bestie salvatiche, cioè cervi bianchi, cavriuoli, dani, le bestie che fanno lo moscado, vai e ermellini, e altre belle bestie. La terra dentro di questo giardino è tutto pieno dentro di queste bestie, salvo la via onde gli uomini entrano.
E da la parte ve(r)so 'l maestro àe uno lago molto grande, ov'à molte generazione di pesci. E sí vi dico che un grande fiume v'entra e esce, e è sí ordinato che niuno pesce ne puote uscire; e àvi fatto mettere molte generazione di pesci in questo lago, e questo è co reti di ferro. E anco vi dico che verso tramontana, di lungi dal palagio da una arcata, àe fatto fare uno monte ch'è bene alto 100 passi e gira bene uno miglio; lo quale monte è pieno tutto d'àlbori che per niuno tempo non perdono foglie, ma sempre sono verdi. E sappiate, quando è detto al Grande Kane d'uno bello àlbore, egli lo fa pigliare con tutte le barbe e co molta terra e fallo piantare in quello monte; e sia grande quanto vuole, ch'egli lo fa portare à lieofanti. E sí vi dico ch'egli à fatto coprire totto 'l monte della terra dell'azurro, che è tutta verde, sicché nel monte non à cosa se non verde, perciò si chiama lo Monte Verde.
E sul colmo del monte à uno palagio tutto verde, e è molto grande, sicché a guardallo è una grande meraviglia, e non è uomo che 'l guardi che non ne prenda alegrezza. E per avere quella bella vista l'à fatto fare lo Grande Signore per suo conforto e sollazzo.
84
Ancora d'uno palagio del nipote.
Ancora vi dico ch'apresso a questo palagio n'à un altro né piú né meno fatto, ove istàe lo nipote del Grande Kane che dé regnare dopo lui; e questo è Temur, figliuolo di Cinghi, ch'era lo magiore figliuolo del Grande Kane. E questo Temur che dé regnare, tiene tutta quella maniera che fae lo suo avolo, e àe già bolla d'oro e sugello d'imperio, ma non fa l'uficio infino che l'avolo è vivo.
Dacché v'ò contato de' palagi, sí vi conterò de la grande città de Canblau, ove sono questi palagi e perché fu fatta, e come egli è vero che apresso a questa città n'avea un'altra grande e bella, e avea nome Garibalu, che vale a dire in nostra lingua 'la città del signore'. E 'l Grande Kane, trovando per astorlomia che questa città si dovea ribellare [e] dare grande briga a lo 'mperio, e però lo Grande Kane fece fare questa città presso a quella, che non v'è in mezzo se non uno fiume. E fece cavare la gente di quella città e mettere in quest'altra, la quale è chiamata Canblau.
Questa città è grande in giro da 24 miglie, cioè 6 miglia per ogni canto, e è tutta quadra, che non à piú dall'uno lato che da l'altro. Questa città è murata di terra e sono grosse le mura 10 passi e alte 20, ma non sono cosí grosse di sopra come di sotto, perché vegnono sí asottigliando che di sopra sono grosse da 3 passi; e sono tutte merlate e bianche. E quivi àe 10 porti, e 'n su ciascuna porta àe uno grande palagio, sicché su ciascuna quadra àe 3 porti e 5 palagi. Ancora su ciascuna quadra di questo muro àe uno grande palagio, ove stanno gli uomini che guardano la terra.
E sappiate che l(e) rughe della terra sono sí ritte che l'una porta vede l'altra; di tutte quante encontra cosí. Nella terra àe molt[i] palagi; e nel mezzo n'àe uno ov'è suso una campana molto grande che suona la sera 3 volte, che niuno non puote andare poscia per la terra sanza grande bisogna, de femmina che partorisse o per alcuno malato. Sappiate ch'a ciascheuna porta guarda 1.000 uomini; e non che crediate che vi si guardi per paura d'altra gente, ma fassi per reverenzia del signore che là entro dimora, e perché li ladroni non facciano male per la città.
Or v'ò conta[to] de la città; or vi dico com'egli tiene corte e de' suoi grandi fatti, cioè del Grande Signore.
85
Delle guardie.
Or sappiate che 'l Grande Kane si fa guardare per sua grandezza a 12.000 uomini a cavallo e chiamansi Quesitan, ciò è a dire 'cavalieri fedeli del signore'; e questo non fae per pagura. E tra questi 12.000 cavalieri sono 4 capitani, sicché ciascuno n'àe 3.000 sotto di sé, degli quali sempre ne stae nel palagio l'una capitaneria, che sono 3.000; e guardano 3 dí e 3 notti, e màngiarvi e dormonvi. Di capo degli tre die questi se ne vanno e gli altri vi vengono, e cosí fanno tutto l'anno.
E quando il Grande Kane vuole fare una grande corte, le tavole istanno in questo modo. La tavola del Grande Kane è alta piú dell'altre; egli siede verso tramontana e tiene lo volto verso mezzodie. La sua prima moglie siede lungo lui dal lato manco, e dal lato ritto, piú basso un poco, li figliuoli e gli nipoti e i suoi parenti che sono de lo 'mperiale legnaggio, sicché lo loro capo viene agli piedi del Grande Signore. E poscia sedono gli altri baroni piú a basso, e cosí va de le femmine, ché le figliuole del Grande Signore e (le nipote e) le sue parenti istanno piú basse da la sinistra parte; e ancora piú basso di loro tutte l'altre mogli degli altri baroni; e ciascheuno sae lo suo luogo ov'egli dee sedere per l'ordinamento del Grande Kane. Le tavole sono poste per cotale modo che 'l Grande Kane puote vedere ogni uomo, e questi sono grandissima quantitade. E di fuoro da questa sala mangiano piú di 40.000, perché vi viene molti uomini co molti presenti, che vegnono di strane contrade co strani presenti, e di ta' ve n'àe ch'ànno segnoria. E questa cotale gente viene in questo cotal die che 'l signore fae nozze e tiene corte.
E in mezzo di questa sala ove 'l Grande Signore tiene corte e tavola è uno grandissimo vaso d'oro fino, che tiene di vino come una (gran) botte, e da ogni lato di questo vaso ne sono due piccoli: di quella grande si cava vino, e de le due piccole beveraggi. [Àvi] vasegli vernicati d'oro che tiene (l'uno) tanto vino che n'avrebbe assai bene otto uomini, e ànne per le tavole tra 2 l'uno, e anche àe ciascuno una coppa d'oro co manico, con che beono.
E tutto questo fornimento è di grande valuta, e sappiate che 'l Grande Signore àe tanti vasellamenti d'oro e d'ariento che nol potrebbe credere chi nol vedesse. E sappiate che quegli che fanno la credenza al Grande Signore sono grandi baroni, e tengono fasciata la bocca e 'l naso con begli drappi di seta e d'oro, acciò che loro fiato non andasse nelle vivande del signore.
E quando 'l Grande Signore dé bere, tutti gli stormenti suonano, che ve n'à grande quantità; e questo fanno quando àe in mano la coppa: e alotta ogni uomo s'inginocchi(a), e i baroni e tutta gente, e fanno segno di grande umi(l)tade; e cosí si fa tuttavia ch'e' bee. Che vivande non vi dico, però che ogni uomo dé credere ch'egli n'àe en grande abondanza, né no v'à niuno baro(ne) né cavaliere che non vi meni sua moglie [a] che mangi coll'altre donne. Quando 'l Grande Signore à mangiato e le tavole sono levate, molti giucolari vi fanno grandi sollazzi di tragettare e d'altre cose; poscia se ne va ogni uomo a suo albergo.
86
De la festa come nasce.
Sappiate che tutti li Tartari fanno festa di loro nativitade. E 'l Grande Kane nacque a dí 28 di settembre in lunedí, e ogni uomo in quel die fae la magiore festa ch'egli faccia per niuna altra cosa, salvo quella ch'egli fae per lo capo dell'anno, com'i' vi conterò.
Lo Grande Kane lo giorno della sua nativitade si veste di drappi d'oro battuto, e co lui si veste 12.000 baroni e cavalieri d'un colore e d'una foggia, ma non sono sí cari. E ànno grandi cinture d'oro, e questo li dona lo Grande Kane. E sí vi dico che v'à tale di queste vestimenti, che vale le priete preziose e le perle che sono sopra queste vestimenta, piú (di) 10.000 bisanti d'oro, e di questi v'à molti. E sappiate che 'l Grande Kane dona l'anno 13 volte ricche vestimente a quelli 12.000 baroni e vestegli tutti d'u(n) colore co lui. E queste cose non potrebbe fare neuno altro signore ch'egli, né mantenerlo.
87
Qui divis(a) de la festa.
Sappiate che 'l dí della sua nativitade tutti li Tartari del mondo e tutte le province che tengono le terre da lui, lo dí fanno grande festa, e tutti 'l presentano secondo che si conviene a chi 'l presenta e com'è ordinato; anco lo presenta chi da lui vuole alcuna signoria. E 'l Grande Sire à 12 baroni che donano queste segnorie a questi cotali, secondo che si conviene. E questo die ogni generazione de genti fanno prieghi agli loro dii, che gli salvino lo loro signore e che gli doni lu[n]ga vita e gioia e santà. E cosí fanno quello die grande festa.
Or lasciamo questa maniera, e diròvi d'un'altra festa ch'egli fanno a capo dell'anno, e chiamasi la bianca festa.
88
De la bianca festa.
Egli è vero ch'egli fanno loro fest'a capo d'anno del mese di febraio; e 'l Grande Kane e sua gente ne fanno cotal festa.
Egli è usanza che 'l Grande Kane e sua gente si vestono di vestimenta bianche, e maschi e femmine, pur ch'e' le possa avere; e questo fanno però ch'e i vestiri bianchi somigliro a loro buoni e aventurosi, e però lo fanno di capo dell'anno, perché a loro prenda tutto l'anno bene e allegrezza. E questo die chi tiene terra da lui, lo presenta (di) grandi presenti, secondo ch'egli possono, d'oro, d'ariento e di perle e d'altro; e è ordinato l'uno presente [a] l'altro cose bianche, le piú; e questo fanno perché tutto l'anno abbiano tesoro assai e gioia e allegrezza.
E ancora in questo die è presentato al Grande Kane piú di 100.000 cavagli bianchi, begli e ricchi, e ancora piú di 5.000 leofanti tutti coverti di panno ad oro e a seta; e ciascuno àe adosso uno scrigno pieno di vasellamenti d'oro e d'argento e d'altre cose che bisogna a quella festa. E tutti passano dinanzi dal signore; e questa è la piú bella cosa che giamai fu veduta.
E ancora vi dico che la mattina di quella festa, prima che le tavole siano messe tutt[i] li re, duchi, marchesi, conti e baroni e cavalieri, astronomi, falconieri e molti altri oficiali e rettore di terre, di gente e d'oste, vegnon a la sala dinanzi al Grande Kane. E quegli che qui non cappiono, dimorano di fuori del palagio, in luogo che 'l signore gli vede bene tutti. E' sono cosí ordinati: prima sono li figliuoli e i nepoti e quegli dell'imperiale lignaggio; apresso li re; apresso li duchi; poscia per ordine, com'è convenevole. Quando sono tutti asettati ciascuno nel suo luogo, allotta si leva uno grande parlato, e dice ad alta boce: "Inchinate e adorate". Cosí tosto com'egli à detto, questi tutti ànno la fronte in terra e dicono loro orazioni verso 'l signore: allora (l')adorano come dio, e questo fanno 4 volte. Poscia si vanno a uno altare ov'è suso una tavola vermiglia, nella quale è scritto lo nome del Grande Kane, e ancora v'àe uno bello incensiere e terribole, e incensano quella tavola e l'alt(a)re a grande riverenza; poscia si tòrnaro a loro luogo. Quando ànno cosí fatto, alotta si fanno li presenti ch'i' v'ò contato, che sono di grande valuta; quando questo è fatto, sí che 'l Grande Kane l'à veduto tutte queste cose, si mette le tavole, e pongonsi a mangiare cosí ordinatamente com'i' v'ò contato di sopra.
Or v'ò contato de la bianca festa del capo dell'anno. Or vi conterò d'una nobilissima cosa ch'à fatta lo Grande Kane: egli àe ordinate certe vestimente a certi baroni che vegnono a questa festa.
89
De' 12.000 baroni che vegnono a la festa, come sono vestiti dal Grande Kane.
Or sapiate veramente che 'l Grande Kane à 12.000 baroni, che sono chiamati Que(s)itan, ciò è a dire 'li piú presimani figliuoli del signore'. Egli dona a ciascuno 13 robe, ciascuna divisata l'una dall'altra di colori, e sono adornate di pietre e di perle e d'altre ricche cose che sono di grande valuta. Ancora dona a ciascuno uno ricco scaggiale d'oro molto bello, e dona a ciascuno calzame(n)ta di camuto lavorato con fila d'ariento sottilmente, che sono molto begli e ricchi. Egli sono sí adornati che ciascuno pare uno re; e a ciascuna di queste feste è ordinata qual vestimento si debbia mettere. E cosí lo Grande Sire àe 13 robe simele a quelle di quegli baroni, cioè di colore, ma elle sono piú nobili e di piú valuta.
Or v'ò contato de le vestimenta che dona 'l Signore a li suoi baroni, che sono di tanta valuta che non si potrebbe contare; e tutto ciò fae lo Grande Kane per fare la sua festa piú orevole e piú bella.
Ancora vi dico una grande meraviglia: che uno grande lione è menato dinanzi dal Grande Sire, e quando egli vede lo Grande Sire, sí si pone a giacere dinanzi da lui e fagli segno di grande umiltade, e fa sembianza ch'egli lo conosce per signore; e è senza catene e sanza legatura alcuna, e questo è bene grande meraviglia.
Or lasciamo stare queste cose, e conteròvi de la grande caccia che fa fare lo Grande Sire, come voi udirete.
90
Della grande caccia che fa il Gran Cane.
Sapiate di vero sanza mentire che 'l Grande Sire dimora ne la città del Catai 3 mesi de l'anno, cioè dicembre, gennaio, febraio. Egli à ordinato che 40 giornate d'atorno a lui tutte genti debbano cacciare e uccellare; e àe ordinato che tutti signori di genti e di terre, tutte grandi bestie salvatiche - come cinghiari, cervi, cavriuoli, dani e altre bestie - gli siano recate, cioè la magiore partita di quelle grandi bestie. E in questa maniera cacciano tutte le genti che io v'ò contato. E quelli de le 30 giornate li mandano le bestie, e sono in grande quantità, e càvagli tutto l'interame dentro. E l'altri de le 40 giornate no mandano le carni, ma manda le cuoie conce, però che 'l signore ne fae tutto fornimento da arme e d'osti.
Or v'ò divisato de la caccia; divisaròvi de le bestie fere che tien lo Grande Kane.
91
De' leoni e de l'altre bestie da cacciare.
Ancora sappiate che 'l Grande Sire à bene leopardi assai, e che tutti sono buoni da cacciare e da prendere bestie. Egli àe ancora grande quantità di leoni, che tutti sono afatati a prendere bestie e molti sono buoni a cacciare. Egli àe piú leoni grandissimi, magiore assai che quegli di Babilonia: egli sono di molto bel pelo e di bello colore, ch'egli sono tutti vergati per lungo, neri e vermigli e bianchi, e sono affatati a prendere porci salvatichi e buoi salvatichi e cerbi e cavriuoli, orsi e asini salvatichi e altre bestie. E sí vi dico ch'ell'è molto bella cosa a vedere le bestie salvatiche quando 'l lione le prende; ché, quando (vanno) a la caccia eglino li portano in su le carrette in una cabbia, e à seco uno piccolo cane. Egli àe ancora grande abondanza d'aguglie, colle quali si pigliano volpi e lievri e dani e cavriuoli e lupi, ma quelle che sono affatate agli lupi sono molto grandi e di grande podere, ch'egli no è sí grande lupo che gli scampi dinanzi a quelle aguglie, che non sia preso.
Or vi conterò de la grande abondanza de buoni cani ch'àe lo Grande Sire.
92
Di due baroni che governano la caccia.
Egli è vero che 'l Grande Kane àe due baroni che sono frategli carnali, che l'uno à nome Baian e l'altro Migan: egli sono chiamati tinuci, ciò è a dire 'quegli che tengono gli cani mastini. Ciascuno di questi frategli àe 10.000 uomini sotto di sé, e tutti gli 10.000 sono vestiti d'un colore, e gli altri (l0.000) sono vestiti d'un altro colore, cioè vermiglio e bioio; e tutte le volte ch'egli vanno col Grande Sire a cacciare, si portano quelle vestimenta ch'io v'ò contato. E in questi 10.000 n'àe bene 2.000 che ciascuno àe uno grande mastino o due o piú, sí che sono una grande moltitudine. E quando 'l Grande Sire va a la caccia, mena seco l'uno di questi due frategli co 10.000 uomini e con bene 5.000 cani da l'una parte, e l'altro fratello dall'altra coll'altra sua gente e' cani. E' vanno sí lungi l'uno da l'altro che tengono bene una giornata e piú. Eglino non truovano niuna bestia salvatica che non sia presa. Egli è troppo bella cosa a vedere questa caccia e la maniera di questi cani e di questi cacciatori: che io vi dico che, quando 'l Grande Signore va con i suoi baroni uccellando, vedesi venire atorno di questi cani cacciando orsi e porci e cerbi e altre bestie e d'una parte e dall'altra, sicch'è bella cosa a vedere.
Or v'ò contato de la caccia de' cani; or vi conterò come 'l Grande Sire va gli altri 3 mesi.
93
Come 'l Grande Sire va in caccia.
E quando il Grande Sire à dimorato 3 mesi nella città che v'ò contato di sopra, cioè dicembre, gennaio, febraio, dunque si parte di quivi del mese di marzo e va verso mezzodie infino al mare Aziano, che v'à 2 giornate. E mena co lui almeno 10.000 falconieri, e porta bene 500 gerfalchi, e falconi pellegrini e falconi sagri in grande abondanza; ancora porta grande quantità d'astori per uccellare in riviere. E non crediate che tutti li tenga insieme, ma l'uno istà quae e l'altro làe, a 100 e a 200 e a piú e a meno; e questi uccellano, e la magiore parte (ch'egli prendono) danno al signore. E sí vi dico, quando lo Grande Sire vae a uccellare con suoi falconi e gli altri ucegli, egli à bene 10.000 uomini, che sono ordinati a 2 a 2 e si chiamano tostaor, che viene a dire in nostra lingua 'uomo che dimora a guardia'. E questo si fa a 2 a 2, acciò che tengano molta terra; e ciascuno àe lunga e [c]appello e stormento da chiamare gli uccelli e tenergli. E quando 'l Grande Kane fa gittare alcuno uccello, e' no bisogna che quel che 'l getta li vada dirieto, perciò che quegli uomini ch'io v'ò contato di sopra, che stanno a 2 a 2, gli guarda bene, che non puote andare in niuna parte che no sia preso. E se a l'uccello fae bisogno socorso, egli gliel danno incontanente.
E tutti gli uccegli del Grande Sire e degli altri baroni ànno una piccola tavola d'ariento al piede, ov'è scritto lo nome di colui de cui egli è l'uccello. E per questo è conosciuto di cui egli è, com'è preso, e è renduto a cui egli è, s'egli non sa di cui e' si sia, sí 'l porta ad un barone ch'à nome bulargugi, ciò è a dire 'guardiano delle cose che si truovano'. E quegli che 'l piglia, se tosto nol porta a questo barone, è tenuto ladrone, e cosí si fa di cavagli o d'ogne cosa che si truova. E quello barone sí le fa guardare tanto che si truova di cui egli èe; e ogni uomo ch'à perduto alcuna cosa, incontanente ricorre a questo barone. E questo barone stae tuttavia nel piú alto luogo de l'oste con suo gonfolone perché ogni uomo lo veggia, sí che chi à perduto, sí se ne ramenta allotta quando 'l vede; e cosí no vi si perde quasi nulla.
E quando 'l Grande Sire vae per questa via verso il mare Aziano, che io v'ò contato, egli puote vedere molte belle viste di vedere prendere bestie e uccegli; e non à solazzo al mondo che questo vaglia. E 'l Grande Sire va tuttavia su 4 leofanti ov'egli àe una molta bella camera di legno, la quale è dentro coverta di drappi ad oro battuto, e di fuori è coperta di cuoia di leoni. Lo Grande Sire tiene quiv'entro tuttavia 12 gerfalchi de' migliori ch'egli abbia; e quivi dimora piú baroni a suo solazzo e compagnia. E quando 'l Grande Sire vae in questa gabbia, e gli cavalieri che cavalcano presso a questa camera dicono al signore: "Sire, grue passano", e egli fa scoprire la camera, e prende di quegli gerfalchi e lasciagli andare a quelle grue; e poche gliene campa che non siano prese. E tuttavia dimorando 'l Grande Sire in sul letto, e ciò gli è bene grande sollazzo e diletto; e tutti gli altri cavalieri cavalcano atorno al signore. E sappiate che non è niuno signore nel mondo che tanto solazzo potesse avere in questo mondo, né che avesse il podere d'averlo, né fue né mai sarà, per quel ch i credo.
E quando egli è tanto andato ch'egli è venuto a un luogo ch'è chiamato Tarcar Mondun, quivi fae tendere suoi padiglioni e tende - e de suoi figliuoli e de suoi baroni e de sue amiche ch[e] sono piú di 10.000 - molto begli e ricchi. E divisaròvi com'è fatto il suo padiglione. La sua tenda ov'egli tiene sua corte è sí grande, che bene vi stae sotto mille cavalieri; e questa tenda àe la porta di verso mezzodie, e in questa sala dimorano li baroni e altra gente. Un'altra tenda è che si tiene con questa, e è verso ponente, e in questa dimora lo signore; e quando egli vuole parlare ad alcuno, egli lo fae andare là entro. E dirietro da l(a) grande sala è una camera ove dorme 'l signore; ancora v'àe altre tende, ma elle non si tengono co la grande tenda. Ché vo' che voi sapiate che le 2 sale ch'io v'ò contato e la camera, sono fatte com'io vi conterò. Ciascuna sala àe 4 colonne di legno di spezie molto belle: di fuori sono coperte di cuoia di leoni, sicché acqua non vi passa né altra cosa dallato; dentro sono tutte di [p]elle d'armine e di gerbellini, e sono quelle pegli che sono piú belle e piú ricche e di magiore valuta che pelle che sia.
Ma bene è vero che la pelle del gerbellino, tanta quanta sarebbe una pelle d'uomo, fina, varebbe bene 2.000 bisanti d'oro, se fosse comunale, varebbe bene 1.000; e chiàmalle li Tartari le roi de pelame, e sono de la grandezza d'una faina. E di queste 2 pegli sono lavor(a)te ad intagli la sala grande del signore, e sono intagliate sottilemente, ch'è una maraviglia a vedere; e la camera ove 'l signore dorme, ch'è allato a queste sale, è né piú né meno fatta. Elle costano tanto, queste 3 tende, che uno piccol[o] re non le potrebbe pagare.
E allato queste sono altre tende molto bene ordinate; e l'amiche del signore ànno altressí molto ricche tende e padiglioni. E gli uccegli tutti ànno molte tende, e' falconi; e le piú belle ànno gli gerfalchi; e anco le bestie ànno tende ('n) grande quantità. E sappiate che quivi àe in questo campo tanta gente ch'è maraviglia a credere, che pare la magiore città ch'egli abbia, però che da la lunga v'è venuta molta gente; e tienvi sua famiglia tutta cosí ordinata di falconieri e d'altri uficiali, come se fosse nella sua mastra villa. E sappiate ch'egli dimora in questo luogo infino a la Pasqua di Risoresso. E in tutto questo tempo non fa altro che uccellare a la riviera a grue e a césini e a altri ucelli; e ancora tutti gli altri che stanno apresso a lui gli recano dalla lunga uccellagioni e cacciagioni assai. Egli dimora in questo tempo a tanto sollazzo che non è uomo che 'l potesse credere, perciò ch'egli è piú suo affare e suo diletto ch'io non v'ò contato.
E sí vi dico che niuno mercatante né niuno artefice né villano non può tenere né falcone né cane da cacciare presso ove 'l signore dimora a 30 giornate presso lí, da questo infuori, ogni uomo di questo puote fare a suo senno. Ancora sappiate che in tutte le parti ove 'l Grande Sire à segnoria, niuno re né barone né alcuno altro uomo non può prendere né cacciare né lievre né dani né cavriuoli né cervi né de niuna bestia che multiplichi, dal mese di marzo infino a l'ottobre; e chi contra facesse, ne sarebbe bene pulito. E sí vi dico ch'egli è sí ubidito, che le lievri e i dani e' cavriuoli e l'altre bestie ch'io v'ò contato, vegnono piú volte fino all'uomo, e non le tocca né non le fa male.
In cotal modo dimora lo Grande Sire in questo luogo infino a la Pasqua di Risoresso; poscia si parte di questo luogo e tornasine per questa medesima via a la città di Coblau, tuttavia cacciando e ucellando a grande solazzo e a grande gioia.
94
Come 'l Grande Kane tiene sua corte e festa.
E quando egli è venuto a la sua mastra villa di Canbalu, egli dimora nello suo mastro palagio 3 die e non piú. Egli tiene grande corte e grandi tavole e grande festa, e mena grande allegrezza con queste sue femine. E è grande meraviglia a vedere la grande solenità che fa il Grande Sire in questi tre die.
E sí vi dico che in questa città àe tanta abondanza di masnade e di genti, tra dentro e di fuori della villa, ché sapiate ch'egli àe tanti borghi come sono le porti, cioè 12 molto grandi. E no è uomo che potesse contare lo novero della gente, ch'assai à piú gente negli borghi che ne la città. E in questi borghi albergano i mercatanti e ogni altra gente che vegnono per loro bisogno a la terra; e nel borgo àe altressí begli palagi come ne la città. E sappiate che ne la città non si sotterra neuno uomo che muoia, anzi si vanno a soterare fuori degli borghi; e s'egli adora gl'idoli, si va fuori degli borghi ad ardersi. E ancora vi dico che dentro a la terra non osa istare niuna mala femina di suo corpo che fa male per danari, ma stanno tutte negli borghi. E sí vi dico che femine che fallano per danari ve n'à ben 20.000, e sí vi dico che tutte vi bisognano per la grande abondanza de' mercatanti e de' forestieri che vi capitano tutto die. [A]dunque potete vedere se in Canbalu à grande abondanza di genti, da che male femine v'(à) cotante com'io v'ò contato.
E sappiate per vero che in Canbalu viene le piú care cose e di magiore valuta che 'n terra del mondo, e ciò sono tutte le care cose che vegnon d'India - come sono pietre preziose e perle e tutte altre care cose - (che) sono recate a questa villa; (e) ancora tutte le care cose e le belle che sono recate del Catai e di tutte altre province. E questo è per lo signore che vi dimora e per le donne e per gli baroni e per la molta gente che vi dimora, per la corte che vi tiene lo signore. E piú mercatantie vi si vendono e vi si comperano; ché voglio che sappiate che ogni die vi viene in quella terra piú di 1.000 carette caricate di seta, perché vi si lavora molti drappi e ad oro ed a seta. E anche a questa città d'intorno intorno bene 200 miglie vegnono per comperare a questa terra quello che bisogna, sicché non è maraviglia se tanta mercatantia vi viene.
Or vi diviserò del fatto della seque e della moneta che si fa in questa città di Canbalu; e io vi mostrerò come lo Grande Kane puote piú spendere e piú fare ch'io non v'ò contato. E diròvi in questo libro come.
95
De la moneta del Grande Ka [ ne].
Egli è vero che in questa città di Canbalu è la tavola del Grande Sire; e è ordinato in tal maniera che l'uomo puote ben dire che 'l Grande Sire àe l'archimia perfettamente; e mosteròvilo incontanente.
Or sappiate ch'egli fa fare una cotal moneta com'io vi dirò. Egli fa prendere scorza d'un àlbore ch'à nome gelso - èe l'àlbore le cui foglie mangiano li vermi che fanno la seta -, e cogliono la buccia sottile che è tra la buccia grossa e 'l legno dentro, e di quella buccia fa fare carte come di bambagia; e sono tutte nere. Quando queste carte sono fatte cosí, egli ne fa de le piccole, che vagliono una medaglia di tornesegli picculi, e l'altra vale uno tornesello, e l'altra vale un grosso d'argento da Vinegia, e l'altra un mezzo, e l'altra 2 grossi, e l'altra 5, e l'altra 10, e l'altra un bisante d'oro, e l'altra 2, e l'altra 3; e cosí va infino 10 bisanti. E tutte queste carte sono sugellate del sugello del Grande Sire, e ànne fatte fare tante che tutto 'l tesoro (del mondo) n'appagherebbe. E quando queste carte sono fatte, egli ne fa fare tutti li pagamenti e spendere per tutte le province e regni e terre ov'egli à segnoria; e nesuno gli osa refiutare, a pena della vita.
E sí vi dico che tutte le genti e regioni che sono sotto sua segnoria si pagano di questa moneta d'ogne mercatantia di perle, d'oro, d'ariento, di pietre preziose e generalemente d'ogni altra cosa. E sí vi dico che la carta che si mette (per) diece bisanti, no ne pesa uno; e sí vi dico che piú volte li mercatanti la cambiano questa moneta a perle e ad oro e a altre cose care. E molte volte è regato al Grande Sire, per li mercatanti che vale 400.000 bisanti e 'l Grande Sire fa tutto pagare di quelle carte, e li mercatanti le pigliano volentieri, perché le spe(n)dono per tutto il paese.
E molte volte fa bandire lo Gra(nde) Kane che ogni uomo ch'àe oro o ariento o perle o priete preziose o alcuna altra cara cosa, incontanente l'abbi a porta[r]e a la tavala del Grande Sire, e egli le fa pagare di queste carte; e tanta gliene viene di questa mercatantia che è uno miracolo.
E quando ad alcuno si rompe e guastasi alcuna di queste carte e egli vae a la tavola del Grande Sire, incontanente gliele cambia e (ègli) data bella e nuova, ma sí gliene lascia 3 per 100. Ancora sappiate che se alcuno vuole fare vasellamento d'ariento o cinture, e egli vae a la tavola del Grande Sire, dell'ariento del Grande Sire gliene dà tanto quanto vuole per queste carte, secondo che si spendono. E questo è la ragione perché 'l Grande Sire dé avere piú oro e piú ariento che niuno signore del mondo; e sí vi dico che tra tutti li signori del mondo non ànno tanta ricchezza com'à 'l Grande Kane solo.
Or ò contato della moneta de le carte; or vi conterò de la segnoria de la città di Canbalu.
96
De li 12 baroni che sono sopra tutte le cose del Grande Kane.
Or sapiate veramente che 'l Grande Sire à 12 baroni grandissimi con lui, e quegli sono sopra tutte quelle cose ch'abisognano a 34 province; e diròvi loro maniere e loro ordinamenti. E prima vi dico che questi 12 baroni istanno in uno palagio dentro a Canbalu; e è molto bello e grande, e àe molte sale e molte magioni e camere. E ciascuna provincia àe uno proccuratore e molti iscrittori in quello palagio, e ciascuno in suo palagio per sé. E questi pruccuratori e questi iscrivani fanno tutte quelle cose che bisognano a quella provincia a cui elli sono diputati; e questo fanno per lo comandamento de' 12 baroni.
E sí vi dico che questi 12 baroni ànno cotale segnoria com'io vi dirò, ch'egli aleggano tutti li signori di quelle province ch'io v'ò detto di sopra. E quando egli ànno chiamato quegli che gli paiono gli migliori, egli lo dicono al Grande Sire, e egli gli conferma e falli (dare) cotale tavola d'oro, come a sua segnoria si conviene. Ancora questi 12 baroni fanno andar[e] l'oste ove si conviene, e come, e de la quantità, e d'ogni cosa, secondo la volontà del signore. E come io vi dico di queste due cose, cosí vi dico di tutte quelle che bisognano a queste province.
E questa si chiama la corte magiore che sia ne la corte del Grande Sire, però ch'egli ànno grande podere di fare bene a cui egli vogliono.
Le province non vi conto per nome, però ch'io le vi conterò per ordine di questo libro; e conteròvi come il Grande Sire manda messaggi, e come ànno li cavagli apparecchiati.
97
Come di Canbalu si part[e] molti mesaggi per andare in molte parti.
Or sapiate per veritade che di questa cittade si parte molti messaggi, li quali vanno per molte province: l'uno vae ad una, l'altro vae a un'altra, e cosí di tutti, ché a tutti è divisato ov'egli debbia andare. E sappiate che quando si parte di Canbalu questi messaggi, per tutte le vie ov'egli vanno, di capo de le 25 miglie egli truovano una posta, ove in ciascuna àe uno grandissimo palagio e bello, ove albergano li messaggi del Grande Sire. E v'è uno letto coperto di drappo di seta, e àe tutto quello ch'a messaggio si conviene; e s'uno re vi capitasse, sarebbe bene albergato. E sappiate che a queste poste truovano li messaggi del Grande Sire bene 400 cavagli, che 'l Grande Sire àe ordinato che tuttavia dimorino quie e siano aparecchiato per li messaggi, quando egli vanno in alcuna parte.
E sappiate che ogne capo di 25 miglie sono queste poste ch'io v'ò contato; e questo è ne le vie mastre che vanno e le province ch'io v'ò contato di sopra. E ciascuna di queste poste àe apparecchiato bene da 300 a 400 cavagli per li messaggi al loro comandamento. Ancora v'à cosí begli palagi com'io v'ò contato di sopra, ove albergano li messaggi, cosí riccamente com'io v'ò contato di sopra. E per questa maniera si va per tutte le province del Grande Sire. E quando li messaggi vanno per alcuno luogo disabitato, lo Grande Kane à fatto fare queste poste piú a la lungi, a 35 miglie o a 40.
E in questa maniera vanno li mesaggi del Grande Sire per tutte le province, e ànno albergarie e cavagli aparecchiati, come voi avete udito, a ogne giornata. E questa è la magiore grandezza ch'avesse mai niuno imperadore, né avere potesse niuno altro uomo terreno; ché sappiate veramente che piú (di) 200.000 di cavagli stanno a queste poste pur per questi messaggi. Ancora li palagi sono piú di diecemilia, che sono cosí forniti di ricchi arnesi com'io v'ò contato; e questo è cosa sí maravigliosa e di sí grande valore che non si potrebbe iscrivere né contare.
Ancora vi dirò un'altra bella cosa: egli è vero che tra l'una posta e l'altra sono ordinate ogne 3 miglia una villa, ov'à bene 40 case d'uomini a piede, che fanno a(n)cora questi messaggerie del Grande Sire. E diròvi com'egli portano una grande cintura tutta piena di sonagli atorno atorno che s'odono bene da la lunga. E questi mesaggi vanno al grande galoppo, e non vanno se no 3 miglie. E gli altri dimorano in capo de le 3 miglie, quando odono questi sonagli, che s'odono bene da la lunga - e egli istanno tuttavia aparechiati - corre incontr'a colui, e pigliano questa cosa che colui porta, e una piccola carta che li dona quello messaggio; e mett[e]si correndo e vae infino a le 3 miglie, e fae cosí com'àe fatto questo altro. E sí vi dico che 'l Grande Sire àe novelle per uomini a piedi in uno die e in una notte bene di 10 giornate a la lu(n)ga, e 'n due die e 'n due notti bene di 20 giornate; e cosí in 10 die e 'n 10 notte avrà novelle bene di 100 giornate. E sí vi dico che questi cotali uomini talvolta recano al signore fatti di 10 giornate in uno die; e 'l Grande Sire da questi cotali uomini non prende niuno trebuto, ma fagli donare di cavagli e de le cose che sono nelli palagi di quelle poste ch'io v'ò contato. E questo no costa nulla al Grande Sire, perché le città che sono atorno a quelle poste vi pongon li cavagli e fannogli questi arnesi, sicché le poste sono fornite per li vicini, e 'l Grande Sire non vi mette nulla, salvo che le prime poste.
E sí vi dico che, quando gli bisogna che messaggio di cavallo vada tostamente per contare al Grande Sire novelle d'alcuna terra ribellata, [o] d'alcuno barone o d'alcuna cosa che sia bisognevole al Grande Sire, egli cavalca bene 200 miglie in uno die, overo 250; e mosteròvi ragione come. Quando li messi vogliono andare cosí tosto e tante miglie, egli à la tavola del gerfalco, in significanza ch'egli vuole andare tosto. Se egli sono 2, egli si muovono del luogo ov'egli sono su due buoni cavagli, freschi e correnti; egli s'imbendano la testa e 'l c[or]po, e sí si mettono a la grande corsa, tanto ch'egli sono venuti a l'altra posta di 25 miglie; quivi prende due cavagli buoni e freschi e montanvi su, e no ristanno fino all'altra posta, e cosí vanno tutto die. E cosí vanno in un die bene 250 miglie per recare novelle al Grande Sire, e, quando bisognano, bene 300.
Or lasciamo di questi messaggi, e conteròvi d'una grande bontà che fa il Grande Sire a sua gente due volte l'anno.
98
Come 'l Grande Kane [aiuta] sua gente quando (è) pistolenza di biade.
Or sappiate ancora per verità che 'l Grande Sire manda messaggi per tutte sue province per sapere di suoi uomini, s'egli ànno danno di loro biade, o per difalta di tempo o di grilli, o per altra pistolenza. E s'egli truova che alcuna sua gente abbia questo danaggio, egli no gli fa tòrre trebuto ch'egli debbono dare, ma falli donare di sua biada, acciò ch'abbiano che seminare e che mangiare. E questo è grande fatto d'un signore a farlo.
E questo fa la state. Lo verno fa cercare se ad alcuna gente muore sue besti', e fae lo somigliante. Cosí sostiene lo Grande Sire sua gente.
Lasciaremo questa maniera, e diròvi d'un'altra.
99
Degli àlbori.
Or sappiate per vero che 'l Grande Sire à ordinato per tutte le mastre vie che sono nelli suoi regni, che vi siano piantati gli àlbori lungi l'uno dall'altro, su per la ripa della via, due passi. E questo [a]cciò che li mercatanti e' messaggi o altra gente no possa fallare la via, quando vanno per cammino o per luoghi diserti; e questi àlbori sono tamanti che bene si possono vedere da la lunga.
Or v'ò contato delle vie; or vi conterò d'altro.
100
Del vino.
Ancora sappiate che la magiore parte del Catai beono uno cotale vino com'io vi conterò. Egli fanno una pogione di riso e co molte altre buone spezie, e cóncialla in tale maniera ch'egli è meglio da bere che nullo altro vino. Egli è chiaro e bello, e inebria piú tosto ch'altro vino, perciò ch'è molto caldo.
Or lasciamo di questo, e conteròvi de le priete ch'ardono come bucce.
101
De le pietre ch'ardono.
Egli è vero che per tutta la provincia del Catai àe una maniera di pietre nere, che si cavano de le montagne come vena, che ardono come bucce, e tegnono piú lo fuoco che no fanno le legna. E mettendole la sera nel fuoco, se elle s'aprendono bene, tutta notte mantengono lo fuoco. E per tutta la contrada del Catai no ardono altro; bene ànno legne, ma queste pietre costan meno, e sono grande risparmio di legna.
Or vi dirò come il Grande Sire fa, acciò che le biade non siano troppe care.
102
Come 'l Grande Kane fa ri[porre] la biada (per) soccorere sua gente.
Sappiate che 'l Grande Kane, quando è grande abondanza di biada, egli ne fa fare molte canove d'ogne biade, come di grano, miglio, panico, orzo e riso, e falle sí governare che non si guastano; poscia, quando è il grande caro, sí 'l fa trarre fuori. E tiello talvolta 3 o 4 anni, e fa 'l dare per lo terzo o per lo quarto di quello che si vende comunemente. E in questa maniera non vi può essere grande caro; e questo fa fare per ogni terra ov'egli àe signoria.
Or lasciamo di questa matera; e diròvi della carità che fa 'l Grande Kane.
103
De la carità del Signore.
Or vi conterò come 'l Grande Signore fa carità a li poveri che stanno in Canbalu. A tutte le famiglie povere de la città, che sono in famiglia 6 o 8, o piú o meno, che no ànno che mangiare, egli li fa dare grano e altra biada; e questo fa fare a grandissima quantità di famiglie. Ancor non è vietato lo pane del Signore a niuno che voglia andare per esso; e sappiate che ve ne va ogne die piú di 30.000; e questo fa fare tutto l'anno. E questo è grande bontà di signori, e per questo è adorato come idio dal popolo.
Or lasciamo de la città di Canbalu, e enterremo nel Catai per contare di grandi cose che vi sono.
104
De la provincia del Catai.
Or sappiate che 'l Grande Kane mandò per ambasciadore messer Marco verso ponente. E' part[i]ssi di Canbalu e andòe bene 4 mesi verso ponente; però vi conterò tutto quello ch'egli vide in quella via andando e tornando.
Qua(ndo) l'uomo si parte di Canbalu, presso lí a 10 miglie, si truova un fiume, il quale si chiama Pulinzaghiz, lo quale fiume va infino al mare Ozeano; e quinci passa molti mercata(n)ti co molta mercatantia. E su questo fiume àe uno molto bello ponte di pietre. E sí vi dico che al mondo non à un cosí fatto, perch'egli è lungo bene 300 passi e largo otto, che vi puote bene andare 10 cavalieri l'uno allato all'altro; e v'à 34 archi e 34 morelle nell'acqua; e è tutto di m[a]rmore e di colonne, cosí fatte com'io vi dirò. Egli è fitto dal capo del ponte una colonna di marmore, e sotto la colonna àe uno leone di marmore, e di sopra un altro, molto belli e grandi e ben fatti. E lungi a questa colonna un passo, n'à un'altra né piú né meno fatta, con due leoni; e dall'una colonna a l'altra è chiuso di tavole di marmore, perciò che neuno potesse cadere nell'acqua. E cosí va di lungo in lungo per tutto il ponte, sicch'è la piú bella cosa a vedere del mondo.
Detto del ponte, sí vi conteremo di nuove cose.

 Edizione HTML a cura di: mail@debibliotheca.com Ultimo Aggiornamento: 18/07/05 01.33