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CLASSICI DELLA LETTERATURA ITALIANA

 IL PALAZZO INCANTATO

GIULIO ROSPIGLIOSI

 

  

 

NOTA AL TESTO

Il testo segue la lezione del Cod. Vat. Lat. 13538 (POESIE / Sacre, e Profane / ouero / RAPPRESENTAZIONI/ Composte / dall'Em[inentissim]o Sig.r Cardinal / GIULIO ROSPIGLIOSI / di gloriosa memoria / CLEMENTE .IX. / Tomo [fregio] Primo), pp. 527-650: cod. cart. della fine del XVII sec., di mm. 335 x 240, legato in pelle con fregi in oro e 5 nervi al dorso, tagli dorati, di pp. [8]-650-[7] (il numero 571 è ripetuto due volte, per cui nel seguito del volume le pagine risultano pari al recto del foglio e dispari al verso).

La trascrizione è critica, ma conservativa per quanto lo consenta la leggibilità anche per gli inesperti. In particolare si sono conservati:

- la divisione delle parole (rispettando le oscillazioni) anche quando in conflitto con l'uso moderno, con poche eccezioni che si sono ritenute imputabili a banali lapsus calami

- l'uso indistinto di u da v (per cui sempre V maiuscola e u minuscola)

- l'h etimologica (Choro, christalli, Echo, hauere, herede, Hippalta, hoggi, homai [ma ormai 587], homicide, hora, horrida, horrore, horsù, horto, humano, inhumano, Thessaliche); si è invece mutato chori ('cuori') in cori a p. 561

- l'uso dell'apostrofo finale per i polisillabi tronchi, estendendolo ai pochi casi in cui facesse difetto; si è invece soppresso l'apostrofo finale nei non molti casi di monosillabo tronco, uniformando le eccezioni all'uso prevalente

- le maiuscole, anche quando iniziali di nomi comuni; si sono invece introdotte le maiuscole per contraddistinguere i nomi propri nei due soli casi in cui facevano difetto (marte 540, uenere 609)

- la i diacritica a segnalare il suono palatale della g- che la precede (leggier-o/i, loggie, messaggier-o/i, Piaggie, Ruggiero, seluaggie, spiaggie) o il suono fricativo prepalatale del gruppo sc- che lo precede (angoscie, sciegliesse)

- la -j finale (dubij, esempij, fallij, inuidij, schernij, strazij, udij)

- il latinismo absorto (p. 616)

- l'unico caso di fonosintassi: impietra > im.pietra (p. 533)

Al contrario:

- si è regolarizzato l'uso dell'apostrofo nei casi di elisione

- si è normalizzata la punteggiatura; tuttavia si è conservato l'uso pressoché sistematico della virgola davanti a congiunzione e pronome relativo (anche in assenza di pause sintattiche), regolarizzando le eccezioni

- si è normalizzato l'uso degli accenti; si sono introdotti accenti diacritici ovunque potessero esserci dubbi di lettura (ardio > ardío, Celati > Cèlati, dee > dèe, dei > dèi, douto > doúto, emoli > èmoli, fora > fòra, Guardati > Guàrdati, indice > indíce, martire > martíre, martiri > martíri, Miralo > Míralo, pera > pèra, pero > pèro, udio > udío, uniro > uní[r]o, uol > uòl, uoti > uòti); si sono segnati i casi di diastole (irríta 572; irríti 619; simíle 551, 564)

- si è mutato uengno in uegno (p. 534)

- si sono trascritti in lettere i numeri arabi inseriti nel testo poetico

Un discorso speciale richiedono le forme che non implicano meri fenomeni grafici ma investono la sostanza della lingua. Alcune di queste forme sembrano appartenere a un sistema fonologico diverso da quello toscano dell'autore e potrebbero, dunque, essere imputabili a innovazioni del copista. Tra queste spiccano i raddoppiamenti: maluaggio 572, 604, 632; maluaggità 567; offessa 578; Palaggio 534, 570, 572, 591, 608, 623 (ma Palagio 609, 633, 638); preggio 534, 602 (ma pregio 620); reggia 'regia' 549; tamburro 648 (ma tamburo 649); uiddi 555, 556, 609 (ma uidi 622). La rima (anche a non tener conto delle oscillazioni) ne rivela spesso la natura apocrifa: offessa : contesa 578, Palaggio : agio 608, tamburro : curo : sicuro 648-649, uiddi : annidi 618. I raddoppiamenti anomali, dunque, sono stati normalizzati, con l'eccezione di doppo (592, 602, 622, 628) di zeffiretti (582) e di Zeffiro (620), che non hanno controindicazioni; commune 588 si può giustificare come latinismo. Gli scempiamenti trovano per lo più una giustificazione nell'etimo latino o in una tradizione poetica illustre: camino 585; dubio/e/j 546, 558, 591, 632 (ma dubbia 630); fugiste 612; Imago 597, 600 (ma Immago 580); inalza 616; labro/i 553, 556, 601; publiche 537; rinouar' 639. Non trovano giustificazione macendo ('m'accendo') 554, magiore 639, Rugiero int., che pertanto sono stati normalizzati. Alla lingua del copista piuttosto che a quella dell'autore sono da imputare le sonorizzazioni (Brasildo 529 e 591, Timbani 623), spesso corrette nello stesso ms. (Prasildo < Brasildo 562, Pras: < Bras: 562, cetra < cedra 533, giocondo < giogondo 576). Lo stesso vale per le desonorizzazioni (prodico 543), l'assenza di metafonesi (gionge 602, gionto 547 [gionto : appunto 550]), lo scambio s/z (mensogne 621, 622; mensognero 570, 624; tensone 589). Tutte queste forme sono state emendate.

Si usano le parentesi quadre per le espunzioni e le parentesi aguzze per le lacune.

Si segnalano in nota gli emendamenti e tutti quegli interventi che richiedono una qualche esplicazione.

 

 

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Ultimo Aggiornamento: 18/07/05 01.32.13