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CLASSICI DELLA LETTERATURA ITALIANA

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SAUL

Di: Vittorio Alfieri

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ATTO QUINTO
Scena prima
DAVID, MICOL
MICOL Esci, o mio sposo; vieni: è già ben oltre
la notte . . . Odi tu, come romoreggia
il campo? all'alba pugnerassi.-Appresso
al padiglion del padre tutto tace.
Mira; anco il cielo il tuo fuggir seconda:
la luna cade, e gli ultimi suoi raggi
un negro nuvol cela. Andiamo: or niuno
su noi qui veglia, andiam; per questa china
scendiamo il monte, e ci accompagni Iddio.
DAVID Sposa, dell'alma mia parte migliore,
mentre Israello a battagliar si appresta,
fia pur ver che a fuggir David si appresta?
Morte, ch'è in somma?-Io vo' restar: mi uccida
Saùl, se il vuol; pur ch'io nemici pria
in copia uccida.
MICOL Ah! tu non sai: già il padre
incominciò a bagnar nel sangue l'ira.
Achimelèch, qui ritrovato, cadde
vittima già del furor suo.
DAVID Che ascolto?
Ne' sacerdoti egli ha rivolto il brando?
Ahi misero Saùl! ei fia
MICOL Ben altro
udrai. Crudel comando ad Abner dava,
ei stesso, il re; che, se in battaglia mai
tu ti mostrassi, in te convertan l'armi
i campion nostri.
DAVID E Gionata mio fido
il soffre?
MICOL Oh ciel! che puote? Anch'ei lo sdegno
provò del padre; e disperato corre
infra l'armi a morire. Omai, ben vedi,
qui star non puoi: cedere è forza; andarne
lungi; e aspettare, o che si cangi il padre,
o che all'età soggiaccia . . . Ahi padre crudo!
Tu stesso, tu, la misera tua figlia
sforzi a bramare il fatal dì . . . Ma pure,
io no, non bramo il morir tuo: felice
vivi; vivi, se il puoi; bastami solo
di rimaner per sempre col mio sposo
Deh! vieni or dunque; andiamo
DAVID Oh quanto duolmi
lasciar la pugna! Ignota voce io sento
gridarmi in cor: "Giunto è il terribil giorno
ad Israèle, ed al suo re" . . .
Potessi! . . .
Ma no: qui sparso di sacri ministri
fu l'innocente sangue: impuro è il campo
contaminato è il suolo; orror ne sente
Iddio: pugnar non può qui omai più David.-
Ceder dunque per ora al timor tuo
emmi mestiero, ed all'amor tuo scaltro.-
Ma tu, pur cedi al mio . . . Deh! sol mi lascia . . .
MICOL Ch'io ti lasci? Pel lembo, ecco ti afferro;
da te mai più, no, non mi stacco
DAVID Ah! m'odi.
Male agguagliar tuoi tardi passi a' miei
potresti: aspri sentier di sterpi e sassi
convien ch'io calchi con veloci piante,
a pormi in salvo, poiché il vuoi. Deh! come
i piè tuoi molli, a strazio inusitato
regger potranno? Infra deserti sola
ch'io ti abbandoni mai? Ben vedi; tosto,
per tua cagion, scoperto io fora: entrambi
alla temuta ira del re davanti
tosto or saremmo ricondotti . . . Oh cielo!
solo in pensarvi, io fremo . . . E poniam anco,
che si fuggisse; al padre egro dolente
tor ti poss'io? Di guerra infra le angosce,
fuor di sua reggia ei sta: dolcezza alcuna
pur gli fa d'uopo al mesto antico. Ah! resta
al suo pianto, al dolore, al furor suo.
Tu sola il plachi; e tu lo servi, e il tieni
tu sola in vita. Ei mi vuol spento; io 'l voglio
salvo, felice, e vincitor: . . . ma, tremo
oggi per lui.-Tu, pria che sposa, figlia
eri, né amarmi oltre il dover ti lice.
Pur ch'io scampi; che brami altro per ora?
Non t'involare al già abbastanza afflitto
misero padre. Appena giunto in salvo,
io ten farò volar l'avviso; in breve
riuniremci, spero. Or, se mi dolga
di abbandonarti, il pensa . . . Eppure, . . . ahi lasso! . . . come?. . .
MICOL Ahi me lassa! . . . e ch'io ti perda ancora? . . .
Ai passati travagli, alla vagante
vita, ai perigli, alle solinghe grotte,
lasciarti or solo ritornare? . . . Ah! s'io
teco almen fossi! . . . i mali tuoi più lievi
pur farei, . . . dividendoli . . .
DAVID Ten prego,
pel nostro amor; s'è d'uopo, anco il comando,
per quanto amante il possa; or non mi dei,
ne puoi seguir, senza mio danno espresso.-
Ma, se Dio mi vuol salvo, omai non debbo
indugiar più: l'ora si avanza: alcuno
potria da questo padiglion spiarne,
e maligno svelarci. A palmo a palmo
questi monti conosco; a ogni uom sottrarmi
son certo.-Or, deh! l'ultimo amplesso or dammi.
Dio teco resti; e tu, rimani al padre,
fin che al tuo sposo ti raggiunga il cielo
MICOL L'ultimo amplesso? . . . E ch'io non muoia? . . . Il core
strappar mi sento . . .
DAVID . . .Ed io? . . . Ma, . . . frena . . . il pianto . . .-
Or, l'ali al piè, possente Iddio, m'impenna.
ATTO QUINTO
Scena seconda
MICOL . . . Ei fugge? . . . oh cielo! . . . Il seguirò . . . Ma, quali
ferree catene paion rattenermi? . . .
Seguir nol posso.-Ei mi s'invola! . . . Appena
mi reggo, . . . non ch'io 'l segua . . . Un'altra volta
perduto io l'ho! Chi sa, quando il vedrai?
Misera donna! e sposa sei? . . . fur nozze
le tue? . . .-No, no; del crudo padre al fianco
più non rimango. Io vo' seguirti, o sposo . . .-
Pur, se il seguo, lo uccido; è ver, pur troppo!
Come nasconder la mia lenta traccia,
su l'orme sue veloci? . . .-Ma, dal campo
qual odo io suon, che d'armi par? . . . Ben odo . . .
ei cresce; e sordamente anco di trombe
è misto . . .E un correr di destrieri Oh cielo!
Che fia? . . . La pugna anzi al tornar del giorno,
non l'intimò Saùl. Chi sa? . . . I fratelli . . .
il mio Gionata . . . Oimè! . . . forse in periglio . . .-
Ma, pianto, ed urli, e gemiti profondi
dal padiglion del padre odo inalzarsi? . . .
Misero padre! . . . a lui si corra . . . Oh vista!
Ei viene; ei stesso; e in quale aspetto! . . . Ah! padre . . .
ATTO QUINTO
Scena terza
SAUL, MICOL
SAUL Ombra adirata, e tremenda,deh! cessa:
lasciami, deh! . . . Vedi: a' tuoi piè mi prostro . . .
Ahi! dove fuggo? . . .-ove mi ascondo? O fera
ombra terribil, placati Ma è sorda
ai miei preghi; e m'incalza? . . . Apriti, o terra,
vivo m'inghiotti . . . Ah! pur che il truce sguardo
non mi saetti della orribil ombra
MICOL Da chi fuggir? niun ti persegue. O padre,
me tu non vedi? me più non conosci?
SAUL O sommo, o santo sacerdote, or vuoi
ch'io qui mi arresti? o Samuèl, già vero
padre mio, tu l'imponi? ecco, mi atterro
al tuo sovran comando. A questo capo
già di tua man tu la corona hai cinta;
tu il fregiasti; ogni fregio or tu gli spoglia;
calcalo or tu. Ma, . . . la infuocata spada
d'Iddio tremenda, che già già mi veggo
pender sul ciglio, . . . o tu che il puoi, la svolgi
non da me, no, ma da' miei figli. I figli,
del mio fallir sono innocenti
MICOL Oh stato,
cui non fu il pari mai!-Dal ver disgiunto,
padre, è il tuo sguardo: a me ti volgi
SAUL Oh gioia!
Pace hai sul volto? O fero veglio, alquanto
miei preghi accetti? io da' tuoi piè non sorgo,
se tu i miei figli alla crudel vendetta
pria non togli.-Che parli? . . . Oh voce! "T'era
David pur figlio; e il perseguisti, e morto
pur lo volevi". Oh! che mi apponi? . . . Arresta.
Sospendi or, deh! Davidde ov'è? si cerchi:
ei rieda; a posta sua mi uccida, e regni:
sol che a' miei figli usi pietade, ei regni . . .-
Ma, inesorabil stai? Di sangue hai l'occhio;
foco il brando e la man; dalle ampie nari
torbida fiamma spiri, e in me l'avventi
Già tocco m'ha; già m'arde: ahi! dove fuggo?
per questa parte io scamperò.
MICOL Né fia,
ch'io rattener ti possa, né ritrarti
al vero? Ah! m'odi: or sei
SAUL Ma no; che il passo
di là mi serra un gran fiume di sangue.
Oh vista atroce! sovra ambe le rive,
di recenti cadaveri gran fasci
ammonticati stanno: ah! tutto è morte
colà: qui dunque io fuggirò . . . Che veggo?
Chi sete or voi?-"D'Achimelèch siam figli.
Achimelèch son io. Muori, Saulle,
muori".-Quai grida? Ah! lo ravviso: ei gronda
di fresco sangue, e il mio sangue ei si beve.
Ma chi da tergo, oh! chi pel crin mi afferra?
Tu, Samuèl?-Che disse? che in brev'ora
seco tutti saremo? Io solo, io solo
teco sarò; ma i figli . . .-Ove son io?-
Tutte spariro ad un istante l'ombre.
Che dissi? Ove son io? Che fo? Chi sei?
Qual fragor odo? ah! di battaglia parmi:
pur non aggiorna ancor: sì, di battaglia
fragore egli è. L'elmo, lo scudo, l'asta,
tosto or via, mi si rechi: or tosto l'arme
l'arme del re. Morir vogl'io, ma in campo.
MICOL Padre, che fai? Ti acqueta . . . Alla tua figlia
SAUL L'armi vogl'io; che figlia? Or, mi obbedisci.
L'asta, l'elmo, lo scudo; ecco i miei figli.
MICOL Io non ti lascio, ah! no . . .
SAUL Squillan più forte
le trombe? Ivi si vada: a me il mio brando
basta solo.-Tu, scostati, mi lascia;
obbedisci. Là corro: ivi si alberga
morte, ch'io cerco.
ATTO QUINTO
Scena quarta
SAUL, MICOL, ABNER, con pochi soldati fuggitivi

ABNER Oh re infelice! . . . Or dove,
deh! dove corri? Orribil notte è questa.
SAUL Ma, perché la battaglia?
ABNER Di repente,
il nemico ci assale: appien sconfitti
siam noi
SAUL Sconfitti? E tu fellon, tu vivi?
ABNER Io? per salvarti vivo. Or or qui forse
Filiste inonda: il fero impeto primo
forza è schivare: aggiornerà frattanto.
Te più all'erta quassù, fra i pochi miei,
trarrò. . .
SAUL Ch'io viva, ove il mio popol cade?
MICOL Deh! vieni . . . Oimè! cresce il fragor: s'inoltra . . .
SAUL Gionata, . . . e i figli miei, . . . fuggono anch'essi?
mi abbandonano? . . .
ABNER Oh cielo! . . . I figli tuoi, . . .
no, non fuggiro . . . Ahi miseri!
SAUL T'intendo:
morti or cadono tutti
MICOL Oimè! . . . I fratelli? . . .
ABNER Ah! più figli non hai.
SAUL -Ch'altro mi avanza?
Tu sola omai, ma non a me, rimani.-
Io da gran tempo in cor già tutto ho fermo:
e giunta è l'ora.-Abner, l'estremo è questo
de' miei comandi. Or la mia figlia scorgi
in securtà.
MICOL No, padre; a te dintorno
mi avvinghierò: contro a donzella il ferro
non vibrerà il nemico.
SAUL Oh figlia! . . . Or, taci:
non far, ch'io pianga. Vinto re non piange.
Abner, salvala, va': ma, se pur mai
ella cadesse infra nemiche mani,
deh! non dir, no, che di Saulle è figlia;
tosto di' lor, ch'ella è di David sposa;
rispetteranla. Va'; vola
ABNER S'io nulla
valgo, fia salva, il giuro; ma ad un tempo
te pur
MICOL Deh! . . . padre . . . Io non ti vo', non voglio
lasciarti.
SAUL Io voglio: e ancora il re son io.
Ma già si appressan l'armi: Abner, deh! vola:
teco, anco a forza, s'è mestier, la traggi.
MICOL Padre! . . . e per sempre? . . .
ATTO QUINTO
Scena quinta

SAUL Oh figli miei! . . .-Fui padre.-
Eccoti solo, o re ;non ti resta
dei tanti amici, o servi tuoi.--Sei paga,
d'inesorabil Dio terribil ira?-
Ma, tu mi resti, o brando: all'ultim'uopo,
fido ministro, or vieni.-Ecco già gli urli
dell'insolente vincitor: sul ciglio
già lor fiaccole ardenti balenarmi
veggo, e le spade a mille . . .-Empia Filiste,
me troverai, ma almen da re, qui 1. . . morto.


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Edizione HTML a cura di: mail@debibliotheca.com
Ultimo Aggiornamento: 13/07/2005 23.56

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