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CLASSICI DELLA LETTERATURA ITALIANA

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Oreste

Di: Vittorio Alfieri

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ATTO TERZO

 

 

SCENA PRIMA

Clitennestra, Elettra.

 

CLITENNESTRA

Lasciami, Elettra; alle tue stanze riedi:

ir voglio, sí, d'Egisto in traccia...

ELETTRA

Oh madre!

giá ti martíra il non tornar d'Egisto?

Or temi tu, che all'are innanzi l'abbia

incenerito il fulmine del cielo?

Nol temer, no; che il ciel finora arride

agli empi qui.

CLITENNESTRA

Taci d'Egisto...

ELETTRA

È vero;

il sol nomarlo ad ogni lingua è macchia.

Oh! sei tu quella, che volea pur dianzi

porger meco di furto al sacro avello

lagrime, e voti?

CLITENNESTRA

Cessa; andarne io voglio...

ELETTRA

Ad incontrar colui, che dal tuo stesso

labro piú volte udia nomar stromento

d'ogni tuo danno?

CLITENNESTRA

È ver: con lui felice

non sono io mai: ma né senz'esso il sono.

Lasciami.

ELETTRA

Almen,... soffri...

CLITENNESTRA

Che piú?

ELETTRA

Me lassa!...

che fia, se incontra or pria d'Egisto il figlio?

 

SCENA SECONDA

Clitennestra.

 

CLITENNESTRA

Me stessa invan cerco ingannar...

 

SCENA TERZA

Clitennestra, Oreste e Pilade in disparte.

 

ORESTE

Non giunge,

mai non giunge costui?

PILADE

Dove t'inoltri?

CLITENNESTRA

Amo Egisto, pur troppo!...

ORESTE

Egisto? Oh voce!

chi veggio? è dessa: io la rimembro ancora.

PILADE

Vieni; che fai? t'arrètra.

CLITENNESTRA

Agli occhi miei

chi si appresenta? Oh! chi se' tu?

PILADE

Deh! scusa

il nostro ardir; stranieri noi, tropp'oltre

veniamo or forse: al non saper lo ascrivi,

ad altro no.

CLITENNESTRA

Chi siete?

ORESTE

In Argo...

PILADE

Nati

non siamo...

ORESTE

E non d'Egisto...

PILADE

Al re ci manda

di Focida il signor...

ORESTE

Se qui re...

PILADE

Quindi,

se tu il concedi, entro la reggia il piede,

di lui cercando, inoltreremo.

CLITENNESTRA

In Argo

qual vi guida cagione?

ORESTE

Alta.

PILADE

Narrarla

dobbiamo al re.

CLITENNESTRA

Del pari a me narrarla

potrete; or sta fuor della reggia Egisto.

PILADE

Ma torneravvi...

ORESTE

Spero.

CLITENNESTRA

Intanto, il tutto

a me si esponga.

ORESTE

Io tel vo' dir...

PILADE

Se pure

tu ce l'imponi; ma...

CLITENNESTRA

Sul trono io seggo

d'Egisto al fianco.

ORESTE

E il sa ciascun, che degna

tu sei di lui.

PILADE

Sarebbe a te men grata,

che ad Egisto, la nuova.

CLITENNESTRA

E qual?...

ORESTE

Che parli?

Qual può il consorte udir grata novella,

che alla moglie nol sia?

PILADE

Tu sai, che il nostro

assoluto signore a Egisto solo

c'impon di darla.

ORESTE

Egisto ed essa, un'alma

sono in duo corpi.

CLITENNESTRA

A che cosí tenermi

sospesa? Or via, parlate.

PILADE

Acerbo troppo

ti fia l'annunzio; e tolga il ciel, che noi...

ORESTE

Assai t'inganni: a lei rechiamo intera

e sicurezza, e pace.

CLITENNESTRA

Omai dovreste

por fin...

ORESTE

Regina, arrechiam noi la morte...

CLITENNESTRA

Di chi?

PILADE

Taci.

CLITENNESTRA

Di chi? Parla.

ORESTE

... D'Oreste.

CLITENNESTRA

Oimè! che sento? del mio figlio?... Oh cielo!...

ORESTE

Del figlio, sí, d'Agamennón trafitto...

CLITENNESTRA

Che dici?

PILADE

Ei dice, che trafitto Oreste

non fu.

ORESTE

Del figlio del trafitto...

PILADE

Insano,

spergiuro, a me serbi cosí tua fede?

CLITENNESTRA

Misera me! dell'unico mio figlio

orba...

ORESTE

Ma forse, il piú mortal nemico

non era Oreste del tuo Egisto?

CLITENNESTRA

Ahi crudo!

barbaro! in guisa tal la morte annunzi

d'unico figlio ad una madre?

PILADE

Ei troppo

giovine ancora, e delle corti ignaro,

(scusalo, deh!) per appagar tua brama,

incautamente con soverchio zelo,

la mia tradiva. Udir tal nuova poscia,

d'Egisto a senno, e dal suo labro solo

dovuto avresti; e il mio pensier tal era.

Ma, s'egli...

ORESTE

Errai fors'io; ma, spento il figlio,

secura omai col tuo consorte...

CLITENNESTRA

Ah! taci.

D'Oreste pria fui madre.

ORESTE

Egisto forse

t'è men caro d'Oreste?

PILADE

Or, che favelli?

che fai? con vani, ed importuni detti

di madre il pianto esacerbare ardisci?

Lasciala; vieni; il lagrimare, e il tempo,

sollievo solo al suo dolore...

ORESTE

Egisto

alleviar gliel può.

PILADE

Vieni: togliamci

dal suo cospetto, che odiosi troppo

noi le siam fatti omai.

CLITENNESTRA

Poiché la piaga

mi festi in cor, tu d'ampliarla, crudo,

godrai: narrami or come, dove, quando

cadde il mio figlio. - Oreste, amato Oreste,

tutto saper di te vogl'io; né cosa

niuna udir piú, fuor che di te.

ORESTE

Lo amavi

tu dunque molto ancora?

CLITENNESTRA

O giovinetto,

non hai tu madre?

ORESTE

... Io?... L'ebbi.

PILADE

Oh ciel! Regina,

soggiacque al fato il figliuol tuo: la vita...

ORESTE

Non gli fu tolta da nemici infami;

ai replicati tradimenti atroci,

no, non soggiacque...

PILADE

E ciò saper ti basti.

Chi ad una madre altro narrar potrebbe?

ORESTE

Ma, se una madre udir pur vuole...

PILADE

Ah! soffri,

che la storia dolente al re soltanto

si esponga appien da noi.

ORESTE

Godranne Egisto.

PILADE

Troppo dicemmo; andiam. Pietá ne vieta

di obbedirti per or. - Seguimi: è forza,

è forza al fin, che al mio voler t'arrendi.

 

SCENA QUARTA

Clitennestra.

 

CLITENNESTRA

Figlio infelice mio!... figlio innocente

di scellerata madre!... Oreste, Oreste...

Ah! piú non sei! Fuor del paterno regno

da me sbandito, muori? Egro, deserto,

chi sa, qual morte!... E al fianco tuo, nell'ore

di pianto estreme, un sol de' tuoi non v'era?

Né dato a te di tomba onor nessuno...

Oh destino! il figliuol del grande Atride,

errante, ignoto, privo d'ogni aiuto...

Né madre, né sorella, col lor pianto

lavato il morto corpo tuo!... Me lassa!

Figlio amato, mie man non ti prestaro

L'ultimo ufficio, chiudendoti i lumi

moribondi. - Che dico? eran mie mani

da tanto? ancor del sangue del tuo padre

lorde e fumanti, dal tuo volto, Oreste,

le avresti ognora, e con ragion, respinte.

Oh di madre men barbara tu degno!... –

Ma, per averti io 'l genitor svenato,

ti son io madre meno? ah! mai non perde

natura i dritti suoi... Pur, se il destino

te giovinetto non togliea, tu forse,

(come predetto era da oracol vano)

rivolto avresti nella madre il ferro?...

E tu il dovevi: inemendabil fallo,

qual mano altra punir meglio il potea?

Deh! vivi, Oreste; vieni; in Argo torna,

l'oracol compi; in me, non una madre,

ma iniqua donna che usurpò tal nome,

tu svenerai: deh! vieni... Ah! piú non sei...

 

SCENA QUINTA

Egisto, Clitennestra.

 

EGISTO

Che fia? qual pianto? onde cagion novella?...

CLITENNESTRA

Di pianto sí, d'eterno pianto, or godi,

nuova ho cagion: di paventar, di starti

tremante or cessa. Al fin, paghe una volta

tue brame sono; è spento al fin quel tuo

fero, crudel, terribile nemico,

che mai pertanto a te non nocque; è spento.

L'unico figlio mio piú non respira.

EGISTO

Che dici? Oreste spento? a te l'avviso

donde? chi l'arrecava?... Io non tel credo.

CLITENNESTRA

Nol credi, no? forse, perch'ei sottratto

s'è tante volte dal tuo ferro iniquo?

Se al mio pianto nol credi, al furor mio

tu il crederai. Giá nel materno core,

tutto, sí tutto, il non mai spento affetto

mi si ridesta.

EGISTO

Altra non hai tu prova,

ond'io?...

CLITENNESTRA

Ne avrai, quante il tuo core atroce

chieder ne può. Narrare a parte a parte

ti udrai l'atroce caso; e brilleratti

l'alma, in udirlo, di Tiéstea gioja.

Gente in Argo vedrai, che l'inumano

tuo desir fará sazio.

EGISTO

In Argo è giunta

gente, senza ch'io 'l sappia? a me primiero

non si parlò?

CLITENNESTRA

Del non aver tu primo

entro al mio petto il crudo stile immerso,

forse ti duole? Opra pietosa tanto,

è ver, spettava a te: nuova sí grata,

a una consorte madre Egisto darla

dovea, non altri.

EGISTO

Donna, or qual novella

ira è la tua? Cotanto ami l'estinto

figlio, cui vivo rammentavi appena?

CLITENNESTRA

Che parli tu? mai non cessava io, mai,

di esser madre d'Oreste: e se talvolta

l'amor di madre io tacqui, amor materno

mi vi sforzava. Io ti dicea, che il figlio

men caro era al mio cor, sol perch'ei meno

alle ascose tue insidie esposto fosse.

Or ch'egli è spento, or piú non fingo; e sappi,

che m'era e ognor caro sarammi Oreste

piú assai di te...

EGISTO

Poco tu di'. Piú caro

io ti fui che tua fama: onde...

CLITENNESTRA

La fama

di chi al fianco ti sta nomar non dessi.

La mia fama, il mio sposo, la mia pace,

ed il mio figlio unico amato, (tranne

la sola vita sua) tutto a te diedi.

Tu da feroce ambizion di regno,

tu, da vendetta orribile guidato,

quant'io ti dava, un nulla reputavi,

finch'altro a tor ti rimanea. Chi vide

sí doppio core, e sí crudele a un tempo?

A quell'amor tuo rio, che mal fingevi,

ch'io credeva in mal punto, ostacol forse,

ostacol, dimmi, era il fanciullo Oreste?

Eppur moriva Agamennone appena,

che tu del figlio ad alta voce il sangue

chiedevi giá. Tu, smanioso, tutta

ricercavi la reggia: allor quel ferro,

che non avresti osato mai nel padre

vibrar tu stesso, tu il brandivi allora;

prode eri allor contro un fanciullo inerme.

Ei fu sottratto alla tua rabbia: appieno,

ti conobb'io quel dí; ma tardi troppo.

Misero figlio! E che giovò il sottrarti

dall'uccisor del padre tuo? trovasti

morte immatura in peregrina terra...

Ahi scellerato usurpatore Egisto!

tu m'uccidesti il figlio... Egisto, ah! scusa;...

fui madre;... e piú nol sono...

EGISTO

A te lo sfogo

e di rampogne, e di sospiri è dato,

purché sia spento Oreste. Or di': costoro

a chi parlar? chi sono? ove approdaro?

Chi gl'inviò? dove ricovran? sono

messaggeri di re? pria d'ogni cosa,

chiesto non hanno essi d'Egisto in Argo?

CLITENNESTRA

Chiedon di te: Strofio gl'invia: li trasse

mia mala sorte a me davanti; e tutto,

mal grado loro, udir da loro io volli.

Due, ma diversi assai d'indole i messi

stanno in tua reggia. La feroce nuova

darmi negava l'un pietoso e cauto;

fervido l'altro, impetuoso, fero,

parea goder del dolor mio: colui

non minor gioja proverá in narrarti,

che tu in udire il lagrimevol caso.

EGISTO

Ma, perché a me tal nuova espressamente

Strofio manda? ei fu ligio ognor d'Atride;

ognun il sa. Non fu da Strofio stesso

trafugato il tuo figlio? a lui ricetto

non diede egli in sua corte?

CLITENNESTRA

È ver, da prima;

ma or giá molti anni, assente ei n'era; e poscia

mai non ne udimmo piú.

EGISTO

Fama ne corse;

ma il ver, chi 'l sa? certo è pur, certo, ch'ebbe

fin da' primi anni indivisibil scorta,

custode, amico, difensore, il figlio

di Strofio; quel suo Pilade, che abborro.

Nemico sempre erami Strofio in somma:

come cangiossi?...

CLITENNESTRA

Or che tu re sei fatto,

non sai, per prova, il cor di un re che sia? –

Barbaro! forse or ti compiaci udirmi

asseverar ciò che mi duol pur tanto?

Va, n'odi al fin quanto a te basti; vanne;

lasciami. - Strofio alle sue mire Oreste

util credé; perciò da te il sottrasse;

quindi il raccolse, e regalmente amollo:

quindi il cacciò, quando disutil forse

gli era, o dannoso; e quindi ora ti manda

ratto il messaggio di sua morte ei primo. –

Tu in questa guisa stessa un dí m'amavi,

pria che il marito io trucidassi, e il regno

ten dessi; e tu cosí m'odiasti poscia;

ed or, cosí mi sprezzi. Amor, virtude,

e fede, e onore, in voi mutabil cosa,

giusta ogni evento, sono.

EGISTO

A te la scelta,

ben lo rimembri, a te lasciai la scelta

infra gli Atridi, o i Tiestèi: tu stessa

scegliesti. A che, con grida non cessanti,

scontar mi fai tua scelta? Io t'amo, quanto

tu il merti.

CLITENNESTRA

- Egisto, alle importune grida

io pongo fin. Sprezzami tu, se il puoi;

ma dirlo a me, non ti attentar tu mai.

Se amor mi spinse a rio delitto, pensa

a che può spinger disperata donna

spregiato amor, duolo, rimorso, e sdegno.

 

SCENA SESTA

Egisto.

 

EGISTO

S'odan costor: nulla rileva il resto.

 



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Edizione HTML a cura di: mail@debibliotheca.com
Ultimo Aggiornamento:
17/07/2005 01.08

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