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Biblioteca Telematica

CLASSICI DELLA LETTERATURA ITALIANA

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La rigenerazione

ITALO SVEVO

Commedia in 3 atti

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SCENA OTTAVA

GIOVANNI, ENRICO, GUIDO e BONCINI

 

BONCINI          (continuando il suo discorso con Guido). Badi che un negoziante d'imballaggi vuoti è sempre il piú furbo dei negozianti. Deve andar a cercare dove rimangono a disposizione privi d'uso gl'imballaggi e trovare poi dove occorrono. Indovinare se occorrono urgentemente per sapersi regolare nel prezzo. Dev'essere basso se sono sostituibili, alto se non lo sono. E cosí via.

GUIDO.              Ma qui non si tratta di bottami.

BONCINI.         Un po' di bottame siamo tutti.

GIOVANNI.      Scusi ma io non sono d'accordo.

BONCINI          (ad Enrico guardandolo con compiacenza e confrontandolo con una fotografia che ha in mano). E Lei avrebbe settant'anni?

ENRICO.           Mai piú! Io ne ho appena trentotto.

BONCINI          (a Guido). E allora che scopo c'era di operarlo?

GIOVANNI.      L'operato son io.

BONCINI          (porgendogli la mano). Ho piacere di fare la Sua conoscenza.

(Guido presenta.)

BONCINI          (dopo una lunga pausa durante la quale lo confronta con la fotografia). Certo, una certa miglioria c'è. Lei si trovava in pessime condizioni. Aveva perduto dei cerchi e delle doghe. Era un bottame veramente malandato.

GIOVANNI.      Che dice? Non capisco? (Poi arrabbiato.) Ma Lei ha urgentemente bisogno dell'operazione. Non sente come Lei parla? Vada, corra a farsi operare.

BONCINI          (buono e mite). Ma io non volevo offenderla. Capisco anche che Lei non abbia potuto intendermi. Io usavo di parole tratte dal mio mestiere che Lei non conosce. Lei ha permesso ch'io La veda per assistermi in un passo molto importante nella vita di un vecchio. Gliene sono molto grato.

GIOVANNI.      L'ho fatto per far piacere a questo mio nipote.

BONCINI.         Capisco che non l'ha fatto per me ma pure a me sembra che anch'io merito un po' la Sua considerazione. Abbiamo la stessa età. C'è una sola differenza fra noi due. Lei è operato ed io non lo sono. Ma fra persone della stessa età ci si dovrebbe amare. Dove si va a finire se anche Lei vecchio tiene per i giovini? I giovini avrebbero tutto, anche l'appoggio dei vecchi.

GIOVANNI       (rabbonito). Io (esitante) non Le voglio male. Vede che mi presto ad aiutarla. Ma io non posso piú tenere per i vecchi. Non dico di tenere per i giovini. Se sono giovine sono anche vecchio. Insomma… Si faccia operare eppoi veramente staremo insieme. Saremo della stessa classe.

GUIDO.              Certo adesso la Società si divide in giovani vecchi e vecchi giovani.

GIOVANNI.      Proprio cosí. Io sono un vecchio giovine. (Ridendo.) Ci sono anche dei giovani vecchi. (A Guido accennando Enrico.) Quel signore… Come si chiama?

GUIDO.              Biggioni.

GIOVANNI.      È vecchio ad onta della sua età. Perciò m'è antipatico. Dev'essersi fatto operare alla rovescia per diventare tanto vecchio. L'abbiamo sempre fra i piedi. È innamorato.

BONCINI (ch'era piú vicino ai due e ha sentito). Un vecchio… innamorato? Ma se è innamorato non è piú vecchio.

GIOVANNI.      Lei non se ne intende. Anche gl'innamorati possono essere vecchi. Il giovine vero, ama le donne, sí, ma ci pensa di tempo in tempo. Non sempre.

GUIDO.              Questo è fisiologicamente giusto. La prova della forza sta precisamente nella sua manifestazione a tempo e luogo.

BONCINI          (esitante). Pensate che sia proprio cosí? (Poi deciso.) Ma allora io non mi faccio piú operare. Buon giorno, signore.

GIOVANNI.      Che cosa gli salta?

GUIDO.              Se vuole se ne vada. Ma dopo di aver disturbato lo zio in questo modo mi pare poco cortese di togliere a questo modo l'intervista.

BONCINI.         Ebbene, mi permetta d'indirizzare qualche domanda a Suo zio. Ma Lei non s'inframetta. Signor Chierici! Ella non rimpiange di aver speso tanto per quell'operazione? Questo, questo è il nodo della questione.

GIOVANNI.      Io me ne infischio che Lei abbia a farsi operare o meno. Io non ci guadagno nulla. Ma giacché Lei cortesemente me ne fa domanda Le confesserò ch'io ancora fermamente credo che il dottor Giannottini domandi troppo per la sua operazione. È un grosso imbroglione.

GUIDO.              Che dice zio?

GIOVANNI.      È la verità ch'io dico. Ma però visto che il dottor Giannottini è il solo che sappia fare perfettamente tale operazione, si capisce che ne approfitti. Farei lo stesso anch'io al suo posto. Anzi, lo feci già. Una volta ero il solo in piazza che avessi avuto pronta una certa merce…

ENRICO.           Del caffè.

GIOVANNI.      No tutt'altra cosa… in casse… Non ricordo…

BONCINI.         Se non ricorda è un brutto segno.

GIOVANNI       (a Guido). Che cosa va dicendo?

BONCINI.         Anche l'udito sembra debole.

GUIDO               (cattedralmente). L'udito e la memoria sono gli ultimi a guarire.

GIOVANNI.      La vita è ringiovanita. Da me tutto è piú giovine. Il costo dell'operazione? Io già faccio musina per rifarla di qui a dieci anni. Non ne vedo l'ora. E di qui a venti e di qui a trenta ancora. Certo vivrò sempre nella speranza che il costo dell'operazione diminuisca. E - lo dissi anche al dottor Giannottini - se egli continuerà a tener alti i prezzi, io passerò senz'alcun riguardo alla concorrenza.

GUIDO.              Non Le pare che questa sia l'espressione di un giovine?

BONCINI.         Non mi pare. Io non sono ancora operato eppure compero i miei imballaggi dove sono piú a buon mercato.

GIOVANNI.      È convinto? (A Guido poi a Boncini.) Io non sapevo neppure quello che fosse la giovinezza. La ritrovai! Venne a me calda e dolce. Ora ricordo come era. Come ricordo! (Assorto.)

GUIDO.              Bravo, zio.

BONCINI.         Scusi! Veniamo alla cosa principale. Come va con le donne?

GIOVANNI.      Con che cosa?

GUIDO.              Con le donne.

GIOVANNI.      Le donne? Perché mi parla delle donne? Che c'entrano le donne? Io posso essere un giovine, ma sono sempre un giovine rispettabile.

BONCINI          (disperato). Anche dopo l'operazione?

GIOVANNI.      Piú che mai.

GUIDO               (traendo Boncini in disparte). Senta, badi che mio zio è un vecchio… cioè un giovine… come dire?… non mica tanto sincero. Non ammetterebbe mai di confessare un desiderio. O lo confesserà quando gli giovi… alla donna stessa che desidera e a nessun altro. (Ride.)

GIOVANNI.      Che dici e perché ridi?

GUIDO.              Sai, zio, quello è un uomo ordinario che dall'operazione aspetta una sola cosa, proprio quella che lei non vuole.

GIOVANNI.      Imbecille.

BONCINI          (traendo Guido in disparte). E allora non c'è speranza di trarre da lui la verità?

GUIDO.              Difficile.

BONCINI.         A me è molto difficile d'intendermi con questo vecchio che, dopo operato, ha tutta l'ostinazione della sua età e tutti i pregiudizii. Lei non avrebbe pronto un altro vecchio preparato?

GUIDO.              Pronto, proprio pronto non ne ho.

BONCINI.         E allora?

GIOVANNI.      Giacché avete da parlare tanto insieme, io me ne vado. Sta bene essere utile al prossimo. Ma non potrete pretendere ch'io dedichi queste ore di giovinezza ad attendere il vostro beneplacito.

GUIDO               (in un orecchio a Giovanni). Vuole pagare meno di Lei, zio.

GIOVANNI.      Spero non mi si farà tale torto. (Poi.) Ho da dirgli esattamente quello che ho pagato?

GUIDO.              È meglio di non dirgli niente.

BONCINI          (a Giovanni). Giacché Ella è tanto buono mi permetterà di rivederla. Ma non qui. Si potrebbe andare a passeggio insieme? Vedrà: di me si dice ch'io sia un uomo molto divertente. È naturale che adesso io sia preoccupato dall'affare piú importante ch'io abbia mai trattato in vita mia. Non si può pretendere ch'io apparisca disinvolto.

GIOVANNI.      Insomma, dica la verità. Con me è difficile fingere: Ella vuol vedermi movere. Vuol vedermi camminare. Questa è una domanda discreta. Tutt'altra cosa che domandare di vedermi con le donne. Oggi non esco: Ho un affare di premura. Di premura: Lei sente? Prima dell'operazione non sapevo neppure che cosa fossero gli affari di premura. Ma domani alle 17 in punto io esco come faccio ogni giorno prima di cena. E se Lei è qui, cammineremo insieme. Io non sono né divertente né disinvolto ma ho tutto il rispetto per la vecchiaia e l'accompagnerò volentieri.

BONCINI.         Grazie! (Esitante.) Io come piú vecchio potrò darLe dei buoni consigli…

GIOVANNI.      No! Questo non credo.

BONCINI.         Si potrà insomma consigliarsi insieme, vedere come sarà meglio di approfittare di questa nostra giovinezza… se l'avremo. Io non dico ch'Ella dovrebbe tener conto dei miei consigli… né io dei Suoi. Ma si potrà dire la propria opinione.

GIOVANNI       (imperioso). Però anche la parola dovrà essere rispettabile e rispettosa. Questo posso pretendere. La mia giovinezza voglio sia tutta dedicata alla virtú. Insomma parlare si può ma in modo che il piú casto orecchio non possa essere offeso dalle nostre parole.

BONCINI          (lo guarda con disdegno, a mezza voce a Guido). Aver pagato tanto per l'operazione e servirsene a questo modo.

GUIDO.              A parole - me lo creda - a parole. Anch'io talvolta - ma raramente - parlo cosí.

BONCINI.         Insomma io non m'impegno ancora a nulla. Peccato Lei non abbia un altro vecchio pronto. Con questo qui sarà piú difficile di capire qualche cosa. Domani esco con lui. La via oramai è piena di gambe nude. Vedrò che effetto gli facciano.

ENRICO.           Vedrà! Vedrà! Io una volta una sola volta uscii col signor Giovanni. A me pare che guardi con compiacenza anzi con concupiscenza le donne.

BONCINI.         Quando La vidi e credetti Lei avesse 70 anni ero pronto a tutto. Purtroppo non è Lei l'operato. Proprio peccato.

GIOVANNI.      Parlate, parlate pure. Io se non avete nulla in contrario mi metto qui a leggere il mio Piccolo.

BONCINI.         Scusi, signor Chierici. Capirà. Son cose importanti.

GIOVANNI.      Se fossi stato come Lei non sarei mai arrivato all'operazione. La pensai, la volli e la feci. Io non ho paura.

BONCINI          (con dolore a Guido). Che prima dell'operazione sia stato in migliori condizioni? (Poi, con un sospiro.) Insomma non ho deciso nulla. Purtroppo. Ritornerò domani. (A Giovanni.) Domani alle 5 pomeridiane sarò qui. E Le sono molto grato della Sua compiacenza. Arrivederci domani. (A Guido che lo accompagna.) Non dica nulla al dottor Giannottini. Già lui è sempre pronto. Io però non sono pronto ancora.

 

 

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Edizione HTML a cura di: mail@debibliotheca.com
Ultimo Aggiornamento:13/07/2005 23.27

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