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De Bibliotheca

Biblioteca Telematica

CLASSICI DELLA LETTERATURA ITALIANA

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La rigenerazione

ITALO SVEVO

Commedia in 3 atti

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SCENA DECIMA

ANNA e DETTI

 

ANNA                (pronta per uscire). Allora io vado con l'automobile in cimitero. Poi avrò da fare qualche spesuccia e non potrò essere di ritorno che di qui a qualche ora. Non ti dispiace ch'io resti assente per tante ore?

GIOVANNI.      No! no! Anzi. Anzi vuol dire che mi fa piacere che anche tu te la passi come puoi. La vita è breve, dicevano gli antichi.

ANNA.               Pensa se hai bisogno di qualche cosa dalla città.

GIOVANNI.      I giornali. Voglio anche il giornale umoristico della domenica. Mi piace di ridere. Devo imparare di nuovo a ridere.

ANNA.               E tu vuoi restare in tinello?

GIOVANNI.      Sí! Questo è il posto dove mi trovo meglio.

ANNA.               E non hai niente in contrario che intanto che tu sei qui Rita netti in questa stanza le maniglie, i vetri, i cristalli?

GIOVANNI       (tentando di celare il proprio compiacimento). Venga, venga, Rita. Essa netterà. Io leggerò e non la sentirò nemmeno.

ANNA.               Allora addio. (Porge a Giovanni la guancia a un bacio, poi a Guido.) Se vuoi venire con me. Mi farebbe piacere. In due ci si raccoglie meglio al cimitero. Solitarii si finisce col sentirsi molto soli.

GUIDO.              Mi dispiace, zia, ma non posso. Fra una mezz'ora devo essere all'ospitale.

GIOVANNI.      Bravo! Voglio dire che mi compiaccio che hai molto da fare. In quanto al cimitero io trovo anzi ch'è un posto ove si sta meglio soli. I morti hanno diritto che per quel breve tempo si vada soli.

ANNA                (avviandosi, ad Enrico). Arrivederci, signor Enrico. Mi raccomando per quella seta.

ENRICO.           Non dubiti, signora.

GIOVANNI.      E non potrebbe accompagnarti il signor Enrico.

ENRICO.           Mi dispiace ma non posso. Io devo attendere qui Umbertino col quale ho da andare a passeggio alle 4. (Guarda l’orologio.) Sono appena le tre. (Anna esce.) Arrivederci.

GIOVANNI.      Ma scusi. Io non ci ho niente in contrario. La Sua compagnia mi fa piacere. Ma non capisco. Ella è un commerciante e perde a questo modo il Suo tempo?

ENRICO.           Oggi non ho molto da fare. Eppoi, capirà che per me non è una perdita di tempo di stare con Lei. (Con odio.)

GIOVANNI       (spaventato). Grazie! Grazie! Come Lei sa dire le cose piú gentili con tanta decisione. (Poi.) Senta. Intanto mi pare che sarebbe molto gentile da parte Sua di accompagnare la signora all'automobile.

ENRICO.           Questo posso fare subito. (Esce.)

 

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Edizione HTML a cura di: mail@debibliotheca.com
Ultimo Aggiornamento:17/07/2005 20.22

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