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ITALO SVEVO |
Commedia in 3 atti |
SCENA QUINDICESIMA
GIOVANNI eppoi FORTUNATO
GIOVANNI (s'accinge a seguirli ma si pente e ritorna alla sua poltrona). No
FORTUNATO. Padrone! Ho ancora da aspettare? Ho da fare in giardino. Adesso che Umbertino è ritornato a casa non c'è piú bisogno di me? Già, io sapevo che non gli era avvenuto niente.
GIOVANNI. Come potevi saperlo, imbecille che non sei altro. Io che sono stato presente non lo sapevo e tu vuoi saperlo?
FORTUNATO. Non subito, non subito intesi, padrone. Ma quando vidi che trascorsa una mezz'ora, nessuno accorreva, nessuno telefonava, capii che nulla poteva essere successo. Se Umbertino fosse morto, dopo poco mezza città si sarebbe riversata sulla nostra villa.
GIOVANNI (convinto). È vero. A questo non avevo pensato. (Con un sospiro.) Io andrò di là da Anna e a baciare ancora il fanciullo.
FORTUNATO. E posso attendere al mio lavoro in giardino?
GIOVANNI (sorpreso). Ah, sí. L'automobile non occorre piú. (Esce.)
Edizione HTML a cura di: mail@debibliotheca.com Ultimo Aggiornamento:17/07/2005 20.21 |