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De Bibliotheca

Biblioteca Telematica

CLASSICI DELLA LETTERATURA ITALIANA

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L'avventura di Maria

ITALO SVEVO

Commedia in tre atti

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ATTO TERZO

 

 

 

SCENA NONA

GIORGIO e DETTI

 

GIORGIO. Alberto ti attende in questa stanza. Volle abbracciare Piero ed io gliel'ho accordato. Non si poteva impedirglielo…

GIULIA (avviandosi lentamente). No… no.

GIORGIO. Sii dignitosa, non dura. Già vi dividete per sempre, non vi è piú scopo di litigare.

TARELLI. Sente? Anche suo fratello le ripete i miei consigli. Sia dolce e buona com'è stata tutta la sua vita.

GIULIA. Mi proverò. (Guarda nell'altra stanza.) Egli bacia Piero… e piange…

TARELLI. Poveretto! (Con simulata commozione.)

(Giulia via seguita da Giorgio.)

 

 

SCENA DECIMA

MARIA e TARELLI

 

MARIA (vestita per uscire). Sai che non ti conoscevo come oratore? Hai convinto me pure…

TARELLI. Davvero?

MARIA. Senza averne alcun indizio ho capito ch'eri riuscito a convincere Giulia. Poverina! Se ora Alberto non si lascia convertire con altrettanta facilità, ella resterà molto male.

TARELLI (inquieto guardando verso l'altra stanza). Credi che Alberto resisterà?

MARIA. Dopo i tuoi ragionamenti, ne dubito.

TARELLI (trionfante si allontana dalla porta). Guarda, guarda, Maria…

MARIA (senza muoversi). Che cosa ho da guardare?

TARELLI. Hai piú fortuna che giudizio. Sei libera! Si abbracciano.

MARIA (avvilita). Tanto presto?

 

 

SCENA UNDICESIMA

GIORGIO e DETTI

 

GIORGIO. Fate pure! Io non posso impedirvelo. Oh, le donne, le donne!… Questo ella chiama dignità.

(Maria si tira in disparte.)

TARELLI. Che cosa le è accaduto, professore? Si sono ammazzati e di marito e moglie non rimangono piú che le code?

GIORGIO. Ma che! Cominciarono col baciare ed abbracciare il figliolo e finirono col piangere ed abbracciarsi fra di loro, pacificati. Senza dire una parola, senza porre alcuna condizione. Facciano pure, ma io non rimetto piú piede in questa casa! (Via.)

TARELLI (a Maria). Vedi che non abbiamo da sentire rimorsi, poiché a questa gente non abbiamo fatto che del bene… Che te ne pare? Possiamo andarcene? (Le offre il braccio.) Diremo ad Amelia che c'invii i bauli con un servo alla stazione. Io davvero non me la sento di andare a ringraziare per l'ospitalità ricevuta in questa casa. Approfitteremo di questi due biglietti, giacché tanto ci tieni a vedere l'America. Ma, aspetta. Dobbiamo prima andare a salutare Maineri! Sai che neppur in questo luogo il tuo successo non è stato poi disprezzabile? Trovare una persona come Maineri, pronta ad abbandonare tutto e tutti per seguirci, perché egli dichiara che senza il tuo violino non può piú vivere, e vorrebbe accompagnarti attraverso il mondo, che ne dici, è mica poco?

MARIA. Fa come vuoi.

TARELLI. Ti rammarichi davvero che l'avventura debba finire cosí? Ah, non lo credo! Non capisci che non appena vorrai ricominciarla potrai farlo sotto auspici piú favorevoli. Anzitutto tu non avrai bisogno di abbandonare l'arte per maritarti. Sposerai un girovago come te. Moglie, marito e buoi dei paesi tuoi! Compreremo un casotto ambulante e cosí avrai anche la tua casa…

MARIA. Non scherzare, te ne prego! Non scherzare per giunta!

TARELLI. Allora presto presto andiamocene! Quando non vuoi scherzare c'è sempre da aver paura…

MARIA. No, cosí non parto. Voglio salutare…

TARELLI (spaventato). Chi?

MARIA. Giulia.

TARELLI. L'idea non mi dispiace. (Va alla porta.) Signora Giulia, scusi, un momento solo!

 

 

SCENA DODICESIMA

GIULIA e DETTI

 

TARELLI. Prima di partire vorrei ringraziarla per l'ospitalità accordataci.

MARIA. Giulia, vorrei salutarti anch'io… Sii felice! Io non ti ho mai voluto male! È stata una cosa che mi è capitata senza che lo volessi o ne dubitassi… Davvero che ancora non so spiegarmela, ma so di certo che non ho mai avuto l'idea di farti del male, e, lo comprendo ora, non mi sarei mai rassegnata ad essere odiata da te. Vedi? La danneggiata, chi ne soffre son io, perché nasconderlo? Non lo ha voluto, altrimenti sarei partita con lui… È meglio cosí. Anzi, la mia scappata non può che lusingarti. Lo amavo e perché? Perché volevo la tua casa, la tua felicità, tuo marito, e sognavo di divenire buona e dolce come sei tu. Già non mi sarebbe riuscito, lo riconosco! Io al tuo posto, vedendo la mia felicità minacciata, avrei ammazzato lui, la sua complice e me. (Agitatissima. Piú dolcemente.) Sii buona fino in fondo e… dammi la mano! Perché avremmo a dividerci cosí? È probabilmente l'ultima volta che ci vediamo!

 

 

CALA LA TELA-

 

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Edizione HTML a cura di: mail@debibliotheca.com
Ultimo Aggiornamento:13/07/2005 23.46

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