fancyhome3.gif (5051 bytes) blushrosetit.gif (31930 bytes) fancyemail.gif (5017 bytes)

De Bibliotheca

Biblioteca Telematica

CLASSICI DELLA LETTERATURA ITALIANA

fancybarT.gif (5506 bytes)

Le teorie del conte Alberto

ITALO SVEVO

Scherzo drammatico in due atti

fancybul.gif (2744 bytes)     fancybulsm.gif (614 bytes)    fancybul.gif (2744 bytes)    fancybulsm.gif (614 bytes)    fancybul.gif (2744 bytes)

fancybarB.gif (5659 bytes)

 

fancyback.gif (5562 byte)

fancynext.gif (5542 byte)

 

PERSONAGGI

 

 

ALBERTO, conte di Wolfenbüttel

LORENZO MIGLIORI

ANTONIO DR. REDELLA, professore di scienze naturali e medico

ELVIRA TERMIGLI

ANNA, sua figlia

 

L'azione si svolge in una stanza decorosamente ammobiliata con porta di fondo ed altra a sinistra dello spettatore.

 

 

fancybul.gif (2744 bytes)     fancybulsm.gif (614 bytes)    fancybul.gif (2744 bytes)    fancybulsm.gif (614 bytes)    fancybul.gif (2744 bytes)

 

 

ATTO PRIMO

 

SCENA PRIMA

 

ANNA e LORENZO MIGLIORI

 

LORENZO. E come sta la mamma?

ANNA. È di là con la sarta. Mamma! mamma! è giunto Lorenzo.

 

SCENA SECONDA

ELVIRA TERMIGLI e DETTI

 

ELVIRA. Vuoi dire il Signor Lorenzo?

LORENZO. Signora, come sta? (Le bacia la mano.)

ELVIRA. Si potrebbe star meglio di molto…

LORENZO. In quanto a salute mi pare che stia benissimo. La vedo rossa e bianca come un fiore.

ELVIRA. Piú bianca però che rossa nevvero? E lei signor Migliori?

LORENZO. Io sto benone.

ELVIRA. Beato lei!

LORENZO. Cosa le manca da farla sospirare a questo modo?

ELVIRA. Nulla, si diventa vecchi. È già un male.

LORENZO. È peggio però esserlo che diventarlo. Io non sospiro piú già da lungo tempo.

ANNA. Ed hai fatto un bel viaggio?

LORENZO. Non c'è male. Ho avuto un poco di scirocco nel Quarnero che mi ha rimescolato le budella, del resto tempo ammirabile.

ELVIRA. A lei proprio piace quel plebeo tu che le dà Anna?

LORENZO (calorosamente). La prego di non occuparsi del modo con cui mi tratta Anna. Lei mi tratti come vuole e vede che con lei faccio tutte le cerimonie che desidera; la prima volta però che Anna mi dà del lei io non ripongo piú piede in questa casa.

ELVIRA. Eh! via! è una semplice questione di etichetta ed io non insisto. Non so però come questo tu tra loro sia nato e nemmeno perché!

ANNA (abbracciando Lorenzo). Io lo so!

ELVIRA (indignata volge altrove lo sguardo). Mi pare anche che si possa parlare senza abbracciarsi!

LORENZO (ridendo). Si può parlare e abbracciarsi.

ELVIRA. Parliamo d'altro. (Li guarda e vede che Anna ha ancora un braccio al collo di Lorenzo.) La finirai? (Quando Anna ha levato il braccio.) Nella sua assenza sono avvenuti fatti gravi.

LORENZO. Gravi?

ELVIRA. Gravissimi.

ANNA. Gravissimi.

ELVIRA. Anna! Va' di là a metterti un poco in ordine che non sei troppo bene vestita.

ANNA. Ma se non occorre. Questo è il vestito nuovo.

ELVIRA. Allora va' a riporre il vecchio.

ANNA. Vuoi mandarmi via? Ma se tutte le cose che hai da raccontargli, le so anch'io.

LORENZO. Perché la manda via appena sono giunto?

ELVIRA (con violenza). Insomma vuoi andartene?

ANNA. Vado, vado! (Via.)

 

SCENA TERZA

ELVIRA e LORENZO

 

ELVIRA (ancora con dignità). Vegga signor Migliori se la ragazza non si è soffermata ad origliare.

LORENZO. Chi crede lei che sia Anna? (Spalanca la porta.) Come vede se ne è andata.

ELVIRA (cambiando tono). No, cosí proprio non la può andare avanti. Tu entri in casa mia come se fossi il padrone; impedisci ad Anna di ubbidirmi, e ti fai dare del tu. E non è la prima volta che ti dico che io non lo voglio.

LORENZO. So che me lo hai detto anche altre volte, io ho buona memoria, ma semplicemente ti ho detto che io lo voglio invece. Sii tanto compiacente da non far storie. Non so, ma di giorno in giorno tu diventi piú bisbetica, piú antipatica.

ELVIRA. Grazie; a te non mi importa di riuscire simpatica.

LORENZO. No? (Ridendo.) Quell'abito ti sta magnificamente. È la prima volta che te lo vedo indosso.

ELVIRA (se lo guarda un istante, poi un poco confusa). Conosci tu un certo Alberto conte di Wolfenbüttel?

LORENZO. Certamente, è mio buon amico.

ELVIRA. Fa la corte ad Anna.

LORENZO (giulivo). Sul serio?

ELVIRA. Perché ti desta tanta sorpresa?

LORENZO. Ma sarebbe un'immensa fortuna per Anna.

ELVIRA. Basta che c'intendiamo. Io parlo del conte Alberto di Wolfenbüttel.

LORENZO. Ho capito! Wolfenbüttel.

ELVIRA. Alberto?

LORENZO. Alberto, sí, sí. Non ce n'è che uno.

ELVIRA. E dici che sarebbe una fortuna?

LORENZO. Altro che fortuna. Ma non era promesso sposo alla contessina Armeni di Venezia?

ELVIRA. Io non so! A me appare un matto od un traditore.

LORENZO. Perché?

ELVIRA. Figurati che appena partito tu, un mese fa, si fece presentare in casa da Emilio Chieti. Dopo, Chieti ci raccontò che anche a lui il conte era stato presentato un'ora prima e che lo aveva quasi costretto a condurlo qui da noi. Il giorno dopo venne alle quattro a trovarci; rimase un'ora e ritornò alle sette. Io lo trattai con freddezza ma Anna lo accolse benissimo. Il giorno susseguente venne anche due volte; la prima come se fosse naturale, la seconda scusandosi, figurati che fu per distrazione. Voleva andare dai Millini che abitano fuori di città. (Lorenzo ride.) Cosa si poteva fare? Io non lo conosceva e lo trattava freddamente. Pareva non se ne accorgesse. Da allora regolarmente venne due volte al giorno meno due giorni. Uno perché rimase una volta sola sei ore.

LORENZO. Oh! diavolo!

ELVIRA. Si fece invitare a pranzo, (rabbiosamente) si fece, capisci. L'altro, condussi per forza via Anna alle tre e mezza sapendo che lui doveva venire alle quattro.

LORENZO. Per forza?

ELVIRA. Io credo che in un solo mese con questo metodo è arrivato a sconvolgerle la testa. Era inutile che io le dicessi che non si illuda che costui era un birbante o un matto. Quando sapeva che lui aveva da venire la coglieva la febbre. Prese un'infreddatura a stare a guardarlo dalla finestra perché lui non contento di ciarlarle qui per ore ed ore le passeggia sotto le finestre. Ella non mi abbada quando le dico che si capisce che costui non ha intenzioni oneste per quanto assuma l'aspetto di uomo franco.

LORENZO. Ed Alberto ti ha già chiesto la sua mano?

ELVIRA. Non ha mai parlato su tale proposito.

LORENZO. Scommetto che sa che io sono tutore di Anna ed attende per questo il mio ritorno.

ELVIRA. E tu accoglierai le sue proposte?

LORENZO. Non solamente le accoglierò ma lo inviterò a spiegarsi. Io sono da lunghi anni suo buon amico.

 .

 

fancybarT.gif (5506 bytes)

fancybul.gif (2744 bytes)

fancybulsm.gif (614 bytes)        fancybulsm.gif (614 bytes)         fancybulsm.gif (614 bytes)

fancyhome3.gif (5051 bytes)

fancyback.gif (5562 byte)

fancynext.gif (5542 byte)

fancyemail.gif (5017 bytes)

Edizione HTML a cura di: mail@debibliotheca.com
Ultimo Aggiornamento:17/07/2005 20.32

fancylogo.gif (5205 bytes)
fancybul.gif (2744 bytes)
Top