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CLASSICI DELLA LETTERATURA ITALIANA

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Bruto Primo

Di: Vittorio Alfieri

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ATTO QUARTO

 

SCENA PRIMA

 

Littori, Bruto, Soldati.

 

BRUTO

Prodi Romani, assai per oggi abbiamo

combattuto per Roma. Ognun fra i suoi,

quanto riman della inoltrata notte,

può ricovrarsi placido. Se ardire

avrá il nemico di rivolger fronte

ver Roma ancor, ci adunerem di nuovo

a respingerlo noi.

 

SCENA SECONDA

 

Collatino, Littori, Bruto, Soldati.

 

COLLATINO

Ben giungi, o Bruto.

Giá, del tuo non tornare ansio, veniva

io fuor di Roma ad incontrarti.

BRUTO

Io tardi

riedo, ma pieno di speranza e gioja.

I miei forti a gran pena entro alle mura

potea ritrarre; in aspra zuffa ardenti

stringeansi addosso ad un regal drappello,

che, al primo aspetto, di valor fea mostra.

Su le regie orme eran d'Ardéa venuti,

né il re sapean respinto: al fuggir forse

altra strada ei teneva. A noi fra mani

cadean costoro; e sbaragliati e rotti

eran giá tutti, uccisi in copia, e in fuga

cacciati gli altri, anzi che il sol cadesse.

Dal piú incalzarli poscia i miei rattenni,

per le giá sorte tenebre, a gran stento.

COLLATINO

Nella mia uscita avventurato anch'io

non poco fui. Per altra porta al piano,

il sai, scendeva io primo: a torme a torme,

pressoché tutto lo sbandato nostro

prode esercito, in sorte a me fu dato

d'incontrare; deserte avean l'insegne

in Ardéa del tiranno. Oh! quai di pura

gioja sublime alte feroci grida

mandano al ciel, nell'incontrarsi, i forti

cittadini e soldati!... Entro sue mura,

da me scortati, or gli ha raccolti Roma;

e veglian tutti in sua difesa a gara.

BRUTO

Scacciato, al certo, come al figlio imposi,

fu il traditor Mamilio. Andiam noi dunque

tutti a breve riposo; assai ben, parmi,

noi cel mercammo. Al sol novello, il foro

ci rivedrá; che d'alte cose a lungo

trattar col popol dessi.

COLLATINO

- Oh Bruto!... Alquanto

sospendi ancora. - Or, fa in disparte trarsi,

ma in armi stare i tuoi soldati: io deggio

a solo a sol qui favellarti.

BRUTO

E quale?...

COLLATINO

L'util di Roma il vuol; ten prego...

BRUTO

In armi

all'ingresso del foro, in doppia schiera,

voi, soldati, aspettatemi. - Líttori,

scostatevi d'alquanto.

COLLATINO

- Ah Bruto!... Il sonno,

ancorché breve, infra i tuoi Lari, in questa

orribil notte, il cercheresti indarno.

BRUTO

Che mai mi annunzj?... Oh cielo! onde turbato,

inquieto, sollecito,... tremante?...

COLLATINO

Tremante, sí, per Bruto io sto; per Roma;

per tutti noi. - Tu questa mane, o Bruto,

alla recente profonda mia piaga,

pietoso tu, porgevi almen ristoro

di speranza e vendetta: ed io (me lasso!)

debbo in premio a te fare, oh ciel!... ben altra

piaga nel core or farti debbo io stesso.

Deh! perché vissi io tanto?... Ahi sventurato

misero padre! or dei da un infelice

orbo marito udirti narrar cosa,

che punta mortalissima nel petto

saratti!... Eppur; né a te tacerla io deggio;...

né indugiartela posso.

BRUTO

Oimè!... mi fanno

rabbrividire i detti tuoi... Ma pure

peggior del danno è l'aspettarlo. Narra.

Finora io sempre in servitú vissuto,

per le piú care cose mie son uso

a tremar sempre. Ogni sventura mia,

purché Roma sia libera del tutto,

udir poss'io: favella.

COLLATINO

In te (pur troppo!)

in te sta il far libera Roma appieno;

ma a tal costo, che quasi... Oh giorno!... Io prima,

a duro prezzo occasione io diedi

all'alta impresa; a trarla a fine, oh cielo!...

forza è che Bruto a Roma tutta appresti

un inaudito, crudo, orrido esemplo

di spietata fortezza. - Infra i tuoi Lari,

(il crederesti?) in securtá non stai.

Fera, possente, numerosa, bolle

una congiura in Roma.

BRUTO

Io giá 'l sospetto

n'ebbi, in udir del rio Mamilio i caldi

raggiri; e quindi ordine espresso a fretta,

pria di nona, a Tiberio ebbi spedito,

di farlo uscir tosto di Roma.

COLLATINO

Il sole

giungea giá quasi d'occidente al balzo,

quand'io qui ancor con i tuoi figli entrambi

ritrovava Mamilio. - Il dirtel duolmi;

ma vero è pur; male obbedito fosti.

BRUTO

Oh! qual desti in me sdegno a terror misto?...

COLLATINO

Misero Bruto!... Or che sará, quand'io

ti esporrò la congiura?... e quando il nome

dei congiurati udrai?... Primi, fra molti

de' piú stretti congiunti e amici tuoi,

anima son del tradimento, e parte,

primi i Vitellj stessi...

BRUTO

Oimè! i germani

della consorte mia?...

COLLATINO

Chi sa, se anch'essa

da lor sedotta or contra te non sia?

E,... gli stessi... tuoi figli?...

BRUTO

Oh ciel! Che ascolto?

Mi agghiacci il sangue entro ogni vena... I figli

miei, traditori?... Ah! no, nol credo...

COLLATINO

Oh Bruto!...

Cosí non fosse! - Ed io neppure il volli

creder da prima: agli occhi miei fu poscia

forza (oimè!) ch'io 'l credessi. - È questo un foglio

fatal per noi: leggilo.

BRUTO

... Il cor mi trema.

Che miro io qui? di propria man vergati

nomi su nomi: e son gli Aquilj i primi,

indi i Vitellj tutti; e i Marzi; ed altri;

ed altri; e in fin... Tito! Tiberio!... Ah! basta...

Non piú;... troppo vid'io. - Misero Bruto!...

Padre ormai piú non sei... - Ma, ancor di Roma

consol non men che cittadin, tu sei. -

Littori, olá, Tito e Tiberio tosto

guidinsi avanti al mio cospetto.

COLLATINO

Ah! meglio,

meglio era, o Bruto, che morir me solo

lasciassi tu...

BRUTO

Ma come in man ti cadde

questo terribil foglio?

COLLATINO

Io stesso il vidi,

bench'ei ratto il celasse, in mano io 'l vidi

del traditor Mamilio: il feci io quindi

torre a lui nell'espellerlo di Roma.

A fida guardia in tua magion commessi

ebbi intanto i tuoi figli; a ogni altra cosa

ebbi a un tratto provvisto: a vuoto, io spero,

tutti cadranno i tradimenti. In tempo

n'ebbi io l'avviso; e fu pietade al certo

di Giove, somma, che scoperto volle

un sí orribile arcano a me non padre.

Io, palpitando, e piangendo, a te il narro:

ma forza è pur, che te lo sveli io pria,

che in tua magion tu il piede...

BRUTO

Altra magione

piú non rimane all'infelice Bruto,

fuorché il foro, e la tomba. - È dover mio,

dar vita a Roma, anzi che a Bruto morte.

COLLATINO

Mi squarci il core. Il tuo dolor mi toglie

quasi il senso del mio... Ma, chi sa?... forse,

scolpar si ponno i figli tuoi... Gli udrai...

Io, fuorché a te, né pur parola ho fatto

finor della congiura: ogni piú saldo

mezzo adoprai, per impedir soltanto

ch'uom non si muova in questa notte: all'alba

convocato ho nel foro il popol tutto...

BRUTO

E il popol tutto, alla sorgente aurora,

il vero appien, qual ch'esser possa, e il solo

vero saprá, per bocca mia.

COLLATINO

Giá i passi

dei giovinetti miseri...

BRUTO

I miei figli!...

Tali stamane io li credea; nemici

or mi son fatti, e traditori a Roma?...

 

SCENA TERZA

 

Tito, Tiberio fra Littori, Bruto, Collatino.

 

BRUTO

In disparte ognun traggasi: voi soli

inoltratevi.

TITO

Ah padre!...

BRUTO

Il consol io

di Roma sono. - Io chieggo a voi, se siete

cittadini di Roma.

TIBERIO

Il siamo; e figli

ancor di Bruto...

TITO

E il proverem, se udirci

il consol degna.

COLLATINO

Ai loro detti, agli atti,

sento il cor lacerarmi.

BRUTO

- Un foglio è questo,

che ai proscritti Tarquinj riportava

il reo Mamilio. Oltre molti altri, i vostri

nomi vi stan, di vostro proprio pugno.

Voi, traditori della patria dunque

siete, non piú di Bruto figli omai;

figli voi de' tiranni infami siete.

TITO

Vero è (pur troppo!) ivi sott'altri molti

illustri nomi, il mio v'aggiunsi io primo;

e, strascinato dal mio esempio poscia,

firmò il fratello. Ei non è reo: la pena,

sia qual si vuol, soltanto a me si debbe.

Mi sconsigliava ei sempre...

TIBERIO

Eppur, non seppi

io mai proporti altro consiglio: e d'uopo

salvar pur n'era il giá tradito padre,

ad ogni costo. Al falso il ver commisto

avea sí ben Mamilio, che noi presi

dall'arti sue, da tutti abbandonato

credendo il padre, a lui tradir noi stessi

sforzati, noi, dal troppo amarlo fummo.

Ah! se delitto è il nostro, al par siam degni

noi d'ogni grave pena: ma la sola

che noi temiamo, e che insoffribil fora,

(l'odio paterno) il ciel ne attesto, e giuro,

che niun di noi la merta.

BRUTO

Oh rabbia! e in seggio

riporre il re, voi, con quest'altri infami,

pur prometteste?

TITO

Io, col firmar, sperava

render Tarquinjo a te piú mite...

BRUTO

A Bruto?

Mite a Bruto Tarquinjo? - E s'anco il fosse;

perfido tu, tradir la patria mai

dovevi tu per me? Voi forse, or dianzi,

voi non giuraste morir meco entrambi,

pria ch'a niun re mai piú sopporci noi?

TITO

Nol niego io, no...

BRUTO

Spergiuri sete or dunque,

e traditori... In questo foglio a un tempo

firmato avete il morir vostro;... e il mio!...

TIBERIO

Tu piangi, o padre?... Ah! se del padre il pianto,

sovra il ciglio del giudice severo,

attesta almen, che noi del tutto indegni

di tua pietá non siam, per Roma lieti

morremo noi.

TITO

Ma, benché reo, non era

né vil, né iniquo Tito...

BRUTO

Oh figli! oh figli!...

- Che dico io figli? il disonor mio primo

voi siete, e il solo. Una sprezzabil vita,

voi, voi serbarla al padre vostro, a costo

della sua gloria e libertá? ridurmi

a doppiamente viver con voi servo,

allor che stava in vostra man di andarne

liberi meco a generosa morte?

E, a trarre a fin sí sozza impresa, farvi

della patria nascente traditori?

Sordi all'onor, spergiuri ai Numi? - E s'anco

foss'io pur stato oggi da Roma intera

tradito; e s'anco, a esempio vostro, io sceso

fossi a implorar clemenza dal tiranno;

ahi stolti voi! piú ancor che iniqui, stolti!

creder poteste mai, che in cor d'espulso

vile tiranno, altro allignar potesse,

che fera sete di vendetta e sangue?

A morte certa, e lunga, e obbrobríosa,

voi, per salvarlo, or serbavate il padre.

TITO

Timor, nol niego, in legger tanti e tanti

possenti nomi entro quel foglio, il petto

invaso mi ebbe, ed impossibil femmi

l'alta impresa parere. Io giá, non lieve,

e per sé dubbia, e perigliosa (il sai)

la credea; benché in cor brama ne avessi.

Quindi, in veder cangiarsi affatto poscia

in sí brev'ora il tutto, e al re tornarne

cittadini, ed i piú illustri, in folla;

tremai per Roma, ove gran sangue, e invano,

scorrer dovrebbe, e il tuo primiero. Aggiunti

nomi nostri a quei tanti altri, in cuore

nasceami speme, che per noi sottratto

dalla regia vendetta cosí fora

il padre almeno: e in larghi detti, astuto

Mamilio a noi ciò promettea.

BRUTO

Che festi?

Che festi? oh cielo! - Ah! cittadin di Roma

non eri tu in quel punto; poiché Roma

per me tradivi... Né figliuol di Bruto

eri tu allor poiché il suo onor vendevi

al prezzo infame dei comuni ceppi.

TIBERIO

Il tuo giusto furor, deh! padre, in lui

non volger solo; al par lo merto anch'io.

Per te, il confesso, anch'io tremai; piú amato

da noi fu il padre, che la patria nostra:

sí, padre, il nostro unico error fu questo.

COLLATINO

Ahi giovinetti miseri!... Oh infelice

padre!...

BRUTO

Ah! pur troppo voi di Bruto foste,

piú che di Roma, figli! In rio servaggio

voi nati, ad ingannarvi io pur costretto

dai duri nostri tempi, a forti ed alti

liberi sensi io non potea nudrirvi,

qual debbe un padre cittadino... O figli,

del vostro errar cagion non altra io cerco.

Me, me ne incolpo, ed il servir mio prisco,

e il mio tacere; e, ancorché finto, il mio

stesso tremar, che a tremare insegnovvi.

Ah! non è muta entro al mio cor pietade;...

ma, in suon piú fero, mi grida tremenda

giustizia; e a dritto or la pretende Roma. -

Figli miei, figli amati, io son piú assai

infelice di voi... Deh! poiché a vostra

scelta era pure o il tradir Roma, o a morte

sottrarre il padre; oh ciel! perché scordarvi,

che a sottrar Bruto dall'infamia (sola,

vera sua morte) a lui bastava un ferro?

Ed ei lo aveva; ed il sapean suoi figli:

tremar potean mai quindi essi pel padre?

COLLATINO

Deh! per ora il dolore e l'ira alquanto

acqueta, o Bruto: ancor, chi sa?... salvarli

forse....

TITO

Ah! salvarmi or si vorrebbe indarno:

non io piú omai viver potrei; perduta

ho dell'amato genitor la stima,

e l'amor, forse... Ah! non fia mai, ch'io viva.

Ma il tristo esemplo mio bensí discolpi

l'innocente minor fratello; ei salvo...

TIBERIO

Orrido è molto il nostro fallo, o padre;

ma pari egli è; giusto non sei, se pari

non ne dai pena. Il tutelar celeste

Genio di Roma espressamente or forse

volea, che base a libertá perenne

fosse il severo esempio nostro.

BRUTO

Oh figli!...

Deh! per or basti... Il vostro egregio e vero

pentimento sublime, a brani a brani

lo cuor mi squarcia.. Ancor, pur troppo! io sono,

piú che console, padre... Entro ogni vena

scorrer mi sento orrido un gelo... Ah! tutto,

tutto il mio sangue per la patria sparso

sará fra poco... A far rinascer Roma,

l'ultimo sangue or necessario, è il mio:

pur ch'io liberi Roma, a voi, né un solo

giorno, o miei figli, io sopravviver giuro. -

Ch'io per l'ultima volta al sen vi stringa,

amati figli;... ancora il posso... Il pianto...

dir piú omai... non mi lascia... Addio,... miei figli. -

Consol di Roma, ecco a te rendo io 'l foglio.

Sacro dovere al dí novel t'impone

di appresentarlo a Roma tutta. I rei

stanno affidati alla tua guardia intanto.

Teco nel foro al sorger dell'aurora

anch'io verronne. - Or, sostener piú a lungo,

no, piú non posso cosí fera vista.

 

SCENA QUARTA

 

Collatino, Tito, Tiberio, Littori.

 

COLLATINO

Necessitá fatal.

TITO

Misero padre!...

TIBERIO

Purché salva sia Roma!

COLLATINO

Ognun me segua.

 


 


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Edizione HTML a cura di: mail@debibliotheca.com
Ultimo Aggiornamento:
13/07/2005 23.28

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