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CLASSICI DELLA LETTERATURA ITALIANA

Rappresentazione

Michelangelo Buonarroti il Giovane

[SCENA PRIMA] [SCENA SECONDA] [SCENA TERZA]

[SCENA QUARTA] [SCENA QUINTA] [SCENA SESTA] [FINE ATTO PRIMO]

 

ATTO PRIMO

 

Scena Prima

Aliso e Filandro

Aliso Delle più vaghe e nobili donzelle

Ch'oggi in Catania splendon, la cui dote

Oltre all'uso comun ricca s'avanzi, 45

Tu, ch'al pari d'ogn'altro

E di ricco e di nobil godi il vanto,

Quella elegger t'è dato per tua sposa

Che più ti piace e non ti fia negata.

E però dèi, Filandro, 50

Questa lasciar (quantunque anch'ella tale)

Che per costume e fede,

Secondo che la fama

Tacitamente infra le donne è sparsa,

Da te diversa, esser non può tua moglie, 55

E consolare insieme i tuoi parenti,

A cui tanto dispiace

Questo tuo folle amore.

Filandro Io so ben che Corinta

Sì come semplicetta e poco accorta, 60

Dall'altre poco accorte,

Superstiziose e credule

Femmine lusingata,

Tutto 'l suo tempo perde

Negli ammaestramenti e ne' costumi 65

Di questa nuova fede;

Ma se divien mia sposa,

Qual ho speranza, non temer, Aliso,

Ch'ella non cangi opinione e voglia.

Sai che le mogli tutte, 70

Ove la disciplina de' mariti

Non sia perversa, com'avvien talora

D'alcuni troppo teneri e dappochi,

Seguono interamente il lor volere,

Quando per dolce modo 75

Quei corregger le sanno

E san farsi temere e obbedire.

Aliso Tu di' 'l vero, Filandro,

E mi diletta in te questa accortezza;

Ma cotanto ha del ver mostra e sembianza 80

Ogni ragione, ogni argomento e detto

Di questi ardenti seduttor cristiani

E sì tenacemente

Par che s'appigli l'instituto loro

Per entro il cuor di quelli 85

Dove può penetrar pur una volta,

Massimamente in quel delle donzelle,

Più credule degli altri,

Che troppo è dura, anzi impossibil cosa

Il trarnelo giammai. 90

Filandro Costumata fanciulla,

Cui diede o padre o madre

Sposo non dissimíle,

Ammonita da loro ad obbedirlo,

Non può non consentire 95

Ad ogni suo volere et ha per nulla

Qualunque altro pensiero

Occupato l'avesse prima il cuore.

Aliso Molti contrari esempi

Potrei recarti in ciò, ma vaglia un solo 100

Vie più degli altri, come più novello

Et accaduto in questa terra stessa.

Non credo già ch'e' t'esca ancor di mente

Quella vergine, quella

Infelice donzella, 105

Agata di Palermo,

Ch'appunto è l'anno intero

(Non senza gran pietà mi si rimembra)

Che 'n sul fiorir de' più begli anni suoi,

Senza che le preghiere 110

O 'l minacciar del Preside romano,

Che la volea per moglie,

La movesser giammai,

Solo per sostener la fé cristiana

Comportò di morire, e di che morte? 115

Filandro Ma non le stimo io già tutte ostinate

In una tal follia.

Né Corinta vo' creder ch'elegesse,

Non che la morte, pure un breve affanno

Per sostener opinion sì vana, 120

In cui certo l'ha posta

La propria femminil superstizione.

E però non vorrei

Che tu ned altri con tanta repulsa

Venissi a disturbare il desir mio, 125

Ch'è di concluder tosto

Le desiate nozze.

Aliso Ma non dèi però creder, come mostri

Di credere, che tanto

Agevole ti sia per moglie averla, 130

Perché Eufemio, 'l padre,

Andrà bene avvertito a maritarla

Mentre stia nel pensier d'esser cristiana,

Se ciò noto gli fia, ché lungamente

Esser non puolli ignoto, noto a tanti. 135

Filandro Anzi Eufemio è quel ch'affretta il fine

Di negozio sì fatto

E però tosto io vo' cercar di Celio,

Che, venerabil sacerdote e saggio,

Amico d'Eufemio e nostro insieme, 140

S'è interposto più volte

Per la conclusion di queste nozze,

Perch'ei di nuovo a questa cura intenda

E le difficultà tutte disciolga.

Tu per questa contrada non lontano 145

Dimorerai, ché se mestier mi fosse

Dell'opra tua io non ti cerchi indarno.

Aliso Va' pur, ché, bene o mal che tu t'elegga,

Non fia mai che 'n tuo aiuto io non sia pronto:

Così vuole il mio amore, 150

Così le leggi voglion d'amicizia.

 

Scena Seconda

Aliso solo

Aliso Mi pareva mill'anni

Ch'ei da me si partisse,

Perch'io veduta avea

Colà dentro 'l palazzo d'Eufemio 155

Venir verso la porta

Corinta, ma ritrarsi

Subitamente indietro,

Forse però che, scorto

Filandro meco, non volle da lui 160

Esser veduta. Et ecco ch'ella torna,

Poi che partito il vede. E s'io non erro,

Ella aspetta di qua l'amica Argilla,

Ch'a lei dritto s'invia. Quest'è quella

Che l'ha messo nel cuor d'esser cristiana. 165

Or se Filandro s'incontrava in loro

Non poteva avvenir senza periglio

Di qualche grave male,

Ché, fisso nel pensier d'aver Corinta

E provandone ogn'or dure repulse, 170

Chi sa ch'al suo apparir crescendo ardore

Forse non si movesse

Furioso a rapirla?

Gli amanti sono stolti e d'improvviso

Soglion precipitarsi ne gli errori. 175

Io mi starò in disparte

E, porgendo l'orecchie ad ascoltarle,

Ritrar dovrò da' lor ragionamenti

Qualche conclusione ond'io provvegga

Alcun consiglio ch'all'amico giovi. 180

 

Scena Terza

Coro di Donne Cristiane, Corinta donzella

e Argilla donna cristiana

 

Coro Che maraviglia è quella

Che Corinta sì sola

Insin fuor della porta del palazzo

Venga a incontrare Argilla?

Forse qualch'accidente (che Dio 'l voglia) 185

Nato sarà su queste nuove nozze

Che di lei si ragionano e ch'Argilla

Cerca di divertir. Fermianci, amiche.

Argilla Eufemio tuo padre è in casa o fuori?

Corinta Fuori.

Argilla Lodato Dio! Questo io bramava 190

Per poter teco ragionar secura.

Corinta Fuori. Egli uscì per tempo stamattina,

Credo a cercar di Celio, se l'udito

Non m'ingannò quand'egli ad esser seco

Chiamò Tizio liberto. 195

Argilla Questo è tutto ('l conosco ben io)

Consiglio in danno tuo. Però, Corinta,

Dimmi s'ancor tu hai pensato a nulla

Che 'n questa angustia tua giovar ti possa.

Corinta Argilla, io mi confondo 200

Pensando e ripensando,

Né so trovar partito,

Che non sia molto duro e violente,

Da sfuggir queste nozze, e pur fuggirle

Forza mi fia. 205

Argilla Non voglio e non intendo

Che tu sfugga le nozze.

Corinta Ma se la legge di chi serve a Cristo

È ver che proibisca

Il nodo delle nozze 210

Con chi gli idoli adora,

Non veggo e non comprendo

Com'io possa obbedire al padre mio

E osservar la legge

Ch'io ho giurata a Dio 215

E conosco oramai sola per vera.

Argilla Se tu vorrai seguire il mio consiglio,

Forse che qualche modo

Si può trovare ancor sì ch'al tuo padre

Obbediente sia 220

Et abbia per marito

Filandro, né per questo contravvenga

Al precetto divino.

II Coro Sarebbe opra pietosa e lieta insieme.

Corinta Salva la fé cristiana e 'l suo precetto, 225

Io non so desiar cosa più cara

Ch'obbedire al mio padre

Et esser sposa e serva di Filandro,

Che domestica usanza,

Per la vicinità de' nostri alberghi, 230

Mi fe' conoscer sin da' miei primi anni.

Argilla Falli asaper ch'ei non fia mai tuo sposo

S'ei non risolve anch'ei d'esser cristiano.

Corinta Questo non cred'io mai ch'e' sia per fare.

Argilla Ma 'l tentarlo che nuoce? 235

Peggio non ne puo' aver di quel che n'hai.

Prova, Corinta, prova!

Se tu lo strignerai per questa guisa

Converrà ch'ei si pieghi, ch'io 'l conosco

Troppo acceso di te. Prova, Corinta! 240

Corinta Ma ti parrà pensiero onesto e degno

Di nobile donzella4

Fabbricarsi la macchina nascosa

Delle sue proprie nozze?

Argilla In questa guisa 245

Veramente che sì, ché se tuo padre

T'ha più volte sgridata

E forse minacciata

Per tanto pertinace repugnanza,

Né la cagion di quella 250

Detta tu gli hai, né dirgliela è tua voglia,

Et al tuo Creator giurata hai fede,

Sì fatta industria tua,

A fin d'ossequiarlo et obbedirlo,

Altro certo che lode 255

Apportar non ti puote;

E s'avvien che si scopra

Che contro al suo voler tu sii cristiana

Non fia 'l danno maggior s'anco si scopre,

Scorgendosene il fin, macchina tale. 260

Corinta Non conosce Filandro,

Né sa che cosa sia la fé cristiana,

Se non quant'ei la vede

Dispregiata da tutti e perseguita,

E tu vuoi ch'in un punto 265

Ei cristiano divenga al desir mio!

Ché ben ch'ei mostri amarmi e certo m'ami,

Di me si riderebbe,

Come di sciocca femmina e leggieri,

S'una tal condizion li proponessi. 270

Argilla Non voler diffidar, come tu fai,

Di questo mio consiglio,

Però che 'l vero Dio,

Ch'a' sordi udito rende e lume ai ciechi

E che nel Verbo suo frange le pietre 275

Et apre i monti e fa tremar gli abissi,

'N un sol momento ogni durezza spezza

De' più perfidi cuori e a sé gli piega

E del suo amor gli infiamma al vivo lume

Della verace fede. 280

II Coro E spesso adopra

Per salute dell'alme

E volge in uso buon gli affetti umani.

Corinta Ma se pure io consento al tuo consiglio,

Chi fia ch'a lui palesi il mio pensiero? 285

Argilla Persona c'è mestier che sia tua amica

E di lui parimente,

E ch'essendo cristiana

Non sia per tanto in diffidenza sua.

Corinta Or chi fia che sia tale? 290

Argilla Ortensia al certo,

Ortensia Clara, per ch'essendo omai

Di grave etade e seco

D'affinità congiunta,

Può con esso parlar liberamente, 295

Consigliando, ammonendo e riprendendo

Senza ch'ei se ne sdegni.

Ché per l'educazione

Che fanciulletto ricevé da lei

Non ancora cristiana, 300

La riverisce e tiene in sommo onore.

E non è da temer che prontamente

E volentieri ella nol sia per fare,

Anzi so ch'altre volte

L'ha tentato di questo, benché indarno. 305

III Coro Ottima è l'elezione,

Ortensia a tali imprese è singulare.

Corinta Ma se tentato indarno

L'ha di questo altre volte, indarno ancora

Creder si può che 'l tenti. 310

Argilla I colpi raddoppiati

Delle macchine gravi

Fanno tremare e poi cader le torri;

E ben ch'ella altre volte

L'abbia di ciò tentato, 315

Non l'ha fatto però con tal promessa

Di dargliti per moglie.

Corinta Al tuo parlare, Argilla,

Io taccio volentier né più rispondo,

Mentre persuadermi 320

Studi quel che m'è caro,

Fatto opportunamente e con ragione.

Però, s'a te pur piace, tu prudente

E risolvi e disponi, e Dio provvegga,

Ché nulla intendo fare, a nulla impresa 325

Volger l'animo mio

(Odalo terra e Cielo)

Se non, servendo a Cristo vero Dio,

Piegar tutto 'l mio cuor, tutto 'l mio zelo.

Argilla Io ti rimetterò dentro il palazzo, 330

Onde dianzi venisti ad incontrarmi,

E poi per quella strada che più breve

Alla casa d'Ortensia mi conduce

Ratta n'andrò a cercarla.

 

Scena Quarta

Coro di Donne Cristiane

I Coro O benedetta figlia, 335

O anima devota in Cielo eletta,

Come subitamente

Piegasti al buon consiglio!

O figlia benedetta,

Io dal crudele artiglio 340

E dal laccio e dal tòsco

Sicura ti conosco

Del nemico infernale.

Lodisi Iddio immortale,

Che col suo vero lume 345

Ne toe dagli occhi d'ignoranza il velo,

Acciocché dritte al Cielo

Spieghin l'anime nostre al fin le piume.

 

Scena Quinta

Aliso e Coro di Donne Cristiane

Aliso Non fu gettato via

Questo poco di tempo 350

Ch'ho perso per sentir, tratto in disparte,

Quel che Corinta con quella sua donna,

Non so come chiamarla,

Ragionavano insieme,

Poi ch'io ho inteso et ho compreso tanto 355

Ch'io potrò forse far qualche buon'opra

In util di Filandro,

Ch'acciecato d'amore,

Da tante donne lusingato e stretto,

Perir si lascerebbe. 360

Io voglio or or, senza intermetter tempo,

Ritrovar Eufemio et avvertirlo

Di tutto quel ch'ho inteso.

Io gli vo' far saper chi è cagione

Della discordia della casa sua 365

E ch'esser può cagion della rovina,

Se 'l Preside sapesse

O Celio, sacerdote d'Imeneo,

Che Corinta è cristiana.

II Coro O sventurata Argilla, Iddio ti scampi 370

E t'abbia in sua difesa!

 

Scena Sesta

Coro di Donne Cristiane e Egidia

I Coro Convien che senza indugio

Da noi venga avvisata

Della persecuzion di questo Aliso,

Di quest'uom sì maligno. 375

Però va' tu, Egidia,

E con veloce passo

T'affretta a ritrovarla

E narrale ogni cosa

Perch'ella possa prepararsi in tempo 380

Alla difesa sua per quella guisa

Ond'ella speri più poter salvarsi.

Egidia Ma dove potrò io trovarla, dove

Cercar di lei debb'io?

I Coro Prendi la via di là dietro la casa 385

D'Eufemio. Esser non può ch'alcuna donna

Di quella vicinanza

Lei non abbia veduta indi passare.

Domandane. Va' via, va', non tardare.

 

Coro

Donde si leverà giocondo vento, 390

Donde luce verrà di sì bel sole

Che ne disgombri fiammeggiante e pura

Questa nebbia sì oscura

Di desideri e parole,

Che sì dubbiosi e sì contrari io sento 395

E m'empion di spavento?

Rompa ogni fosco velo,

Sciolga ogni nodo pia virtù del Cielo.

Qua donzella gentil, donata a Dio,

Schiva le nozze intrepida e costante 400

E vuol prima morir che romper fede.

Là vincerla si crede

E farla sposa un idolatra amante,

E pareggiar l'effetto col desio.

Soccorso, Signor mio! 405

Rompa ogni fosco velo,

Sciolga ogni nodo pia virtù del Cielo.

Ché se tu, ch'ognun canta e ch'ognun dice

Luce del mondo e suo sommo splendore,

Vibri dal gran diadema un raggio solo 410

Ch'entri a fermar suo volo

Per lo torbido cuore

Di Filandro, ecco l'aura e 'l sol felice

Ch'ogni gioia ne indíce.

Rompa ogni fosco velo, 415

Sciolga ogni nodo pia virtù del Cielo.

Padre Eterno de' lumi, oggi risplenda

Pur da te verità, nel pensier cieco

Inviolabil senza macchia il vero,

Onde, se del tuo impero 420

È gloria, che seco

S'unisca e vinta al suo desir si renda

Corinta, o mai tuo Spirto in un gli accenda.

Rompa ogni fosco velo,

Sciolga ogni nodo pia virtù del Cielo. 425

 

Il fine dell'Atto Primo

Edizione HTML a cura di: mail@debibliotheca.com

Ultimo Aggiornamento: 18/07/05 01.35.44